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Strage Parigi, a Bruxelles 5 fermi. Salah dopo gli attacchi piangeva: “Non traditemi”

Mentre proseguono le indagini della polizia belga, nuovi dettagli sulla fuga dell’attentatore di Parigi Salah Abdeslam emergono dal racconto degli amici che lo aiutarono.
A cura di Antonio Palma
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La notte degli attentati di Parigi del 13 novembre scorso Salah Abdeslam, l'unico attentatore ancora in fuga, "era come un bambino di 12 anni che piangeva al telefono al punto da far pietà". È quanto avrebbe raccontato negli interrogatori davanti agli inquirenti fiamminghi Hamza Attou, uno degli amici che Salah chiamò la notte della strage di Parigi dopo gli attentati per farsi recuperare e farsi riaccompagnare in Belgio. "Piangeva e gridava raccontando quello che era successo , ci ha detto che aveva commesso gli attentati di Parigi, che era la decima persona a compiere questi attentati" avrebbe raccontato Hattou secondo i giornali belgi. Sempre secondo quanto rivelano i media locali, Attou avrebbe rivelato che Salah, che doveva farsi esplodere come gli altri ma non lo ha fatto, era in preda al panico mentre si trovava in auto sulla strada verso Bruxelles ribadendo in continuazione "non mi tradire".

"Diceva che se non l'avremmo portato avrebbe fatto esplodere l'auto, ci minacciava" ha raccontato l'uomo alla polizia confermando la versione dell'altro protagonista della fuga di Salah Abdeslam, Mohammed Amri. I due infatti hanno sempre sostenuto di essere stati costretti ad aiutare l'uomo da un misto di minacce e appelli all'amicizia da parte di Salah. L'attentatore aveva appena sparato e contribuito a uccidere quasi 90 persone all'interno del Bataclan, ma ancora non era collegato all'attentato. Per questo secondo i media francesi, durante i controlli dell'auto ai posti di blocco l'auto con Salah e gli altri due non fu bloccata.

Intanto le indagini delle forze di polizia però si stanno concentrando proprio sui partecipanti indiretti agli attentati di Parigi. Gli inquirenti belgi cercano di ricostruire la rete logistica attorno agli attentatori che ha permesso loro di organizzarsi. Nell'ambito delle indagini su un nuovo "sospetto importante" che avrebbe coordinato gli attentati di Parigi dal Belgio, infatti la polizia locale ha fermato cinque persone. Lo scopo è quello di ottenere tutti i dettagli per incastrare chi abbia preso parte alle decine di contatti telefonici registrati fra la capitale francese e Bruxelles la notte degli attentati, in particolare tramite messaggi inviati a due cellulari sul territorio belga.

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