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Crescere figli in Italia è un lusso: per ogni figlio servono quasi 160mila euro e le spese aumentano con l’età

Secondo l’Osservatorio Moneyfarm, attualmente crescere un figlio in Italia costa in media 156 mila euro, il 12 per cento in più rispetto al 2022. Le spese aumentano con l’età, arrivando a una media di 11.750 euro annui durante il periodo dell’adolescenza. Situazione ancora più complessa nelle grandi città, dove le spese per bambini e ragazzi pesano fino a un terzo del reddito familiare. Un carico che frena le nascite e impone nuove misure di sostegno.
A cura di Niccolò De Rosa
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In Italia, crescere e mantenere un figlio sta diventando un lusso che non tutti si possono permettere. Secondo l'ultimo report fornito dall'Osservatorio Moneyfarm, oggi accudire, nutrire, vestire e istruire un figlio, dalla nascita fino al compimento dei 18 anni, costa in media 156 mila euro, con un esborso annuo che supera gli 8.500 euro. Un aumento del 12 per cento (circa 16 mila euro) rispetto all'ultimo rilevamento del 2022 e– superiore perfino all'inflazione registrata nello stesso periodo (+9 per cento) e che fotografa una società dove per mettere su famiglia conta prima di tutto l'ampiezza del portafoglio.

La spesa che cresce con l'età

Secondo l'Osservatorio, l'ammontare complessivo dipende sicuramente dalle scelte e dalle disponibilità delle singole famiglie, anche se in ogni scenario analizzato il bilancio familiare tende sempre più ad appesantirsi con il crescere dell'età del figlio. Già prima della nascita, infatti, una coppia deve mettere in conto circa 5.000 euro per visite mediche, ecografie, corso preparto e corredo del neonato. Con l’arrivo del bambino, le spese si moltiplicano e continuano a crescere fino alla tarda adolescenza.

Secondo Moneyfarm, i costi medi per fascia d’età sono:

  • 0-3 anni: tra 11.700 e 27.000 euro, soprattutto per prodotti per la prima infanzia, nido o babysitter, lettini e passeggini.
  • 4-5 anni: tra 10.700 e 30.000 euro, con l’ingresso alla scuola dell’infanzia, mensa e prime attività extrascolastiche.
  • 6-11 anni: tra 31.500 e 46.000 euro, spinti da mensa scolastica, trasporti, doposcuola e attività sportive.
  • 12-18 anni: tra 75.000 e 109.700 euro, con un picco medio annuo di 11.750 euro nella fascia 15-18 anni. In questo periodo pesano molto l'istruzione e le crescenti necessità dei ragazzi in fatto di tecnologia, viaggi, corsi di lingua e ripetizioni.
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Le voci che incidono di più

Stando ai dato raccolti dall'indagine alimentazione, tecnologia e attività socioculturali rimangono le tre voci più impegnative in termini di spesa. Per nutrire un figlio fino alla maggiore età servono fino a 40.600 euro, circa 6.000 in più rispetto a tre anni fa. La tecnologia — computer, tablet e smartphone — incide per 8.500 euro, mentre le attività socioculturali, tra sport, corsi e campi estivi, pesano per 18.000 euro. In adolescenza emergono poi altre spese rilevanti: corsi di inglese fino a 3.700 euro annui, sport con costi simili, una paghetta che può arrivare a 4.500 euro e, per chi sceglie un’esperienza all’estero, fino a 16.500 euro per un solo anno scolastico.

La situazione nelle grandi città

A incidere sul bilancio è ovviamenye anche il luogo di residenza. A Roma crescere un figlio costa almeno il 20% in più rispetto alla media nazionale, mentre nell'ormai carissima a Milano il divario sale addirittura al 30 per cento. Qui, il reddito medio disponibile per famiglia si aggira intorno ai 34.800 euro l’anno, il che signifca significa che il mantenimento di un figlio può arrivare ad assorbire quasi un terzo delle entrate. In Lombardia, dove il reddito medio scende a 27.200 euro, la pressione è ancora più forte.

Risparmiare sui libri scolastici.

Famiglie numerose in difficoltà

In un simile contesto socio economico, le famiglie numerose sono quelle alle prese con le maggiori difficoltà. Nei nuclei con due o più figli si riesce infatti a risparmiare qualcosa soltanto nei primi anni di vita, grazie all'accortezza di sfruttare beni riutilizzabili come passeggini e lettini o a servizi condivisi come babysitter e auto. La maggior parte dei costi — cibo, istruzione, spese mediche — resta però individuale e poco alleggerita dai vari bonus e incentivi. Così, un secondo figlio pesa sul bilancio con un incremento stimato tra il 70 e l’80 per cento rispetto al primo. Non stupisce quindi che in Italia le famiglie numerose siano sempre più rare (secondo l'ISTAT, negli ultimi vent'anni la dimensione media è scesa da 2,6 a 2,2 componenti per nucleo familiare).

Il legame tra costi e calo demografico appare evidente anche nelle conclusioni dell'Osservatorio. Nel 2024 in Italia sono nati soltanto 370 mila bambini, contro i 390 mila del 2022, e il numero medio di figli per donna è sceso al minimo storico di 1,18. "Più spese si devono affrontare, meno una famiglia può permettersi di prendere alla leggera la scelta di avere un figlio", sottolineano gli analisti di Moneyfarm. Un trend che preoccupa non solo dal punto di vista sociale, ma anche per le conseguenze su mercato del lavoro e sistema previdenziale.

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