Problemi intestinali in vacanza: prevenirli e affrontarli con i fermenti lattici consigliati dall’esperto

Alzi la mano chi non ha mai avuto problemi intestinali in viaggio. Quando si va in vacanza capita spessissimo di avere dei disturbi come stitichezza o diarrea, le cause possono essere diverse: lo stress dei preparativi, il cambio di abitudini, di ritmi, le differenze climatiche, in alcuni casi il fuso orario, le condizioni igieniche ma soprattutto è il cambio di alimentazione a influire sul nostro organismo. "La flora intestinale, il microbiota, è un ecosistema complesso, sensibile a tutti questi cambiamenti – spiega a Fanpage.it il biotecnologo Manuele Biazzo – Quando l'equilibrio, per uno di questi motivi citati, si rompe, c'è una diversa proliferazione di batteri, anche di quelli opportunisti, che provocano l'insorgenza di disturbi come gonfiore, stitichezza o diarrea".
La diarrea del viaggiatore
È la malattia più comune di chi parte per le vacanze. Secondo l'Istituto Superiore di Sanità colpisce ogni anno fra il 20 e il 30 per cento dei viaggiatori internazionali, cioè circa 10 milioni di persone. "La diarrea del viaggiatore è spesso accompagnata anche da nausea, vomito, gonfiore e febbre – chiarisce Biazzo – La causa principale è batterica, quasi sempre è l'Escherichia Coli a causarla, ma può essere causata anche da virus o parassiti trasmessi principalmente tramite cibo e acqua". Non si tratta di cattive abitudini alimentari o eccessi a tavola. "Quando siamo all'estero soprattutto, in paesi con condizioni igienico sanitarie più scarse delle nostre, andiamo incontro a virus e batteri dai quali il nostro organismo non riesce a difendersi, non ha difese specifiche. Oppure può accadere di mangiar cibi crudi o poco cotti o di bere acqua non in bottiglia (o pensiamo anche ai cubetti di ghiaccio) questi comportamenti aumentano il rischio di andare incontro alla diarrea del viaggiatore. È un problema più qualitativo che quantitativo". Per ridurre il rischio il consiglio è quindi mangiare sempre cibi ben cotti, possibilmente ancora caldi e bere da bottiglie d'acqua chiuse, lavarsi spesso le amni e mantenere una routine alimentare quanto il più possibile simile a quella che seguiamo abitualmente.
I fermenti lattici da portare in viaggio
Quando prepariamo le valigie in molti hanno l'abitudine (si fa anche un po' per scaramanzia) di portare un piccolo necessaire di medicine, di solito dentro ci sono paracetamolo, cerotti, termometro, analgesici, antistaminici. Per il prossimo viaggio potrebbe essere utile anche portare dei fermenti lattici per affrontare qualsiasi emergenza intestinale: "Abbiamo detto che il cambio di abitudini può provocare spesso stitichezza. In questo caso possiamo utilizzare il bifidobacterium lactis oppure il bifidobacterium infantis che va bene anche per i bambini, oppure c'è il lactobacillus acidophilus che favorisce la motilità intestinale così come il bifidobacterium longum". Nel caso invece di problemi come la diarrea del viaggiatore ci sono altri probiotici a disposizione "Abbiamo il saccharomyces boulardii, un lievito, efficace sia nella prevenzione che nel trattamento della diarrea (sia quella del viaggiatore sia quella provocata dagli antibiotici). Poi abbiamo il lactobacillus rhamnosus che riduce la durata della diarrea specie nei bambini e il lactobacillus reuteri che va a competere con i microrganismi opportunisti o patogeni, infine abbiamo i bifidobacterium lactis e il lactobacillus casei che possono aiutare ristabilire l'equilibrio. Infine per chi si sente più gonfio può essere utile il lactobacillus plantarum. Sulla base delle proprie esperienze e della conoscenza del proprio organismo può essere utile quindi quando ci si mette in viaggio infilare in valigia anche qualcuno di questi ceppi di batteri. Ci farà sentire più sicuri e pronti a qualsiasi evenienza".