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Un italiano su due accetterebbe taglio alla pensione per andarci prima

Sondaggio Confesercenti sui potenziali beneficiari delle misure di flessibilità in uscita dal lavoro. Ben il 44% disposto ad un taglio in pensione per lasciare posto ai giovani.
A cura di Antonio Palma
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Dei possibili beneficiari delle misure di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro ipotizzate del governo, ben uno su due sarebbe disposto ad accetterebbe un taglio all'assegno pensionistico pur di andare prima in pensione. Non solo, molti rinuncerebbero a parte della pensione più volentieri se il loro posto fosse preso da un giovane. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Swg per Confesercenti su un campione dei circa due milioni di potenziali beneficiari. Se il 49% degli intervistati ha affermato di poter rinunciare tranquillamente a qualcosa nella pensione, ovviamente le cose cambiano con l'aumento della riduzione dell'assegno pensionistico. Solo il 2% infatti accetterebbe questo "scambio" senza se e senza ma, ma solo il 5% sarebbe disposto a subire un taglio dell'assegno fino al 15%. Nel mezzo c'è il 30% che si dichiara disposto ad accettare solo se una riduzione non superiore il 5%, mentre il 12% accetterebbe anche una decurtazione fino al 10%.

Divisione netta anche sul fronte alla proposta del Governo di sostituire l'anticipo della pensione con un periodo di part-time del lavoratore, seguito da un assegno previdenziale ridotto. L'ipotesi però interessa solo il 38%, la stessa quota di chi si dice non interessato, mentre quasi un pensionando su quattro (il 24%) rimane incerto. La percentuale delle persone disposte a rinunciare a qualcosa in pensione sale invece al 44% in caso di staffetta generazionale, cioè se sapessero in anticipo che il loro posto di lavoro sarebbe affidato ad un giovane. "Il problema della flessibilità previdenziale si lega a doppio filo con quello dell'occupazione giovanile. Una relazione che per gli italiani è chiarissima", ha sottolineato infatti Mauro Bussoni, Segretario Generale Confesercenti presentando la ricerca.

"Bisogna cercare di sacrificare il meno possibile il lavoratore anziano uscente. Per questo Confesercenti ha messo a punto una proposta di staffetta generazionale che prevede, per i lavoratori anziani vicini alla pensione che scelgono il part time, di non vedersi ridurre né lo stipendio né i contributi, in cambio dell'assunzione nella stessa impresa di un lavoratore giovane" ha spiegato Bussoni, concludendo: "Il tutto senza incidere sulla fiscalità generale, ma prevedendo un ampliamento della solidarietà espansiva che è sostenuta esclusivamente con le risorse versate dalle imprese al Fondo integrativo salariale ed ai Fondi di formazione continua. Stimiamo che questo tipo di staffetta generazionale, se applicato alle imprese tra i 6 ed i 50 dipendenti del commercio, del turismo e del terziario potrebbe permettere l'ingresso nel mondo del lavoro ad almeno 100mila giovani".

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