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I 4 consigli per trasformare il tempo davanti allo schermo in un’opportunità di crescita per i bambini

Due docenti della Wayne State University hanno recentemente pubblicato un articolo per aiutare i genitori a trasformare il tempo trascorso dai propri figli piccoli davanti allo schermo in un momento di crescita e vero apprendimento. Secondo le esperte, la partecipazione attiva e le continue domande possono infatti stimolare la curiosità dei bimbi ed evitare che l’attività digitale rimanga un’esperienza solamente passiva.
A cura di Niccolò De Rosa
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Nell'era digitale, i bambini sembrano essere sempre più coinvolti dai dispositivi elettronici, tanto da rendere lo schermo una parte integrante della loro vita quotidiana. Tuttavia, un uso eccessivo di media digitali può influire negativamente sullo sviluppo dei più piccoli, in particolare sulla comunicazione tra genitori e figli e sull'apprendimento del linguaggio. Questo però non significa che tablet e smartphone debbano essere totalmente banditi dalla vita dei bambini, anche perché le caratteristiche della quotidianità moderna rendono spesso simili tentativi del tutto vani e illusori.

Secondo due docenti della Wayne State University (USA), Erika Squires e Lucy (Kathleen) McGoron, l'attività digitale può infatti celare significative occasioni d'apprendimento, a patto ovviamente di sfruttarla nel modo corretto. Per questo motivo le ricercatrici hanno recentemente identificato alcune strategie che ogni genitore potrebbe adottare per ottimizzare il tempo trascorso dai bambini davanti agli schermi, trasformandolo in un momento educativo e ricco di opportunità di crescita.

Scegliere contenuti di qualità

Uno dei primi consigli delle esperte riguarda la selezione di contenuti di alta qualità. Non tutti i programmi televisivi o le app sono uguali: alcuni sono progettati specificamente per supportare lo sviluppo dei bambini. "Per trarre il massimo dal tempo davanti allo schermo, è fondamentale puntare su media educativi", si legge nell'articolo comparso sul sito The Conversation. Le loro raccomandazioni includono programmi pensati specificatamente per l'infanzia e che offrono contenuti mirati ad insegnare concetti scientifici in modo divertente e coinvolgente.

bimbi sugli schermi

Per le ricercatrici è infatti molto importante scegliere programmi adeguati all’età e assicurarsi che i contenuti veicolino un linguaggio adatto ai bambini, soprattutto per quei programmi che utilizzano tecniche educative come le "partecipatory cues" – dove i personaggi interagiscono direttamente con il pubblico – che stimolano una maggiore partecipazione attiva da parte dei bambini, facilitando l'immersione e l’apprendimento di nuove parole.

Partecipare alle attività digitali dei figli

Molto spesso il tempo trascorso con uno smartphone o un tablet viene automaticamente percepito come un momento da passare in solitaria. Tutto si consuma in quel piccolo riquadro luminoso, senza molte interazioni con il mondo circostante. Eppure, quando si parla di bambini, le esperte hanno sottolineato l’importanza di rendere tale esperienza un'occasione di condivisione con i propri figli.

Quando si guarda un programma, ad esempio, può essere molto utile interrompere la visione per fare domande, commentare i contenuti o semplicemente riflettere insieme. "Fermarsi per chiedere ai bambini cosa pensano o per modellare un linguaggio più complesso aiuta a rafforzare le capacità comunicative", affermano le due docenti. Inoltre, stimolare la curiosità su ciò che si sta guardando ("Sai come si chiama quell'oggetto?"; "Sai cosa significa quella parola che hai appena sentito?") o fare commenti sulle immagini appena fruite può arricchire notevolmente la conversazione e, di riflesso, aumentare le abilità comunicative dei più piccoli.

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Collegare lo schermo alla vita reale

Un altro punto chiave riguarda poi la connessione tra ciò che i bambini vedono sugli schermi e le esperienze della vita quotidiana. I bambini infatti imparano meglio quando i contenuti digitali sono legati alle loro esperienze reali. Per esempio, spiegano Squires e McGoron, durante la visione di un documentario sullo zoo, i genitori possono ricordare un’esperienza simile vissuta insieme: "Ti ricordi quando siamo andati allo zoo e abbiamo visto tutti quegli animali?".

Questo tipo di legame aiuta non solo ad arricchire il vocabolario, ma anche a sviluppare competenze cognitive come attenzione e memoria. "La ripetizione di parole in contesti familiari è essenziale per l’apprendimento dei bambini", hanno ricordato le due docenti .

genitori e figli sugli schermi

Valorizzare i momenti senza schermo

Infine, le esperte hanno suggerito di includere nella routine quotidiana dei momenti precisi che devono tassativamente rimanere senza schermo, come  il periodo pre-nanna o tutti i pasti della giornata. Simili appuntamenti, infatti, non solo rispondono a importanti esigenze fisiologiche che potrebbero essere disturbate dagli schermi – usare un tablet mentre si è a letto altera la qualità del riposo, così come ingozzarsi mentre si è "ipnotizzati" da uno schermo impedisce di gustare a dovere i sapori e ritarda il senso di sazietà – ma offrono anche un'imperdibile occasione di socialità. Mettersi a tavola senza dispositivi elettronici nelle vicinanze, significa infatti poter parlare con gli altri commensali, condividere esperienze e, per i più giovani familiarizzare con le regole non scritte della conversazione. Allo stesso modo, approfittare dei momenti precedenti al sonno per leggere una fiaba o fare il punto sulla giornata appena trascorsa insieme a mamma e papà, rafforza i legami tra figli e genitori e stimola le capacità cognitive e linguistiche dei bimbi

Sempre in quest'ottica, Squires e McGoron hanno ancora ricordato la necessità di dedicare almeno dieci minuti al giorno al gioco libero, in cui è il genitore che deve seguire l'iniziativa del bambino, senza distrazioni come telefoni o tablet. "Questo tipo di gioco, senza l’interferenza degli schermi, è un'opportunità preziosa per arricchire il linguaggio e la relazione genitore-figlio", hanno concluso.

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