Come comportarsi se i figli hanno i loro primi fidanzatini? Il parere della psicologa: “Niente panico”

Può sorprendere scoprire che un figlio in età da scuola primaria racconti di avere un fidanzatino o una fidanzatina. Ci si aspetterebbe di affrontare certi temi solo durante l’adolescenza, ma la realtà è che anche i più piccoli iniziano presto a esplorare le dinamiche affettive. Non si tratta di amore romantico nel senso adulto del termine, ma di un gioco, di un modo per comprendere sé stessi e gli altri. La professoressa Cher McGillivray, professoressa in psicologia dello sviluppo alla Bond University, in Australia, ha recentemente offerto utili spunti su come i genitori possano affrontare con serenità e consapevolezza queste prime “esperienze sentimentali”, in un contributo pubblicato sul sito The Conversation.
Un gioco per capire il mondo
Secondo McGillivray, è del tutto normale che i bambini in età scolare simulino relazioni affettive. Fingere di avere un fidanzato o una fidanzata è un gioco che rientra nella stessa categoria dei finti matrimoni in cortile o delle classiche recite di "mamma e papà". Attraverso queste attività, i bambini esplorano le emozioni, le regole sociali e le modalità con cui si costruiscono i legami. Questi comportamenti sono parte di un sano sviluppo emotivo: aiutano i più piccoli a esercitarsi nell’empatia, nella comprensione dell’altro e nella costruzione di legami affettivi, seppur immaginari.
L’influenza dei media e dei pari
Oltre all’istinto esplorativo, i bambini sono fortemente influenzati da ciò che vedono e sentono. Cartoni animati, film, fiabe, ma anche fratelli maggiori e compagni di classe, contribuiscono a creare modelli di relazione che i bambini possono poi replicare nel gioco. Una scena romantica vista in un cartone animato della Disney, può ad esempio ispirare un bambino a "mettersi insieme" a una compagna di classe.

Allo stesso modo, se in una classe tutti hanno un fidanzatino o una fidanzatina, un bambino potrebbe sentirsi spinto a fare lo stesso per sentirsi parte del gruppo. In questa fase dello sviluppo (tra i 5 e i 12 anni), come spiega anche lo psicologo Erik Erikson, i bambini iniziano a cercare approvazione non solo dagli adulti, ma anche dai coetanei. Avere un amico o un'amica da indicare come proprio fidanzato/a può quindi diventare una forma di accettazione sociale.
Impostare limiti sani
Sebbene questi comportamenti siano naturali, è fondamentale che avvengano entro confini sani e appropriati all’età. McGillivray sottolinea l’importanza di spiegare cosa significa consenso, già durante l’infanzia, adattando il linguaggio all’età del bambino. Per esempio, si può parlare del fatto che ogni persona ha diritto al proprio spazio e che nessuno deve fare qualcosa che non desidera, anche se si tratta solo di dare la mano o un abbraccio. Giochi che un tempo erano comuni, come l'acchiapparello seguito da un bacio, oggi sono considerati problematici, perché non rispettano il concetto di consenso. È importante che i bambini imparino fin da piccoli che affetto e gioco devono essere sempre basati sul rispetto reciproco.
Parlare apertamente, senza giudicare
Uno degli errori più comuni che possono fare i genitori è ridicolizzare o minimizzare i sentimenti del bambino. Reazioni come il sarcasmo o la rabbia rischiano di far sentire il bambino giudicato o "strano". Al contrario, un ambiente aperto e accogliente permette ai bambini di parlare senza vergogna o paura. Per incoraggiare il dialogo, si può chiedere: "Cosa ti piace di questo amico?" anziché focalizzarsi sull’etichetta di "fidanzato". Condividere aneddoti delle proprie amicizie d’infanzia può aiutare a normalizzare queste emozioni e a renderle più comprensibili.

Se poi un genitore nota comportamenti che sembrano inadeguati o eccessivi, può confrontarsi con gli insegnanti o i genitori dell’altro bambino, mantenendo però con un approccio sempre costruttivo e orientato al benessere di tutti. Partire lancia in resta e dare di matto per proteggere l'innocenza del proprio bimbo o della propria bimba può solo aumentare il livello di tensione e creare un clima poco sereno per adulti e bambini.
Un’opportunità educativa
Infine, McGillivray invita a considerare queste prime cotte come un’occasione per introdurre con naturalezza temi importanti come il rispetto, i sentimenti, il consenso e la gestione delle emozioni. Sono conversazioni che, se iniziate presto e portate avanti con calma e apertura, aiutano a costruire un futuro adolescente e adulto più consapevole delle proprie relazioni. In fondo, conclude l’esperta, "ciò che conta non è impedire ai bambini di esplorare i loro sentimenti, ma accompagnarli nel farlo in modo sicuro, rispettoso e affettuoso".