Come affrontare la bocciatura del proprio figlio e supportarlo nei migliore dei modi

La fine dell’anno scolastico è un momento atteso da molti studenti, simbolo di libertà e vacanze. Per alcuni però, l'arrivo delle pagelle può trasformarsi in un momento difficile da digerire, soprattutto se l'esito finale esprime una bocciatura che obbligherà a ripetere l'anno. Un evento che può rappresentare la prima vera delusione nella vita di un ragazzo o una ragazza. Per i genitori, non è semplice gestire le emozioni che ne derivano (sia le proprie che quelle dei ragazzi), tra dispiacere, preoccupazione e frustrazione. Ma proprio in questo momento è fondamentale saper offrire supporto, comprensione e strumenti concreti per ripartire.
La bocciatura può scatenare sentimenti di vergogna, senso di fallimento, rabbia, paura del giudizio altrui. Alcuni adolescenti si chiudono in sé stessi, altri si mostrano indifferenti, ma spesso è solo una difesa. In questi casi, i genitori possono fare la differenza, non tanto con lunghi discorsi o rimproveri, quanto con la loro presenza empatica e il loro sguardo lucido, capace di trasformare un inciampo in un’occasione di miglioramento.
Affrontare la bocciatura a scuola del proprio figlio: consigli utili
Davanti a una bocciatura, il ruolo dei genitori non è quello del giudice, ma del punto di riferimento. Serve mettere da parte la delusione e concentrarsi su come aiutare il proprio figlio a rialzarsi, comprendere cosa non ha funzionato e pianificare il futuro con maggiore consapevolezza. Gli errori sono parte del processo di crescita, non un'onta che ci marchia a vita: esserne consapevoli è il primo passo per gestire al meglio la situazione.

- Aiutalo a comprendere le cause, senza rimproverarlo: analizzare insieme ciò che non ha funzionato con obiettività e senza eccessi è il primo passo. C’erano difficoltà specifiche in alcune materie? Era mancato un metodo di studio? C’erano problemi personali o motivazionali? Trovare le risposte a simili quesiti aiuterà il ragazzo o la ragazza a razionalizzare l'accaduto ed, eventualmente, prendersi le proprie responsabilità.
- Supporto emotivo e comprensione: anche se si è delusi, è importante mettersi nei suoi panni. Mostrarsi disponibili all’ascolto, senza giudizio, lo aiuterà a sentirsi accolto e meno solo nel suo fallimento.
- Aiutalo a organizzare l’estate e il suo tempo: l'estate non deve essere vista solo come una punizione o un periodo di immobilità. Può essere un’occasione per recuperare, riflettere, coltivare passioni o semplicemente ricaricarsi. Costruire insieme un programma estivo può restituire senso e progettualità.
- Apertura al dialogo e valutazione di eventuali cambiamenti: forse quella scuola o quell’indirizzo non erano adatti. Parlarne apertamente, senza forzature, può portare a scelte più consapevoli per il futuro. In certi casi, cambiare ambiente o percorso può essere la svolta necessaria.
- Evitare punizioni: la bocciatura, di per sé, è già una conseguenza. Aggiungere ulteriori penalità rischia di inasprire il rapporto e non aiuta ad affrontare le vere cause della difficoltà.
- Lasciargli esprimere le proprie emozioni: piangere, arrabbiarsi, chiudersi temporaneamente: tutte reazioni possibili e legittime. Non bisogna minimizzarle o interromperle, ma accoglierle con rispetto, aiutandolo a elaborarle con il tempo.
Gestire la bocciatura del proprio figlio: gli errori da non fare
Nella gestione di una bocciatura, il modo in cui i genitori reagiscono può avere un impatto duraturo sul benessere e sull’autostima del figlio. È normale che un genitore voglia agire anche in modo deciso per spingere il figlio a invertire la rotta, tuttavia alcuni comportamenti, seppur in buona fede, possono peggiorare la situazione o lasciare segni profondi. In casi simili, la stella polare da seguire deve essere sempre una: se un comportamento non aiuta a prendere coscienza degli sbagli e non sprona a migliorare, allora è meglio evitarlo.

- Metterlo in punizione: punire i figli per i brutti voti o per una bocciatura non crea apprendimento né responsabilizza i ragazzi, perché non offre soluzioni per uscire dalla situazione che si è venuta a creare. Serve solo a frustrarli. Meglio costruire un dialogo che porti a una riflessione condivisa.
- Chiudersi nei suoi confronti: il silenzio, l’indifferenza o l’ostilità possono ferire profondamente. È importante restare presenti, anche nel disaccordo.
- Paragonarlo ad altri: fare confronti con fratelli, sorelle o amici non fa che alimentare insicurezze e senso di inadeguatezza.
- Far finta di niente: se vestire i panni del castigamatti non è quasi mai la scelta migliore per trattare una bocciatura, ignorare l’evento o minimizzarlo per timore di avvilire il ragazzo, non aiuta a elaborarlo. È invece necessario affrontarlo, con sensibilità e attenzione, per evitare che si ripetano gli stessi errori.
La bocciatura non è la fine del mondo, ma può diventare un’opportunità di consapevolezza, riorientamento e maturazione. Accompagnare i figli in questo percorso con empatia, pazienza e fiducia è il miglior modo per aiutarli a risalire, più forti e preparati.