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Thyssen, torna l’utile e rispunta il dividendo per gli azionisti

Mentre per l’Ast di Terni continua il braccio di ferro con i sindacati, il gruppo tedesco torna in utile e propone dividendo per gli azionisti.
A cura di Antonio Palma
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Mentre in Italia si discute ancora sul futuro dell'Ast, le Acciaierie speciali Terni, i conti del gruppo tedesco che controlla l'azienda dell'acciaio tornano in attivo. La Thyssenkrupp infatti per la prima volta dopo tre anni di perdite ha chiuso in utile l'esercizio 2013/2014. Nel dettaglio dei conti si scopre che per l'anno appena trascorso il risultato netto dell'azienda è stato positivo per 210 milioni di euro, contro il rosso di 1,44 miliardi dell'anno prima, mentre i ricavi sono cresciuti del 4% a 41,3 miliardi. A questo punto dopo tre anni il gruppo tedesco dell'acciaio tornerà a remunerare i suoi azionisti con un dividendo. Anche alla luce di questa inaspettata performance, infatti, il consiglio di amministrazione di Thyssenkrupp ha proposto di distribuire nuovamente un dividendo, pari a 0,11 euro per azione. Una buona notizia per gli azionisti visto che l'ultimo dividendo era stato pagato per l'esercizio 2010/2011.

Il ceo di Thyssen

"L'anno 2013/14 ha segnato un punto di svolta nel nostro sviluppo", ha dichiarato in una nota il ceo di Thyssen, Heinrich Hiesinger, dopo la diffusione dei risultati di bilancio. Riguardo al dividendo, l'ad ha tenuto a sottolineare la somma minima spiegando che si tratta solo di un segnale agli investitori. "Siamo ben consapevoli che questo dividendo proposto non è altro che un segnale per i nostri azionisti" ha dichiarato Hiesinger che è stato rinnovato in carica per altri cinque anni, fino al 2020.

Il caso dell'Ast di terni

Per quanto riguarda l'Ast, invece, l'amministratore delegato dell'azienda, Lucia Morselli, conferma "l'intenzione di mantenere l'integrità del sito produttivo di Terni, escludendo qualsiasi ipotesi di smantellamento di impianti". In un messaggio ai lavoratori l'ad spiega che "nei prossimi due esercizi saranno in funzione entrambi i forni" i quali, se si arriverà a un "ragionevole livello di profittabilità" e se "il mercato ne giustificherà l'utilizzazione", "continueranno ad operare insieme". "Per questo è essenziale che nel corso dei prossimi due esercizi venga fatto ogni sforzo per raggiungere i necessari livelli di efficienza ed i conseguenti livelli di risparmio di costi che sono stati fissati in una riduzione di circa euro 100 milioni" conclude la nota. Tra le riduzioni anche l'esubero di 290 dipendenti e una riduzione dell'onere del contratto integrativo per chi resta pari a circa 14 milioni di euro.

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