video suggerito
video suggerito

Annegamento nei bambini: come intervenire e cosa fare

Con l’estate aumenta il rischio di annegamento nei bambini, anche in pochi centimetri d’acqua. Bastano pochi secondi e la distrazione di un adulto. Sorveglianza costante, uso corretto dei dispositivi galleggianti e insegnamento del nuoto sono fondamentali per prevenire. In caso d’emergenza, agire subito e correttamente può salvare una vita. Ecco cosa fare e cosa evitare.
A cura di Niccolò De Rosa
4 CONDIVISIONI
Immagine

L’annegamento è tra le principali cause di morte accidentale nei bambini sotto i cinque anni. Ogni anno, in Italia si registrano circa 330 decessi per annegamento, e, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, il 12 per cento di essi riguardano minori sotto i 18 anni. L'incidente può verificarsi in pochi secondi in piscina, in mare, ma anche in meno di 20 cm d’acqua. In questi casi, l’intervento tempestivo è cruciale. Se si sospetta un episodio di annegamento, è fondamentale chiamare subito i soccorsi al 112 (Numero Unico di Emergenza) o al 118. Qualora vi fosse la possibilità può essere utile anche allertare il bagnino o il presidio di pronto soccorso locale.

In questi casi l'errore più grave è farsi prendere dal panico: quando un bimbo è in pericolo è importantissimo mantenere la lucidità per agire correttamente. Evitiamo pertanto gesti istintivi ma dannosi, come sollevare bruscamente il bambino senza verificarne le condizioni, o cercare di farlo vomitare. Anche l’idea di "aspettare e vedere" è pericolosa: in caso di annegamento, anche lieve, il bambino deve essere sempre visitato rapidamente da un medico.

Cosa fare in caso di annegamento dei bambini

In presenza di un possibile annegamento, è importante seguire questi passaggi:

  • Allertare immediatamente i soccorsi chiamando il 112 o il 118, fornendo indicazioni precise sul luogo.
  • Estrarre il bambino dall’acqua con la massima delicatezza, facendo attenzione alla testa e alla colonna vertebrale se si sospetta una caduta.
  • Verificare se il bambino è cosciente: parlare, scuotere leggermente, osservare se respira.
  • Se non respira, occorre iniziare subito la rianimazione cardiopolmonare (RCP): cinque ventilazioni (la cosiddetta respirazione bocca a bocca), poi eseguire con entrambe le mani 30 compressioni sul petto del bambino, alternate a due ventilazioni, continuando fino all’arrivo dei soccorsi.
  • Se non respira, bisogna sistemarlo in posizione di sicurezza (sul fianco), tenendolo al caldo e monitorandolo.

Portare il bambino in ospedale anche se sembra stare bene: l’acqua nei polmoni può danneggiare le vie respiratorie e causare serie complicazioni anche ore dopo l’evento (annegamento secondario, anche conosciuto come "annegamento a secco").

Le manovre di primo soccorso per espellere l’acqua dai polmoni possono salvare la vita del bambino
Le manovre di primo soccorso per espellere l’acqua dai polmoni possono salvare la vita del bambino

Annegamento dei bambini: cosa evitare

In caso di emergenza, è essenziale evitare comportamenti rischiosi che possono aggravare la situazione:

  • Non perdere tempo: ogni secondo è prezioso, non bisogna aspettare e sperare che il piccolo si riprenda da solo.
  • Non sollevare il bambino per i piedi nel tentativo di far uscire l’acqua: è inutile e potenzialmente pericoloso.
  • Non cercare di far vomitare il bambino: si rischia di aggravare l’eventuale ostruzione delle vie aeree.
  • Non improvvisare manovre di rianimazione se non si è sicuri di come procedere: seguire le indicazioni del 112 o affidarsi a chi è formato in procedure di  primo soccorso.

Prevenzione: come evitare che accada

La prevenzione rappresenta lo strumento più efficace per salvaguardare la sicurezza dei piccoli bagnanti. Ovviamente, la sorveglianza da parte dei genitori o delle figure adulte di riferimento (bagnini, educatori dei centri estivi ecc…) rappresenta la condizione imprescindibile per ogni giornata passata in spiaggia o in piscina. Se non adeguatamente controllati, anche i bambini con i braccioli o più abili nel nuoto possono ingerire accidentalmente quantità insidiose di acqua a mettersi in pericolo.

La bandiera rossa che sventola sulla spiaggia indica la presenza di un mare troppo mosso per una balneazione sicura
La bandiera rossa che sventola sulla spiaggia indica la presenza di un mare troppo mosso per una balneazione sicura

Altre buone norme da rispettare sono:

  • Evitare il bagno in mare agitato o con correnti forti, anche se il bambino sa nuotare.
  • Prestare attenzione ai cartelli che potrebbero segnale eventuali pericoli o divieti, nonché osservare sempre il colore delle bandiere sui litorali (bianca: nessun pericolo; gialla: attenzione al mare mosso; rossa: balneazione pericolosa a causa del mare molto mosso)
  • Dotare il bambino di dispositivi di galleggiamento sicuri e omologati, ma senza mai considerarli sostitutivi della supervisione di un adulto.
  • Insegnare a nuotare ai bambini il prima possibile, preferibilmente con istruttori qualificati, per farli sentire sicuri ma anche consapevoli dei rischi.
  • Recintare piscine private, chiudere l’accesso a pozzi, fontane o vasche se incustodite.
  • Non distrarsi con il telefono o altro mentre il bambino è in acqua: bastano pochi secondi di disattenzione.

La prevenzione è il salvagente più efficace. Ma se qualcosa dovesse andare storto, conoscere le corrette manovre di primo soccorso può fare la differenza tra la vita e la morte. Per questo tutte le istituzioni più autorevoli, dalla la Società Italiana di Pediatria alla Società Italiana di Salvamento raccomandano a tutti i genitori e caregiver di formarsi sulle tecniche di rianimazione cardiopolmonare, un investimento che può salvare una vita.

4 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views