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I mattoncini per le costruzioni possono aiutare i bambini a imparare la matematica: lo studio

Un programma scolastico sperimentale nel Regno Unito ha sostituito parte delle lezioni di matematica con attività che prevedevano l’utilizzo dei mattoncini per le costruzioni, ottenendo risultati sorprendenti per gli stessi ricercatori. I bambini hanno migliorato le competenze geometriche e il ragionamento spaziale, dimostrando come questa tipologia di gioco può diventare uno strumento efficace per l’apprendimento scientifico.
A cura di Niccolò De Rosa
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In un futuro non così lontano, durante le lezioni di Matematica e Geometria, oltre a carta e penna (o tablet), potrebbero esserci anche dei mattoncini colorati per le costruzioni. È questa la suggestione proposta da un recente studio condotto nel Regno Unito, che ha esplorato l'impatto del gioco con i Lego sull'apprendimento della matematica e sulle capacità spaziali dei bambini. Secondo i ricercatori, infatti, l'utilizzo degli iconici mattoncini non sarebbe solo un'attività ludica e creativa, ma anche un vero e proprio allenamento per alcune abilità molto utili nelle discipline matematiche.

Un programma di gioco strutturato

Il progetto, chiamato SPACE (Spatial Play Advances Children's Education), ha coinvolto 409 bambini tra i 7 e i 9 anni d'età. In classe, le tradizionali lezioni di matematica sono state in parte sostituite da sessioni guidate di costruzione con i mattoncini colorati. Ogni incontro seguiva una routine precisa: si cominciava con un breve video introduttivo a tema (pirati, alieni, supereroi), seguito da esercizi pratici durante i quali i bambini costruivano fino a sei modelli diversi, smontandoli ogni volta prima di iniziare il successivo. L'obiettivo non era tanto la velocità d'esecuzione, quanto la precisione. Gli insegnanti, opportunamente formati, incoraggiavano i piccoli costruttori a visualizzare mentalmente i modelli prima di iniziare e una delle domande chiave era: "Riesci a ruotare il mattoncino nella tua testa per capire come va posizionato?"

Matematica e rotazione mentale: i risultati

I risultati, pubblicati sulla rivista Mind, Brain, and Education, sono stati sorprendenti. Rispetto a un gruppo di controllo composto da 104 bambini che hanno continuato con le lezioni tradizionali, quelli che hanno partecipato al programma SPACE hanno mostrato un miglioramento significativo nella rotazione mentale, ossia la capacità di immaginare un oggetto mentre viene ruotato nello spazio. Una competenza fondamentale per sviluppare il ragionamento spaziale, cruciale nei percorsi scolastici STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).

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Inoltre, i bambini del gruppo con i mattoncini da costruzione hanno anche ottenuto risultati migliori nei test di matematica, in particolare in geometria e nel problem-solving. Questo perché, come spiegano i ricercatori, quando i bambini lavorano con frazioni, forme o grafici, fanno affidamento proprio sulla visualizzazione spaziale, ovvero la capacità di "vedere con la mente" le relazioni tra le cose.

Un dato interessante emerso dallo studio è che i miglioramenti in matematica non erano direttamente collegati solo all’aumento della capacità di rotazione mentale. Ciò suggerisce che potrebbero essere coinvolte anche altre abilità relative al rapporto con lo spazio e gli elementi che lo compongono, come la memoria spaziale o la capacità di mappare i numeri nello spazio mentale. In altre parole, costruire con i Lego stimola il cervello in modo complesso e sfaccettato, ben oltre ciò che può offrire un foglio piendo di formule ed esercizi.

Un'opportunità per ripensare la didattica

Secondo gli autori dello studio, il principale limite dell’insegnamento tradizionale della matematica è proprio l’assenza del pensiero spaziale nei programmi scolastici. Eppure, è sempre più evidente che allenare queste competenze fin da piccoli può fare la differenza. Usare blocchi da costruzione come i Lego consente di esercitare più abilità spaziali insieme: ruotare i pezzi mentalmente, immaginare forme complesse, mantenere un'immagine mentale mentre si lavora. E il bello è che non servono strumenti tecnologici o costosi, ma bastano dei mattoncini, un po' di tempo per sperimentare e una guida competente che sappia indirizzare gli studenti verso il giusto approccio.

Ora, anche se il programma SPACE ha mostrato risultati incoraggianti, resta aperta la sfida di integrare il pensiero spaziale in modo più stabile e continuativo all’interno del curriculum scolastico. Non solo in sessioni speciali, ma come parte integrante dell’insegnamento delle discipline matematiche, valorizzando il pensiero spaziale per migliorare le competenze dei bambini

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