Il futuro dell’AI è umanocentrico: a Roma il dibattito sulle sfide e le opportunità dell’intelligenza artificiale

Al Fanpage Rumore Festival si è parlato di temi urgenti, e quello sull’etica applicata alle nuove tecnologie è stato uno dei dibattiti più sentiti. In un momento storico in cui l’AI sta ridefinendo anche il mondo del lavoro, è sempre più evidente quanto sia necessario saper trainare il progresso mettendo al centro le persone.
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A cura di Ciaopeople Studios
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Negli ultimi anni le intelligenze artificiali sono passate dall’essere una tecnologia futuristica a uno strumento utilizzato ogni giorno da chiunque, anche senza accorgercene. Dai motori di ricerca che sintetizzano le risposte che cerchiamo, agli algoritmi dei social network che decidono per noi quali contenuti guarderemo, l’AI è una presenza sempre più concreta nelle nostre vite. Un cambiamento tecnologico silenzioso nella sua introduzione, eppure mastodontico nelle ripercussioni socio-economiche, che deve portare con sé domande importanti: come utilizzare queste tecnologie per supportare le persone anziché sostituirle? Chi deve assumersi la responsabilità dei loro errori? E ancora, quali sono le prospettive sul futuro a medio e lungo termine?

A parlarne sul main stage del Fanpage Rumore Festival, due giorni di dialogo e condivisione che si sono tenuti all’Acquario Romano il 4 e il 5 ottobre scorsi, è stata Alessandra Fidanzi Head of Data, AI & Agile Experience Center of Excellence di Eni – insieme ad Elisabetta Rosso di Innovazione Fanpage.

Durante il panel, Fidanzi ha sottolineato che l’Intelligenza Artificiale ha innanzitutto creato nuove opportunità per il genere umano, e questo vale anche nell’ambito lavorativo. Sono tante le nuove figure professionali di cui avremo sempre più bisogno. Ingegneri, data scientist, prompt designer e AI specialist sono solo alcune di quelle che daranno nuova linfa al mercato del capitale umano. E se alcuni ruoli scompariranno o si trasformeranno o altri ancora non verranno toccati, allo stesso tempo altri nasceranno, e la componente umana avrà ancora più valore. Il “tocco umano”, insomma, non potrà essere sostituito.

Anche se si parla spesso di intelligenza artificiale generativa, l’AI può essere anche predittiva, cioè occuparsi di monitorare macchinari o analizzare i dati per anticipare malfunzionamenti e programmare manutenzioni. Capacità che tornano utili nella gestione delle aziende: “Nei nostri impianti ci sono tool che permettono di capire se il funzionamento di un impianto è corretto e predicono i valori delle prossime settimane, permettendoci quindi di intervenire per tempo”, ha sottolineato Fidanzi. L’AI connette anche le persone all’interno di Eni: grazie a una mappatura delle competenze interne i lavoratori riescono a ottimizzare i processi aziendali e amplificare le proprie conoscenze, abbattendo le barriere geografiche.

Nel corso del dibattito si è parlato anche di responsabilità condivisa tra gli sviluppatori dell’AI e i suoi utilizzatori, ponendo l’accento sulla formazione (fuori e dentro le aziende) e sullo sviluppo di un pensiero critico, capacità necessaria per poter utilizzare al meglio queste nuove tecnologie senza cadere in bias e allucinazioni. Fondamentale poi per chi la sviluppa è la trasparenza: i dati che utilizza e le fonti che la alimentano.

“Ci sono tre best practice che possiamo utilizzare in relazione all’AI: creare competenze trasversali nelle persone, curare non solo l’eccellenza scientifica dei modelli generativi, ma anche l’esperienza di utilizzo nel quotidiano, e infine vedere l’Intelligenza Artificiale come uno strumento che può supportarci nel lavoro e trasformare il modo stesso in cui lavoriamo” ha concluso Alessandra Fidanzi.

In definitiva quello che ci aspetta non è un futuro “artificiale” se sapremo rimanere umani nell’utilizzo dell’AI, e questo è chiaro quando parliamo di tecnologia umanocentrica, una tecnologia che diventa estensione della nostra intelligenza senza sostituirla.

Ed è questo il futuro verso cui sta andando Eni, con una visione lungimirante che l’azienda sintetizza così: “L’approccio è quello di un ecosistema sinergico tra persone e macchine, dove l'Intelligenza Artificiale diventa uno strumento a supporto della nostra conoscenza, amplifica e moltiplica le capacità di ognuno di noi, in modi prima inimmaginabili.”

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
Eni
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