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Come crescono i figli oggi: un sondaggio rivela gli stili educativi preferiti dai giovani genitori

Secondo un sondaggio condotto su 2.000 genitori con figli 0-6 anni, i genitori di oggi tendono a non utilizzare un unico stile educativo, ma sperimentano diversi approcci per combinare empatia, conforto e disciplina. L’indagine ha anche palesato alcune differenze tra le madri e i padri appartenenti alla Gen Z e i Millenial: i primi sono risultati più flessibili e pragmatici, mentre i secondi appaiono più orientati all’aspetto emotivo della crescita.
A cura di Niccolò De Rosa
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Essere genitori oggi significa muoversi in un territorio in continuo cambiamento, dove le regole tradizionali non bastano più e ogni famiglia cerca la propria bussola educativa. Manuali, forum online, podcast e social hanno moltiplicato i punti di riferimento, creando un mosaico di teorie e consigli che, se da un lato arricchiscono, dall'altro sembrano sommergere d'informazioni le mamme e i papà moderni, rendendo ancora più complesso orientarsi sui modi migliore per crescere i propri ragazzi. Ogni giorno si sente parlare di "genitori "gentili", "pavoni", "spazzaneve", "medusa" o "faro", n lessico sempre più ricco che riflette la voglia di educare figli più consapevoli e felici. Ma tra tante definizioni, quali sono davvero gli stili che stanno prendendo piede tra i più giovani? A rivelarlo è una ricerca condotta da Talker Research che ha coinvolto 2.000 genitori statunitensi con figli tra 0 e 6 anni.

Il sondaggio ha mostrato come i padri e le madri di oggi – pur con alcune differenze tra i genitori Millenial e quelli appartenenti alla Generazione Z – tendano a non riconoscersi più in un unico modello educativo, ma preferiscano mescolare approcci diversi, adattandoli alle situazioni e alle esigenze dei figli. Più di otto genitori su dieci (85 per cento) hanno infatti dichiarato di essere convinti che non esista un metodo universale valido per tutti, e che in media ne utilizzano tre contemporaneamente. Tra i genitori si è però palesata anche una certa differenza generazionale, con i Millenial più attenti alle emozioni e i Gen Z sorprendentemente più pragmatici e decisi a preparare i bambini alla vita adulta.

Oltre la genitorialità gentile

Per molto tempo la cosiddetta "genitorialità gentile", basata sull'ascolto empatico e sul rifiuto della punizione come sistema educativa, ha goduto di parecchi estimatori tra genitori e pedagogisti. Eppure, sebbene sia stata la prima generazione a crescere con questo concetto, solo un terzo dei genitori della Gen Z (32 per cento) ha dichiarato di applicarla con costanza. Molti sembrano invece ritenere che tale approccio funzioni solo in determinate circostanze (43 per cento) e che vada integrata con altri stili educativi (39 per cento). I millennial, invece, continuano ad adottarla più frequentemente (41 per cento), ma anche loro tendono a bilanciarla con altre modalità.

Spezzare i cicli e guarire le ferite

Il dato più interessante riguarda la crescita della cosiddetta "rottura del ciclo" ("cycle-breaking parenting", scelta dal 37 per cento del campione), un approccio che mira a interrompere gli schemi familiari disfunzionali che gli stessi genitori hanno sperimentato durante la loro infanzia e punta a sanare le ferite dei traumi generazionali. Per la Gen Z questo modello diventa persino predominante (41 per cento), segno di una nuova consapevolezza che porta molti giovani genitori a non volere ripetere le ripetere dinamiche vissute nella propria infanzia.

bimbi empatici

Accanto alla rottura dei cicli, guadagnano terreno anche l'approccio indicato come "attaccamento parentale" (33 per cento), che punta sulla costruzione di legami emotivi profondi, e la genitorialità fondata sul rapporto causa-effetto (31 per cento), che preferisce affidarsi alle conseguenze reali delle azioni piuttosto che alle punizioni. Un esempio concreto arriva da un test incluso nello studio: di fronte a un bambino che butta a terra i prodotti di un supermercato, quasi la metà dei genitori (48 per cento) sceglierebbe di raccogliere insieme a lui gli oggetti spiegando l'errore, anziché mettersi a urlare e minacciare castighi severissimi. Si tratta dunque di un mix di empatia e responsabilizzazione che riflette la tendenza a unire approcci diversi.

Genitori sempre più "flessibili"

Lo studio mostra anche come i genitori alternino stili educativi a seconda delle circostanze. Il 70 per cento ha spiegato di scegliere il metodo in base alle caratteristiche del figlio, mentre quasi quattro su dieci hanno ammesso di cambiare atteggiamento se si trovano in pubblico, e un terzo addirittura in base alla tipologia di persone con cui si trovano in quel momento. Tale versatilità si riflette anche nelle priorità generazionali: la Gen Z punta soprattutto a preparare i figli al mondo reale (54 per cento), mentre i millennial privilegiano il sostegno emotivo ( per cento).

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Un'altra tendenza riguarda poi l'immagine che i genitori vogliono dare di sé. Quattro su dieci aspirano a essere percepiti come il "genitore divertente", ma solo il 26 per cento pensa di riuscirci davvero. Al contrario, pochissimi vorrebbero essere identificati come rigidi o severi (7 per cento), eppure uno su cinque ammette che questa è la percezione prevalente dei figli. Una discrepanza che riflette la difficoltà di trovare un equilibrio tra leggerezza e fermezza.

Le reazioni nelle situazioni quotidiane

Nelle simulazioni proposte dall'indagine, i comportamenti oscillano tra approcci diversi. Se un bambino fa i capricci in auto, il 44 per cento dei genitori spiega con calma i rischi, il 42 per cento preferisce fermare il veicolo finché non si calma, mentre un altro 40% rinvia la punizione al rientro a casa. È la dimostrazione pratica di quanto gli stili si mescolino: un po’'di genitorialità gentile, un po’ di logica causa-effetto, con venature di autorevolezza tradizionale. Non sorprende quindi che l'84 per cento affermi di aver modificato il proprio approccio man mano che i figli crescono.

Il ruolo della comunità educativa

Un dato significativo riguarda infine la coerenza educativa tra casa e scuola dell’infanzia: quasi l'80 per cento dei genitori vorrebbe che gli educatori adottassero stili simili ai loro. Eppure solo il 18 per cento dichiara di affidarsi concretamente al supporto degli insegnanti o delle strutture educative. Quasi la metà, invece, preferisce seguire l’istinto personale.  In definitiva, lo studio rivela un panorama in rapido mutamento: i genitori di oggi non si limitano a seguire una scuola pedagogica, ma costruiscono un mosaico di strategie, combinando empatia, disciplina e attenzione alle esperienze concrete.

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