I quattro motivi per cui tuo figlio dovrebbe (sempre) dormire abbastanza: la spiegazione degli esperti

Quando si parla di salute infantile, l’attenzione dei genitori corre subito a vaccinazioni, alimentazione corretta e sport. Spesso, però, si ignora un “farmaco” gratuito e potentissimo: il sonno. Eppure proprio le ore passate sotto le lenzuola orchestrano la crescita fisica, l’equilibrio emotivo e la capacità di apprendere. Per fare luce su questo tassello cruciale, il sito Today’s Parent ha interpellato un gruppo di specialisti tra medici del sonno, pediatri e psicologi, chiedendo loro di spiegare con parole semplici quattro motivi particolari secondo i quali andare a letto presto non deve essere inteso solo come un capriccio di mamme e papà, ma come un vero investimento sul futuro dei figli.
Il laboratorio notturno del corpo
Durante il sonno profondo, spiegano gli esperti, il cervello dei bambini lavora come una specie di fabbrica della crescita. È infatti mentre i piccoli dormono che si attiva il cosiddetto "ormone della crescita", il quale favorisce la riparazione dei tessuti e, per l'appunto, lo sviluppo fisico. "Il sonno è il momento in cui il corpo fa manutenzione straordinaria", sintetizza la specialista in medicina del sonno Morgan Soffler. Saltare ore preziose significa, dunque, rallentare un processo che nessun integratore può compensare.
Ecco perché il riposo notturno è essenziale per quattro elementi importantissimi della vita di un bambino: la sua memoria, il suo sviluppo, le sue emozioni e la sua salute contro acciacchi e malanni.
Memoria e apprendimento: la mente fa il download
Non è solo questione di centimetri. Nel dormiveglia più profondo il cervello archivia le informazioni raccolte di giorno, fissa le nozioni scolastiche e rafforza le connessioni neuronali legate al linguaggio. Ecco perché un bambino che riposa poco fatica a ricordare la lezione e appare distratto in classe. Gli specialisti dunque avvertono: prima di sospettare un disturbo dell’attenzione, controllate quante ore passa davvero a letto. A volte, i comportamenti che potrebbero far sospettare una diagnosi di ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività), possono essere dettati solo dalla stanchezza e dall'irritabilità tipica dei ragazzi che dormono poco.

Emozioni sotto controllo
La carenza di sonno agisce anche come una lente che deforma gli stati d’animo: irritabilità al risveglio, sbalzi d’umore, pianti senza motivo possono essere il segnale che le "batterie emotive" non si sono ricaricate. Secondo il medico Raj Dasgupta, trascurare questo segnale aumenta il rischio di ansia e, nel tempo, anche di depressione. Dasgupta ha provato a rendere più chiaro il concetto con la metafora del serbatoio vuoto: senza la giusta quantità di "carburante emotivo", ogni piccola frustrazione diventa un ostacolo insormontabile perché non si hanno le energie per superarlo, alimentando tristezza, frustrazione e rabbia.
Difese immunitarie, il turno di notte
"Il sonno è una necessità biologica, non un capriccio", ricorda l’infermiere specializzato in psichiatria Shebna Osanmoh. Durante la notte il sistema immunitario produce infatti tutti quegli anticorpi che ci difendono da virus e batteri. Un bambino che dorme poco, pertanto, corre il rischio di si ammalarsi più spesso e di guarire più lentamente: un dato confermato da studi internazionali che collegano la deprivazione di sonno a infezioni ricorrenti e recuperi più lunghi.

L’equilibrio del peso
Le ore piccole scompensano anche l’appetito. In assenza di un adeguato riposo, leptina e grelina – due ormoni che regolano fame e sazietà – "impazziscono" , mentre il cortisolo (detto anche "lormone dello stress") sale alle stelle. Risultato: il bambino prova più fame e spesso consuma più snack ipercalorici, ottenendo però energia per muoversi e un rischio maggiore di obesità infantile, problema ormai trattato dagli esperti una vera epidemia globale.
Quante ore servono davvero?
Come ricordato delle linee guida della Società Italiana di Pediatria, il numero di ore di sonno necessarie per ottenere un riposo in grado di favorire la crescita e dare il giusto apporto di energia durante il giorno varia a seconda dell'età dei piccoli. Sotto i due mesi di vita, i bebè dovrebbero dormire dalle 16 alle 18 ore ogni giorno, mentre nel primo anni vita è normale per un bambino riposare per 12-16 ore, tra notte e dì. Con il passare del tempo poi, le ore iniziano lentamente a diminuire: 11-14 ore nel secondo anno di vita, 11-15 ore tra i 3 e i 5 anni e 9-13 ore tra i 5 e i 14 anni, andando progressivamente a calare. Durante l'adolescenza, infine, le ore di riposo ottimali sarebbero 9-10, fino alle canoniche otto ore che ogni adulto dovrebbe dormire ogni notte per tutelare la propria salute.

Ma come accorgersi se il bambino il ragazzo non ha dormito abbastanza? Spesso i segnali sono più evidenti di quanto si possa pensare: se al mattino il giovane sbadiglia senza sosta o chiede insistentemente di dormire nel pomeriggio, qualcosa non torna. Ma i segnali possono essere anche meno palesi: impulsività, calo del rendimento scolastico, voglia di isolarsi. Prima di affibbiare etichette, provate a spostare indietro la buonanotte di mezz’ora: spesso è il rimedio più efficace – e gratuito.
Mettere a letto è un atto d’amore
Garantire le ore di sonno necessarie significa permettere ai figli di crescere sani, sereni e pronti ad affrontare la giornata. Non si tratta di una semplice routine domestica, ma di una vera strategia di salute pubblica. Come sintetizza Soffler, "di notte i bambini imparano a diventare la migliore versione di sé": un motivo in più per abituarsi fin da piccoli ad adottare una routine del sonno efficiente, spegnere gli schermi, abbassare le luci e lasciare che il silenzio faccia il suo lavoro.