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Chi sono i genitori di “Tipo-C”, i meticolosi organizzatori che hanno imparato a fare pace con il caos

Tra rigore e flessibilità, emerge il profilo dei genitori di “tipo C”: mamme e papà naturalmente inclini all’organizzazione ma che hanno imparato ad accogliere l’imprevisto senza troppo stress. Un modello educativo sempre più diffuso, che abbandona la perfezione per privilegiare l’ascolto, l’empatia e l’autenticità nella relazione con i figli. E pazienza se per una volta si va a letto con la casa in disordine: l’importante è costruire ricordi preziosi che accompagneranno l’intera famiglia per gli anni a seguire.
A cura di Niccolò De Rosa
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Tra i mille impegni che ormai scandiscono la nostra quotidianità e le innumerevoli responsabilità che la cura dei figli comporta, essere genitori oggi è una sfida che spesso si gioca sul filo dell’equilibrio tra rigore e flessibilità. In questo scenario, emerge una nuova definizione che cesella con ironia e tenerezza la realtà di molte mamme e molti papà: quella dei genitori di "tipo C". Un’espressione nata sul web e diventata virale anche grazie ai video di Ashleigh Surratt, content creator americana, che da qualche tempo ha cominciato raccontare si social la vita di quei genitori che cercano di conciliare ordine e caos, struttura e spontaneità. Ma chi sono davvero questi genitori "tipo C"? E perché sempre più mamme e papà si riconoscono in questa categoria?

Tra A e B, spunta il tipo C

Per capire meglio il profilo del genitore di tipo C, bisogna prima spiegare questa particolare classificazione che negli ultimi anni ha preso piede negli Stati Uniti. Tale suddivisione ricalca i sistemi di catalogazione delle personalità utilizzate da psicologi e psichiatri, tuttavia si è diffusa online come un modo divertente per inquadrare alcuni comportamenti ricorrenti dei genitori, senza alcuna pretesa o validità scientifica.

Secondo l'utilizzo comune di questi termini, il genitore di tipo A risulta quindi essere una madre o un padre amante della pianificazione e della precisione, mentre il tipo B, viene identificato con uno stile ben più rilassato e poco incline alle regole. Il tipo C, invece, rappresenta una sintesi tra questi due estremi: è il genitore che ama l’ordine ma che ha imparato a conviverci anche quando la vita con i figli manda tutto all’aria. Ama i calendari colorati e gli orari precisi, ma non si abbatte se il programma della giornata salta all'ultimo per un imprevisto. Molto spesso in questa categoria raccontata dai reel della creator Surratt rientrano tutti quegli adulti che fino all'arrivo dei figli avevano sempre preferito essere organizzati ed efficienti, ma che con l'esperienza genitoriale hanno imparato a lasciarsi un po' andare per non stressarsi troppo dietro un irraggiungibile ideale di eccellenza.

Il valore dell’imperfezione

Questo tipo di approccio non nasce dal caso, ma spesso è frutto di una scelta consapevole. Molti genitori di tipo C sono cresciuti in ambienti molto rigidi e ora desiderano offrire ai propri figli un’educazione più equilibrata, dove regole e ascolto emotivo convivono. Altri ancora stanno elaborando il proprio rapporto con il perfezionismo, imparando a lasciarlo andare in favore di una genitorialità più autentica.

Secondo Cheryl Groskopf, terapeuta familiare che ha affrontato l'argomento sul sito Parents, questi genitori hanno "standard elevati ma aspettative realistiche". Credono nell’importanza di routine e confini, ma sanno anche che i bambini hanno bisogno di flessibilità e comprensione. "Sono i genitori che ti mettono a letto alle otto di sera, anche se con il pigiama al contrario perché la biancheria è ancora nel cestello. E va bene così", spiega Groskopf.

Struttura e flessibilità: un equilibrio possibile

Nel quotidiano, il genitore di tipo C ama mantenere una routine serena e rassicurante, fatta di storie e canzoncine per favorire il sonno del piccolo, ma non si fa problemi ad accogliere nel proprio letto un bambino che ha bisogno di conforto, purché non diventi la norma. Anche la casa rispecchia questo equilibrio: tutto è generalmente in ordine, ma se una sera i giochi restano sparsi sul pavimento dopo una giornata particolarmente faticosa, va bene anche rimandare al giorno dopo il momento per riordinare tutto.

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Se però tale approccio può contribuire a migliorare la qualità della vita di mamme e papà, anche i bambini possono trarne qualche beneficio. Questo stile di genitorialità, infatti, favorisce nei bambini un senso di sicurezza unito alla possibilità di esprimere liberamente le proprie emozioni, lascia spazio al gioco non strutturato, al dialogo e alla condivisione di momenti semplici, come guardare un film o godersi un pomeriggio insieme senza l'ansia di dover stare dietro a mille impegni e incombenze.

Perché tanti si riconoscono in questo modello

Il successo del modello "tipo C" sta anche nella sua autenticità. È uno stile che rispecchia la vita reale, dove tra lavoro, figli e imprevisti quotidiani, mantenere il controllo su tutto è impossibile. Ma accettare questa imperfezione può essere liberatorio.

In un mondo che spesso impone standard irraggiungibili, il genitore tipo C si concede il lusso – e la responsabilità – di essere semplicemente "abbastanza bravo". Come sottolinea ancora Groskopf, questo approccio appare come "un mix di struttura intenzionale e flessibilità emotiva, che rappresenta la vera essenza di una genitorialità sana: non perfetta, non disinteressata, ma capace di crescere bambini autonomi e fiduciosi".

Essere genitori tipo C, insomma  non significa rinunciare all’educazione o abbassare l’asticella, ma piuttosto scegliere di costruire un legame con i figli che poggi su regole sensate, ma anche su ascolto, empatia e libertà. Un modo di essere che può sembrare disordinato a tratti, ma che nella sua imperfezione trova una forma tutta sua di armonia.

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