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Come approfittare dell’estate per avvicinare i bambini alla scienza: le 4 idee creative dell’esperta

Le materie STEM offrono grandi opportunità, ma restano spesso inaccessibili a chi proviene da contesti svantaggiati. Secondo una docente e ricercatrice americana, però, la chiusura della scuola e l’inizio delle vacanze estive possono offrire preziose opportunità per permettere ai genitori di stimolare l’interesse dei figli verso il mondo della scienza attraverso il gioco e la scoperta del mondo circostante.
A cura di Niccolò De Rosa
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Le materie scientifiche, spesso raccolte sotto l'acronimo STEMScience, Technology, Engineering e Mathematics – rappresentano uno dei pilastri formativi più promettenti del futuro. Competenze in questi ambiti non solo arricchiscono il bagaglio culturale dei ragazzi, ma sono sempre più richieste nel mondo del lavoro e offrono opportunità professionali ben retribuite e stabili. Eppure, nonostante la crescente centralità di queste discipline, l’accesso a percorsi di studio scientifici resta spesso un privilegio di pochi, poiché la carenza di strumenti adeguati, di tempo o di supporto da parte dei genitori rende difficile alimentare la curiosità verso queste materie. A questo si aggiunge un divario di genere: le bambine sono meno incentivate a immaginare un futuro nelle STEM, complice una cultura ancora fortemente segnata da stereotipi di ruolo.

In un simile contesto, la famiglia si trova pertanto a giocare un ruolo decisivo nello scardinare quell'aura di inaccessibilità che aleggia introno al mondom scientifico e secondo Amber M. Simpson, docente di Educazione Matematica alla Binghamton University di New York, l'inizio delle vacanze estive rappresenta una ghiotta occasione per trasformare l'apprendimento in un gioco divertente e coinvolgente. In un recente articolo pubblicato su The Conversation, la professoressa ha quindi elencato quattro strategie pratiche che ogni genitore può adottare per avvicinare i bambini alle STEM durante l'estate, anche senza competenze specifiche o costosi materiali.

Risolvere problemi in casa

Trovare un piccolo problema quotidiano e cercare di risolverlo insieme può essere un ottimo punto di partenza. È questo il primo consiglio di  Simpson, la quale ha invitato a "pensare come ingegneri" trasformando le difficoltà in sfide creative. Un esempio? Un bambino si accorge che il sapone liquido nel dispenser finisce troppo presto perché la cannuccia interna non arriva al fondo. Da qui nasce l’idea di progettare un nuovo erogatore capovolto. In questo tipo di attività – che passa dalla ricerca di soluzioni alla costruzione di un prototipo – si attivano inconsapevolmente concetti scientifici e matematici.

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Costruire una pista per biglie sulla spiaggia, ad esempio, implica riflessioni su altezza e velocità, cioè sul rapporto tra energia potenziale e cinetica. Anche con materiali semplici come scatole di cartone, cotton fioc o sassolini si possono affrontare – giocando – concetti di fisica e ingegneria.

Alimentare la curiosità

Secondo la docente americana, un potente motore dell’apprendimento è la curiosità spontanea dei bambini. Seguire i loro interessi personali può aprire la porta alla scienza senza forzature. A tal proposito Simpson ha riportato il caso di un ragazzo, oggi professionista STEM, che da piccolo si era appassionato alle coccinelle, osservandone decine in casa. Da lì partì una vera e propria indagine per capire cosa fossero, distinguere le specie e capirne il comportamento. In questi casi, il genitore può affiancare il figlio nella scoperta, senza pretendere di avere tutte le risposte, ma condividendo la voglia di capire insieme.

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Stimolare il pensiero critico

Anche fingere di non sapere può rivelarsi una strategia educativa. Simpson parla di "incertezze giocose", ovvero quelle situazioni in cui il genitore conosce la risposta a una domanda ma sceglie di non offrirla subito, lasciando spazio al ragionamento del bambino. Un esempio: "Come possiamo misurare la distanza tra due città su questa mappa?". Rispondere con un "Non lo so, tu che ne pensi?". permette al bambino di formulare ipotesi, mettere in moto il pensiero critico e sentirsi protagonista dell’apprendimento. Questo approccio non solo favorisce l’autonomia, ma aiuta a sviluppare abilità trasversali come la risoluzione dei problemi e la capacità di argomentare.

Portare le STEM nella vita quotidiana

Molti concetti scientifici e matematici vivono già nelle piccole decisioni di tutti i giorni. Calcolare porzioni per una cena numerosa, dividere un conto, pianificare spese: tutte occasioni per far entrare la matematica dalla porta di servizio. Una delle persone intervistate da Simpson racconta di aver imparato molto semplicemente ascoltando da piccolo le conversazioni dei genitori su bollette e bilanci familiari. "Quando sono arrivato al liceo – ha detto – avevo già una buona base per capire come funziona il mondo". Anche questo è educazione STEM: osservare, fare domande, collegare concetti astratti alla realtà. Un modo concreto per sviluppare competenze come il pensiero logico, la gestione del denaro e la capacità di prendere decisioni informate.

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