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I litigi di coppia rendono le madri più dure e severe: a dirlo è una nuova ricerca

Uno studio pubblicato su Developmental Psychology ha rivelato che i conflitti tra partner influenzano il modo in cui i genitori educano i figli piccoli. Le madri, in particolare, tendono a usare punizioni più dure quando si sentono meno sicure nella relazione. Per i padri, invece, lo stress di coppia non sembra incidere sullo stile educativo.
A cura di Niccolò De Rosa
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Una nuova ricerca evidenzia come i conflitti di coppia possano influenzare – in modo diverso per madri e padri – il modo in cui i genitori si relazionano ai figli piccoli. Se la tensione tra i partner diventa abituale, a farne le spese non è solo la serenità familiare, ma anche la qualità dell’educazione impartita ai bambini. In particolare, le madri sembrano più vulnerabili: quando si sentono meno sicure nel rapporto col partner, tendono a usare modalità educative più dure e meno costruttive.

Il legame tra conflitti e stile educativo

La ricerca, pubblicata sulla rivista Developmental Psychology, ha analizzato per tre anni 235 famiglie americane con figli tra i due e i quattro anni, combinando osservazioni in laboratorio, questionari e test psicologici. L’obiettivo era capire come le tensioni tra i partner – caratterizzate da litigi, critiche e aggressività verbale – potessero incidere sulla qualità dell’educazione dei figli.

Numerosi studi precedenti avevano già osservato che le difficoltà relazionali possono portare a un peggioramento nella cura dei bambini: genitori più controllanti, meno coerenti nell'applicazione delle regole e sostanzialmente meno capaci di rispondere ai bisogni emotivi dei figli. Ma questa nuova ricerca fa un passo avanti, cercando di spiegare come e perché ciò accada.

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La sicurezza emotiva come fattore chiave

Gli studiosi si sono basati sulla teoria dell’attaccamento, che spiega come il senso di sicurezza in una relazione influenzi la capacità di gestire lo stress e restare emotivamente disponibili. Quando una persona si sente sostenuta dal partner, riesce a mantenere equilibrio anche nei momenti difficili. Al contrario, un conflitto persistente può compromettere questa sicurezza, generando due reazioni principali: l’evitamento emotivo (che si manifesta con chiusura e distacco) o l’ansia da attaccamento (preoccupazione e ipersensibilità).

Nel caso delle madri, è emerso che un’elevata conflittualità nella coppia abbassa nel tempo la percezione automatica di sicurezza nel partner. Questo cambiamento, spesso inconscio, si riflette negli anni successici con un un aumento delle pratiche educative più severe e, spesso, nocive per la crescita dei bambini, come le punizioni fisiche o l’uso della forza.

Madri più influenzate dei padri

Uno degli aspetti più rilevanti dello studio è che questi effetti non si osservano nei padri. Sebbene anche loro possano sviluppare ansia o evitamento emotivo a causa dei conflitti, questi cambiamenti non sembrano modificare il loro stile educativo.

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Secondo i ricercatori, una possibile spiegazione è che le madri, specialmente quando i figli sono piccoli, sono più coinvolte nella cura quotidiana e fungono da regolatrici emotive del nucleo familiare. Questo le rende più sensibili alle tensioni affettive e più inclini a far ricadere sul rapporto con i figli ciò che vivono nella relazione di coppia.

Cosa succede dentro, anche senza saperlo

Un elemento innovativo dello studio è l’utilizzo di test automatici – come il word-sorting, in cui i genitori devono associare rapidamente parole legate al partner – per misurare le percezioni inconsce. Questi strumenti hanno rivelato che le associazioni negative, anche non verbalizzate, possono predire un maggior ricorso a pratiche punitive.

Viceversa, le madri che sviluppano un evitamento consapevole (cioè che riconoscono di prendere le distanze emotive dal partner) tendono a ridurre l’uso di strategie educative più riflessive, come il dialogo e la spiegazione delle conseguenze di un comportamento scorretto.

bimbo triste

Limiti dello studio e prospettive future

Gli autori della ricerca sottolineano alcune limitazioni: i comportamenti educativi sono stati auto-riferiti dai genitori e non osservati direttamente, e il campione non era molto diversificato dal punto di vista socioeconomico e culturale. Inoltre, il test automatico di attaccamento ha mostrato una stabilità piuttosto bassa nel tempo, soprattutto tra i padri, lasciando il dubbio su su quanto abbia effettivamente riflettuto real i cambiamenti interiori.

Nonostante questi limiti, il lavoro è stato comunque salutato come un'interessante apertura a nuove strade per comprendere la connessione tra vita di coppia e genitorialità. Come ha spiegato uno degli autori, "i conflitti nella relazione non si fermano alla coppia: si ripercuotono anche sul modo in cui i genitori si relazionano ai figli". In particolare, lo studio invita a considerare anche le dinamiche inconsce che guidano il comportamento, accanto alle emozioni e ai pensieri dichiarati. Comprendere questi meccanismi può aiutare a costruire percorsi di sostegno più efficaci per le famiglie, in cui il benessere della coppia venga riconosciuto come una risorsa fondamentale per la crescita dei figli.

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