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I segnali di disagio nei ragazzi che un genitore non dovrebbe mai sottovalutare: l’avvertimento degli esperti

Comportamenti apparentemente innocui nei bambini, come perdita di appetito, improvvisi scatti di aggressività o l’abitudine a utilizzarre il cellulare di nascosto sono situazioni frequenti durante la difficile fase dell’adolescenza, ma talvolta possono nascondere disagi profondi. Gli esperti avvertono: non vanno assolutamente sottovalutati. Fondamentale l’intervento precoce, anche con l’aiuto di specialisti, per prevenire problemi emotivi e comportamentali duraturi.
A cura di Niccolò De Rosa
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Cambiamenti improvvisi di umore, appetito che sparisce, rabbia che esplode, tempo passato online di nascosto: a prima vista, potrebbero sembrare fasi normali della crescita. Ma dietro questi segnali si possono nascondere disagi più profondi. A lanciare l’allarme sono psicologi infantili e clinici che invitano i genitori a prestare maggiore attenzione ai comportamenti dei propri figli, anche quelli che sembrano piccoli o passeggeri. Perché sottovalutarli potrebbe significare lasciare che si trasformino in problemi ben più seri con il tempo.

Piccoli segnali, grandi campanelli d’allarme

Molti comportamenti spesso liquidati con un laconico "è solo un bambino" meritano invece uno sguardo più attento. La psicologa clinica Regine Muradian, ha recentemente spiegato al sito americano Parade come i disturbi emotivi e comportamentali nei bambini siano condizioni da affrontare con tempestività, prima che si aggravino con il passare degli anni. I segnali d’allarme possono essere molti e, in alcuni casi, insospettabili: un improvviso disinteresse verso il cibo, difficoltà a dormire o altri cambiamenti nel comportamento apparentemente innocui. Sebbene spesso queste situazioni rientrino nelle normali fasi della crescita, in altri casi possono nascondere un disagio più profondo. "Non è sempre si tratta di fase passeggera o un capriccio – ha sottolineato la psicologa Denitrea Vaughan – Se ad esempio il bambino manifesta drastici cambiamenti nell'appetito, come mangiare troppo o troppo poco, può indicare problemi come disagio, ansia o un disturbo alimentare come l'anoressia o la bulimia".

Quando lo schermo diventa un rifugio

Un altro segnale da non ignorare è l’uso segreto o ossessivo dei dispositivi digitali. Se un bambino cerca insistentemente di accedere a internet senza supervisione o in privato, è importante capire cosa lo spinge a farlo. Lo psicologo Brett Biller, direttore della salute mentale presso l'Hackensack University Medical Center, ha pertanto invitato i genitori a esplorare i reali motivi dietro a questo comportamento – Desiderio di privacy? Volontà di fuga dalla realtà? Ossessione nei confronti di qualcuno? – che potrebbe nascondere difficoltà emotive, senso di solitudine o esposizione a contenuti inadeguati.

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L'uso eccessivo di Internet – e pertanto dei dispositivi digitali – è poi quasi sempre legato anche a importanti difficoltà nel sonno: oltre al tempo sottratto al riposo (quasi sempre i ragazzi chattano e navigano durante le ore serali), le luci degli schermi sollecitano eccessivamente gli occhi e il cervello, influenzando negativamente la qualità del sonno notturno.

Rabbia e linguaggio offensivo: segnali da non trascurare

Aggressività, scoppi d’ira frequenti e linguaggio volgare non sono solo un problema educativo. Secondo Muradian, se ignorati, questi comportamenti rischiano di radicarsi e accompagnare il bambino anche negli anni della scuola. In particolare, l’uso di parole offensive nei gruppi di chat, spesso sessualmente esplicite o razziste, è in netto aumento e la tendenza che riflette una crescente esposizione a modelli linguistici distorti e inadeguati.

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Dietro l’ansia: tic e gesti ripetitivi

Anche gesti ripetitivi come il mangiarsi le unghie o lo stropicciarsi convulsamente le mani non andrebbero sottovalutati. Si tratta spesso di manifestazioni somatiche dell’ansia, soprattutto se persistenti e associate ad altri comportamenti problematici. È importante non liquidarli come "vizi" da correggere, ma segnali di un disagio più profondo.

Anche i genitori possono andare in tilt

I problemi però non sempre nascono solo nei figli. Un recente studio della Ohio State University citato dal New York Post ha ad esempio rivelato come il burnout genitoriale – ovvero lo stress cronico da carico emotivo che può sfociare in depressione e vere e proprie crisi emotive – sia strettamente collegato ai disturbi comportamentali dei bambini. "Abbiamo aspettative troppo alte per noi stessi – ha spiegato la ricercatrice Kate Gawlik – e il confronto con gli altri alimenta il senso di inadeguatezza”". I genitori esausti tendono più facilmente a gridare, punire o colpevolizzare, alimentando un circolo vizioso che danneggia l’intero equilibrio familiare.

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Come intervenire senza farsi prendere dal panico

Di fronte a questi segnali, la chiave è non farsi prendere dal panico ma agire con gradualità. Vaughan ha consigliato di concentrarsi su un comportamento per volta e rinforzare quelli positivi attraverso incoraggiamenti, lodi e un dialogo continuo per far sentire i giovani compresi e supportati. E soprattutto, di non avere paura di chiedere aiuto. "Alcune situazioni richiedono il supporto di professionisti – ha spiegato – che possono intervenire con la terapia del dialogo o del gioco, a seconda dell’età del bambino". Osservare, ascoltare e intervenire con consapevolezza: è questo il percorso suggerito dagli esperti per aiutare i più piccoli a crescere in modo sano, senza lasciare che i segnali del disagio vengano ignorati. Perché dietro un capriccio o un muso lungo, a volte, si nasconde una richiesta d’aiuto.

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