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Come affrontare il distacco emotivo dei figli adolescenti: l’esperta spiega le tre fasi di separazione

Durante l’adolescenza il rapporto tra genitori e figli cambia profondamente: non si rompe, ma si trasforma per favorire l’indipendenza e ciò può anche comportare molti momenti di sconforto e tensione. Tra conflitti, silenzi e trasgressioni, un’esperta in materia ha recentemente spiegato sui social le fasi che scandiscono questo processo di trasformazione, aiutando i genitori ad affrontarlo con maggiore consapevolezza e riducendo i momenti di conflitto.
A cura di Niccolò De Rosa
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L'adolescenza è una fase delicata e potente, un passaggio necessario e spesso turbolento verso l’età adulta. È il momento in cui bambini e bambine, ormai cresciuti, iniziano a costruire la propria indipendenza affettiva, cognitiva e sociale. In questa trasformazione, il legame con i genitori cambia profondamente: non si tratta di ribellione gratuita, ma di una spinta naturale verso l’autonomia che però, non di rado, si traduce spesso in discussioni, limiti messi in discussione, comportamenti a rischio o in un aumento del tempo trascorso con amici o partner. Durante tale transizione, molti adulti sentono di essere improvvisamente diventati degli estranei nella vita dei propri figli, tuttavia questo atteggiamento, per quanto comprensibile, non è quello più giusto. In questi anni cruciali, infatti, il rapporto con figli non si spezza, ma si ridefinisce per favorire la naturale spinta verso l'autonomia degli adulti di domani.

Per chiarire meglio una fase di crescita che spesso lascia spiazzati tanto i figli quanto i genitori, in un video diventato virale sui social la psicologa clinica Lucie Hemmen ha individuato tre fasi attraverso cui gli adolescenti si "separano" emotivamente dai genitori. Un percorso che può essere difficile da accettare, ma che diventa più comprensibile se letto attraverso una lente evolutiva.

Il conflitto: tutto diventa una discussione

La prima fase è quella delle continue divergenze. "Molti genitori notano che intorno ai 13 o 14 anni ogni cosa diventa un litigio", racconta Hemmen. È il momento in cui i ragazzi iniziano a mettere in discussione le regole, cercando di affermare la propria opinione. In questa fase, la reazione degli adulti è fondamentale: mantenere la calma, evitare di rispondere con aggressività e dare spazio emotivo può fare la differenza. Anche la comunicazione non verbale – come la postura e il tono di voce – contribuisce a creare un clima più disteso.

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Il ritiro: quel silenzio che spaventa

Segue poi una fase di apparente chiusura: i figli si isolano nella propria stanza, parlano meno, preferiscono la compagnia degli amici. Un comportamento che può generare ansia nei genitori, ma che è spesso indice di un bisogno di autonomia e rappresenta quel momento fatidico nel quale i ragazzi costruiscono l'adulto che diventeranno, con le loro opinioni, i loro valori morali e le loro passioni.

Il consiglio di Hemmen dunque è quello di non vivere tutto ciò come un rifiuto personale. Anzi, è importante restare presenti, pur rispettando il bisogno di spazio. Frasi semplici e aperte – come "Ho notato che sei un po’ più silenzioso, se vuoi parlarne io ci sono" – possono aiutare a mantenere un filo di dialogo.

La trasgressione: esplorare i confini

L’ultima fase è quella in cui gli adolescenti iniziano a sfidare le regole. A volte in modo contenuto, altre in modo più marcato. "È una fase che può far paura – ammette Hemmen – ma ha un’intenzione positiva: esplorare il mondo, mettersi alla prova, capire dove sono i confini". È proprio sperimentando e, a volte, sbagliando che i ragazzi imparano a regolarsi e a conoscere sé stessi.

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