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Alcuni tipi di grassi possono scatenare un’aggressiva forma asma nei bambini: la scoperta in un nuovo studio

Un nuovo studio americano ha scoperto che alcuni grassi saturi, presenti nei cibi industriali e nei grassi animali, possono innescare una forma di asma difficile da trattare, indipendente dall’obesità. Al contrario, grassi “buoni” come l’acido oleico sembrano avere un effetto protettivo.
A cura di Niccolò De Rosa
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Un nuovo studio condotto dal Children’s Hospital of Philadelphia (CHOP) ha svelato un legame finora poco chiaro tra alimentazione e asma. I ricercatori hanno scoperto che alcuni grassi presenti nei cibi industriali e negli alimenti ricchi di grassi animali non solo favoriscono l’obesità, ma possono anche innescare un'infiammazione polmonare simile a quella tipica dell’asma.

L'indagine, i cui risultati sono stati pubblicati su Science Translational Medicine, è partita da un'osservazione clinica: l'asma neutrofilica, una forma meno comune ma più aggressiva della malattia, risultava spesso associata all'obesità infantile. A differenza dell'asma allergica, scatenata da allergeni come polvere o polline, questa variante è innescata da proteine batteriche e microbiche, risponde meno alle terapie tradizionali ed è più incline a richiedere ricoveri ospedalieri. Tuttavia, alcuni bambini non obesi ne erano ugualmente colpiti. Da qui l'intuizione che non fosse solo l'eccesso di peso a giocare un ruolo chiave. "Molti sospettavano che l’obesità fosse la causa di questa forma di asma, ma osservavamo casi anche in bambini normopeso", ha spiegato David A. Hill, autore principale dello studio. "Abbiamo quindi ipotizzato che potessero esserci meccanismi legati alla dieta, indipendenti dall’obesità".

Il ruolo dei grassi alimentari

Gli studiosi hanno concentrato l'attenzione sui macrofagi polmonari, ossia quelle cellule immunitarie che, "inglobando" batteri e agenti esterni, regolano le risposte infiammatorie. Attraverso modelli sperimentali, hanno osservato come determinati acidi grassi saturi, in particolare l'acido stearico – comune nei grassi animali e nei cibi ultraprocessati – si accumulassero nei macrofagi, peggiorando l’infiammazione delle vie aeree. Al contrario, l'acido oleico, un grasso monoinsaturo molto presente, ad esempio, nell'olio d’oliva, mostrava un effetto protettivo, riducendo l'attività infiammatoria. Questo contrasto ha dunque suggerito come non tutti i grassi abbiano lo stesso impatto sulla salute respiratoria.

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Nuove prospettive terapeutiche

Oltre a individuare il ruolo di alcuni lipidi, i ricercatori hanno dimostrato che bloccare specifici mediatori infiammatori, come la citochina IL-1β o la proteina IRE1⍺, poteva ridurre significativamente l'infiammazione indotta dall'acido stearico. Una scoperta che apre scenari interessanti: farmaci già esistenti, oggi usati per altre condizioni, potrebbero essere ripensati anche per questa forma difficile di asma.

"L'asma è una delle malattie croniche più comuni nei bambini e non sempre una sola terapia è efficace per tutti", ha sottolineato Lisa Young, coautrice dello studio e responsabile della Divisione di Pneumologia pediatrica al CHOP. "Questi risultati dimostrano che la dieta può influenzare direttamente alcune varianti di asma e ci offrono nuove strade per intervenire, sia attraverso l'alimentazione, sia con trattamenti più mirati".

Lo studio sembra dunque confermare quanto il legame tra cibo e salute vada ben oltre il peso corporeo. Un bambino che segue una dieta ricca di cibi industriali, fritti o grassi animali può essere esposto a un rischio maggiore di sviluppare infiammazioni respiratorie, anche senza essere obeso. Allo stesso tempo, la scelta di grassi più salutari, come quelli contenuti nell'olio d'oliva o nella frutta secca, potrebbe contribuire a proteggere i polmoni.

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