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I neo papà sono a rischio suicidio 7 volte più delle mamme: l’indagine inglese svela un problema spesso ignorato

Uno studio condotto in Galles rivela che nei primi 1.001 giorni di vita di un bambino i padri hanno un rischio di suicidio sette volte superiore alle madri. Un fenomeno ancora poco indagato, che evidenzia la mancanza di servizi di salute mentale dedicati agli uomini. Per gli autori dell’indagine, i dati mostrano la necessitò di prevdere interventi urgenti per sostenere anche i padri nei primi, delicatissimi mesi, di esperienze genitoriali.
A cura di Niccolò De Rosa
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Un nuovo studio condotto in Galles porta alla luce un fenomeno finora rimasto in ombra: i padri nei primi 1.001 giorni di vita del loro bambino – dall'inizio della gravidanza fino al secondo compleanno – hanno un rischio di suicidio sette volte superiore rispetto alle madri. La ricerca, realizzata dall'Università di Swansea, rappresenta il primo dato ufficiale nel Regno Unito a livello di popolazione sul suicidio paterno in questo delicato periodo e ha fatto suonare un campanello d'allarme difficile da ignorare, anche perché nello stesso periodo preso in considerazione (tra il 2002 e il 2021), sono state registrate 16 morti per suicidio tra le madri e 107 tra i padri.

La ricerca, coordinata dalla professoressa Ann John, direttrice del National Centre for Suicide Prevention and Self-Harm Research, è durata sei mesi e ha analizzato le cartelle cliniche nazionali gallesi, i dati sulla mortalità e l'utilizzo dei servizi di salute mentale sul territorio. Da ciò che ne è emerso, si ritiene che circa l'8-13 per cento dei padri soffra di depressione durante la gravidanza e la prima fase della genitorialità. Un dato che, oltre a spiegare un tasso tanto alto di suicidi, dovrebbe preoccupare le istituzioni politiche e sanitarie, visto che che un recente studio australiano ha dimostratoquanto la salute mentale dei padri impatti sullo sviluppo infantile, influenzando capacità fisiche, cognitive ed emotive dei bambini.

Eppure il fenomeno resta molto sottovalutato, anche perché il sanitario sistema nazionale britannico, analogamente a quanto avviene nella stragrande maggioranza degli altri Paesi occidentali, non è ancora dotato di strumenti per monitorare o classificare il suicidio paterno, a differenza della mortalità materna, che viene misurata di routine. Questa lacuna limita sia la consapevolezza che il supporto mirato.

Il divario nei servizi di salute mentale

Il confronto ha messo in evidenza una disuguaglianza strutturale. Mentre esistono servizi specialistici di salute mentale per le donne durante la gravidanza e dopo il parto, i padri restano sostanzialmente esclusi da percorsi di supporto. Una disparità che, secondo Dame Andrea Leadsom, ex ministra della Salute e oggi promotrice della nuova fondazione 1001 Critical Days, deve essere considerata un avvertimento per i governi di tutto il mondo. "Sostenere la salute mentale dei padri può salvare vite, ridurre le disuguaglianze e dare a ogni bambino il miglior inizio possibile", ha dichiarato.

Dame Andrea Leadsom
Dame Andrea Leadsom

Gli studiosi responsabili della ricerca hanno infatti sottolineato che "tutti i suicidi sono potenzialmente prevenibili", ricordando come dietro le cifre ci siano storie di vite e e famiglie spezzate, che dunque richiederebbero più attenzione. I dati hanno inoltre mostrato che i padri più a rischio sono i primogenitori e coloro che vivono in contesti sociali ed economici svantaggiati. Un quadro che rafforza ulteriormente l'urgenza di estendere i servizi di prevenzione e di ascolto anche agli uomini, superando lo stigma che ancora accompagna la fragilità emotiva maschile.

La scienza dei primi mille giorni

L’attenzione a questo periodo cruciale trova conferma anche nella letteratura scientifica: le esperienze che un bambino vive dalla gravidanza ai due anni formano le basi della sua salute emotiva e fisica futura. "Il mio stesso vissuto di depressione postnatale mi ha mostrato quanto possano essere difficili quei primi giorni e quanto sia vitale sostenere non solo le madri, ma anche i padri e chi si prende cura del bambino", ha ricordato Leadsom. Accanto a lei, il patron della fondazione 1001 Critical Days Foundation (nata proprio con l’obiettivo di garantire a ogni bambino le migliori condizioni di crescita nei primi anni di vita) Lord David Blunkett, ha sottolineato l’importanza di guardare al sostegno precoce come a un investimento collettivo: "Aiutare i genitori a crescere figli sani ed equilibrati è uno dei migliori investimenti che possiamo fare per il futuro della nostra società".

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