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Farmaci in gravidanza, quali possono essere assunti? L’esperta: “Mai ricorrere al fai da te”

Durante la gravidanza l’assunzione di farmaci genera spesso dubbi e timori. La ginecologa Floriana Carbone del Policlinico di Milano ha approfondito la questione per Fanpage.it, spiegando come che esistano medicinali sicuri, come paracetamolo e penicilline, mentre altri possono essere rischiosi per il feto. In alcuni casi sono possibili rimedi naturali, ma sempre dopo consulto medico.
Intervista a Floriana Carbone
Ginecologa e responsabile della Pelvic Unit del Policlinico di Milano
A cura di Niccolò De Rosa
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Durante la gravidanza, l'assunzione di farmaci è uno dei temi che più preoccupa le future madri. Il timore di arrecare danni al feto porta spesso a rinunciare a cure necessarie o, al contrario, a ricorrere all’automedicazione senza la dovuta cautela. Su questo tema fa chiarezza la dottoressa Floriana Carbone, ginecologa e responsabile della Pelvic Unit del Policlinico di Milano, che a Fanpage.it ha spiegato quali farmaci possono essere utilizzati in sicurezza, quali invece vanno evitati e se esistono alternative naturali affidabili. "Il consiglio principale – ha affermato Carbone – è di ricorrere ai farmaci solo se strettamente necessario e sempre dopo aver consultato il medico. Mai affidarsi all'automedicazione o al sentito dire".

I farmaci consentiti in gravidanza

Ricorrere ai medicinali durante la gravidanza è consentito, tuttavia, poiché ciò che viene introdotto nel corpo di una donna incinta può ripercuotersi sullo sviluppo del feto, è bene assicurarsi di scegliere solamente farmaci compatibili con la gestazione. Esistono ad esempio molecole il cui profilo di sicurezza è ampiamente testato e che vengono utilizzate da decenni. "In caso di febbre o dolore, se la paziente non è allergica, il farmaco di riferimento è il paracetamolo, che può essere assunto in tutte le fasi della gravidanza sotto controllo medico", spiega la ginecologa. Tra gli antibiotici, invece, quelli più sicuri sono le penicilline, come l’amoxicillina, sempre su prescrizione. Rientrano nella categoria dei farmaci "permessi" anche l’acido folico e il ferro, fondamentali per prevenire eventuali carenze e sostenere lo sviluppo del feto.

Prima di assumere un farmaco durante la gravidanza è sempre bene consultare il proprio medico di riferimento
Prima di assumere un farmaco durante la gravidanza è sempre bene consultare il proprio medico di riferimento

La regola generale, ricorda Carbone, è preferire sempre i farmaci più studiati e utilizzati da tempo, perché non tutte le molecole hanno dati consolidati sul loro impiego in gravidanza. Per alcune categorie più recenti, come alcuni antibiotici o farmaci anti-ulcera, è quindi necessario un confronto con il medico per valutare rischi e benefici.

I farmaci da non assumere: i rischi per la salute

Oltre ai medicinali poco sicuri perché non adeguatamente approfonditi nei loro effetti sul feto, esistono poi categorie di farmaci che invece devono assolutamente essere evitate perché possono risultare pericolose per il bambino. "Tra i farmaci da usare con cautela c'è la categoria dei cosiddetti FANS, Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei, che comprendono l'ibuprofene e l'aspirina", ha spiegata Carbone. "Questi non devono essere assunti nel terzo trimestre perché possono interferire con la coagulazione, aumentare il rischio di emorragie e provocare la chiusura prematura del dotto di Botallo (che collega l'aorta e l'arteria polmonare, Ndr), un vaso fondamentale per la circolazione fetale".

Altri farmaci sconsigliati sono:

  • Le tetracicline – come la doxiciclina, molto usata in ambito odontoiatrico – che possono danneggiare lo sviluppo dei denti del feto.
  • Alcuni antiepilettici (acido valproico, fenitoina, carbamazepina), associati a malformazioni come la spina bifida.
  • I retinoidi derivati dalla vitamina A, usati contro acne grave e psoriasi, perché fortemente teratogeni.
  • Gli anticoagulanti cumarinici (come il warfarin), che nelle prime settimane possono provocare malformazioni al volto e, più avanti, pericolose emorragie.
  • Gli ACE-inibitori, usati per l’ipertensione, che possono danneggiare i reni del feto.

Vi sono poi quei farmaci che rientrano in terapie prolungate ma che, almeno per i nove mesi di gravidanza, non dovrebbero più essere assunti in modo da preservare la salute del feto. È il caso, ad esempio dei  farmaci psicotropi come benzodiazepine e sali di litio, la cui sospensione deve però essere valutata sulla base dei contesti clinici. "In questi casi – ha precisato l'esperta – è fondamentale un lavoro di squadra tra ginecologo e specialisti, per valutare se esistano alternative più sicure o, se non è possibile sospendere la terapia, ridurre al minimo dosaggio e tempo di utilizzo".

Alcuni farmaci possono compromettere il corretto sviluppo fetale
Alcuni farmaci possono compromettere il corretto sviluppo fetale

Rimedi alternativi ai farmaci: quali sono sicuri?

In una periodo delicato come quello della gravidanza, molte donne pensano che avvalersi ai cosiddetti "rimedi naturali" possa essere una soluzione valida per evitare ogni tipo di rischio. In realtà però, anche i prodotti naturali devono essere assunti con molta prudenza: "Bisogna fare attenzione a farmaci omeopatici ed erboristici, soprattutto nel primo trimestre, perché spesso mancano studi scientifici sui loro effetti", ha sottolineato la dottoressa Carbone. Va poi ricordato che anche i medicinali naturali e le erbe officinali possono risultare dannosi durante la gestazione: "Prodotti apparentemente innocui, come spray a base di propoli o oli essenziali, possono stimolare l’utero e aumentare il rischio di aborto". Altre piante medicinali evitare sono poi l'assenzio, il ginepro, il cannella, la menta e perfino la camomilla, che può dare reazioni allergiche.

Esistono però alternative considerate sicure e utili.

  • Lo zenzero contro la nausea, in tisana o aggiunto ai cibi.
  • La tisana alla menta piperita o al finocchio per il bruciore di stomaco.
  • Lo psillio e i semi di lino per regolarizzare l’intestino.
  • L'olio di mandorle dolci per la pelle.
  • Le tisane di malva o finocchio in caso di insonnia. "Meglio della camomilla", secondo la ginecologa.

Per migliorare l'assorbimento del ferro, Carbone segnala infine un rimedio casalingo: "La tisana di ortica con aggiunta di succo di limone può aiutare a integrare questo minerale"». Ad ogni modo, oltre al medico di riferimento, la dottoressa, attiva su Instagram con il profilo @dott.ssaflorianacarbone, ha ricordato la possibilità di rivolgersi a centri specializzati come il Centro antiveleni del Niguarda di Milano, il Centro Antiveleni dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il Policlinico Gemelli di Roma, il Centro Antiveleni di Firenze e l'Istituto Mario Negri di Milano.

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