Cosa c’entra il cambiamento climatico con le assenze dei bimbi a scuola? Lo studio sul diritto allo studio negato

Si parla spesso delle conseguenze che il cambiamento climatico ha per noi e avrà per le generazioni dei bambini che verranno. Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, ha messo in luce però una conseguenza ancora inesplorata. I protagonisti questa volta sono gli studenti che, fin dalle elementari, potrebbero veder aumentare le proprie assenze dai banchi di scuola proprio a causa di quegli eventi climatici estremi, causati dal cambiamento climatico.
Il cambiamento climatico e le assenze degli studenti
Come ben sappiamo tornadi, cicloni, esondazioni, piogge torrenziali e grandinate, fenomeni atmosferici più o meno devastanti, sono qualcosa con cui dovremo sempre più imparare a fare i conti, a causa del cambiamento climatico ormai in atto. Sappiamo bene che questi eventi possono bloccare la vita lavorativa e privata di moltissime persone, ma i ricercatori dello Stanford Woods Institute for the Environment, capitanati dal professore di medicina Eran Bendavid, hanno voluto comprendere che impatto possono avere, in particolare i cicloni tropicali, sulla vita dei bambini delle elementari. Per comprenderlo hanno cercato di analizzare i dati scolastici di oltre 5.4 milioni di studenti, provenienti da 13 Paesi a basso o medio reddito, colpiti dai cicloni tropicali, che a causa del riscaldamento globale, sono destinati ad aumentare e ad essere sempre più intensi climatico, tra il 1954 e il 2010.
I risultati raccolti dal team hanno evidenziato una delle più tristi conseguenze, ancora inesplorate del cambiamento climatico: essere stati esposti a cicloni in età prescolare, dunque tra i 5 e i 6 anni, è associato ad una diminuzione del 2.5% della possibilità di iniziare la scuola primaria, se il territorio è abituato a questi eventi climatici devastanti, dell'8.8% se non lo è affatto.

Sono stati quasi 80.000 i bambini che negli ultimi vent'anni a causa di un ciclone si sono svegliati una mattina e hanno capito che la scuola per loro non sarebbe stata la priorità. Sommando i giorni persi da tutti gli studenti che in questi vent'anni nei 13 Paesi presi in esame, hanno visto le loro città colpite dall'evento climatico, si arriva a contarne un numero infinito: 1.1 milioni di anni di scuola persi a causa del cambiamento climatico. Le più colpite risultano sempre essere le bambine, a dimostrazione del fatto che il divario di genere esiste sin dall'infanzia. "Questo nei Paesi mediamente o poco sviluppati è molto grave, impedisce alle studentesse, fin da bambine, di realizzarsi, se non nella cura domestica delle propria abitazione" si legge dallo studio.
I ricercatori dunque hanno trovato conferma alla loro ipotesi testimoniando che il cambiamento climatico e i conseguenti cicloni sono in grado di impedire ai bambini di frequentare la scuola, e dunque di svilupparsi come individui."Completano le elementari con minor probabilità, spesso non si iscrivono alla scuola secondaria e registrano diversi anni in meno di scolarizzazione".
Come bisogna agire
Secondo i ricercatori sarebbe necessario agire nell'immediato con misure di prevenzione, di cui i Paesi già particolarmente toccati da questi eventi climatici estremi possono già godere. I luoghi che infatti sono più colpiti dai cicloni tropicali, per esempio hanno un minor numero di bambini che nei giorni successivi non si presentano a scuola. "È necessario poi studiare sempre più nel dettaglio l'impatto educativo del cambiamento climatico sui bambini per evitare che si alimenti un circolo vizioso fatto di povertà economica ed educativa".
I ricercatori hanno concluso dicendo che, dal momento che questi fenomeni saranno sempre più frequenti e diffusi sulla superficie terrestre, è necessario agire ora, per permettere ai bambini di oggi e adulti del domani, di istruirsi e diventare chi desiderano. Se lasciamo che il cambiamento climatico impedisca anche ai bambini di andare a scuola possiamo dire di aver fallito, concordano i ricercatori appellandosi ai grandi della Terra.