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“Ho chiamato i soccorsi, perché l’emergenza ero io”: il racconto di una madre in burnout

Una madre americana ha chiamato il numero d’emergenza per trovare un attimo di respiro dalla pressione quotidiana di prendersi cura dei suoi quattro figli, di cui due diabetici. Il suo sfogo è diventato una testimonianza dell’urgenza di sostenere i genitori prima che giungano al burnout.
A cura di Niccolò De Rosa
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Credits: TikTok/@doubledoseofdiabetes/photo/7541574364710391095
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Era quasi l'ora di cena, ma nulla era pronto. I quattro figli reclamavano attenzioni, gli allarmi dei monitor glicemici continuavano a suonare e, da mesi, Kylie Grimes dormiva appena due ore di seguito. Con il marito al lavoro a mezz'ora da casa, si ritrovava sola a gestire un carico ormai ingestibile. Poi è arrivato l'episodio che ha fatto traboccare il vaso: il suo bimbo di undici mesi ha iniziato a soffocare dopo aver ingerito della terra da una pianta. Accertatasi che il piccolo non fosse in pericolo, Kylie si è sentita completamente svuotata. Il marito, Kyle, era a trenta minuti di auto, così ha deciso di chiamare il 911, il numero d'emergenza negli States. "Quando il centralino mi ha chiesto quale fosse l'emergenza ho risposto: sono io".

Dopo l'arrivo degli operatori, la madre ha spiegato di aver desiderato solo un minuto di pausa, di silenzio, di tregua dal terrore costante di sbagliare con due bambini la cui vita dipendeva dal monitoraggio continuo del diabete. Lo scatto della telecamera di sicurezza che ha ripreso i paramedici mentre la confortavano è stato poi postato su TikTok dalla stessa Kylie, per inviare un messaggio a tutti i genitori che, come lei, si sentono sopraffatti dalle responsabilità. "Il burnout dei caregiver, o come volete chiamarlo, è reale", ha scritto Kylie nella didascalia. "Ma ci sono così tante persone che lo hanno vissuto prima di me, e più a lungo di me, che meritano tutti quei biscotti e quegli abbracci".

Due diagnosi inaspettate

La storia della famiglia Grimes, che vive nello Utah, è diventata complessa in pochissimo tempo. Nell'aprile 2025 il figlio più piccolo, di appena sette mesi, è stato ricoverato per un'infezione respiratoria, seguita da settimane di malessere e frequenti episodi di vomito. In ospedale hanno così scoperto che i valori glicemici del bimbo erano altissimi. La diagnosi finale è stata diabete di tipo 1, rarissimo a quell'età. Il bambino è rimasto ricoverato per otto giorni e Kylie e i genitori hanno dovuto imparare dal personale sanitario come gestire un neonato diabetico, una condizione che richiede monitoraggio costante anche per le abitudini della donna, visto che il bebé si nutre ancora con il latte materno.

Nel nuovo equilibrio domestico, gli altri figli hanno trasformato i controlli glicemici in un gioco. Ed è proprio così che la famiglia ha scoperto che anche la sorellina di sei anni aveva valori completamente sballati. Per lei è arrivata una diagnosi di diabete di tipo 1 allo stadio 2, un livello precoce e silenzioso che raramente dà sintomi. "Abbiamo due casi-unicorno", ha raccontato Kylie al sito americano Today. La probabilità che due fratelli ricevano diagnosi così ravvicinate e in forme tanto diverse è infatti minima.

La vulnerabilità che diventa comunità

Per raccontare e condividere ciò che stava accadendo, Kylie ha aperto un profilo social. L'obiettivo dichiarato è quello di far sentire meno soli i genitori che si troveranno a vivere la stessa esperienza. Il video della notte della chiamata al 911 lo ha pubblicato settimane dopo. Aveva paura del giudizio, paura che qualcuno la ritenesse inadeguata. Eppure proprio quella vulnerabilità ha creato una comunità enorme attorno alla famiglia. "È stato un modo per capire davvero chi è presente", ha osservato il marito. "Non solo nei primi giorni, quando tutto è rumoroso e nuovo, ma mesi dopo, quando resta solo la fatica".

Imparare a chiedere aiuto

La chiamata al 911 non ha risolto subito granché. Kylie ha messo a letto i bambini come sempre, svegliandosi più volte nella notte per i controlli. Ma qualcosa, nel frattempo, era cambiato. La coppia ha capito che non poteva continuare a sostenere tutto da sola. Piccoli aiuti — come portare fuori la spazzatura o accompagnare i bambini a scuola — hanno iniziato ad alleggerire il quotidiano. Altri, invece, richiedono fiducia totale, come chiedere alla nonna di imparare a gestire le esigenze mediche di Noble.
"Il più grande sollievo", ha detto Kylie, "è stato non sentirmi più sola". Anche i piccoli gesti hanno iniziato a ricordarle che stava facendo del suo meglio e che, passo dopo passo, la famiglia avrebbe trovato un nuovo equilibrio.

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