Avere un fidanzato è diventato imbarazzante? “Le donne sono stufe di essere identificate attraverso il partner”

A fine ottobre Vogue British ha pubblicato un articolo diventato virale: Is Having a Boyfriend Embarrassing Now? Una riflessione su come, per molte donne, dichiararsi in coppia con un uomo sia diventato quasi motivo di imbarazzo. Non si tratta di rifiuto dell’amore, ma della difficoltà di conciliarlo con la propria autonomia: dopo decenni di emancipazione, molte donne sono più restie a rinunciare alla libertà conquistata, soprattutto osservando come spesso le relazioni finiscono per riprodurre squilibri o delusioni. È un sentimento che la cultura pop ha iniziato a raccontare con ironia, come fa la cantante americana Sabrina Carpenter nel brano Manchild, dove trasforma l’uomo che non cresce mai in una caricatura riconoscibile da molte di noi. Per capire le radici psicologiche di questo fenomeno, abbiamo parlato con la dott.ssa Chiara Simonelli, psicoterapeuta e sessuologa alla Fondazione Sapienza di Roma.
Le donne sono stufe di essere identificate attraverso il partner
Negli ultimi anni, qualcosa è cambiato nel modo in cui noi donne viviamo le relazioni. Sempre più spesso, il fatto di avere un ragazzo non viene più raccontato, esibito, né usato per definire la propria identità. Un tempo essere in coppia era una visto come una forma di stabilità e di riconoscimento, oggi può apparire invece come un limite, o persino motivo di imbarazzo. "Le donne sono stufe di essere identificate attraverso il partner", spiega la dott.ssa Chiara Simonelli. "Per molte è diventato fondamentale mostrarsi con un’identità forte a prescindere, come a dire: io esisto, io valgo, indipendentemente dal fatto che ci sia o meno un compagno". Dietro questa presa di distanza non c’è un rifiuto dell’amore, ma una forma di autodifesa maturata dopo anni di emancipazione e delusioni. “Quando per troppo tempo l’autostima femminile è stata legata alla relazione, è inevitabile che a un certo punto si reagisca,” continua Simonelli. "Il messaggio è: la mia libertà non è negoziabile, nemmeno per amore". Così, più che un gesto di chiusura, la ritrosia o l'imbarazzo nel ufficializzare una storia o parlarne apertamente è simbolo di un'epoca in cui le donne rivendicano la loro indipendenza e diventa quindi un modo per tutelare sé stesse, per non dover più spiegare, giustificare o dimostrare qualcosa.
Com'è cambiata la nostra percezione degli uomini
Ma a rendere imbarazzante l’idea di avere un fidanzato non è solo la necessità di affermare la propria indipendenza, c’è anche (e forse oserei dire soprattutto) una crescente disillusione verso l’immagine maschile contemporanea. "Molti uomini si trovano spiazzati di fronte a donne più consapevoli e autonome", spiega Simonelli, "E spesso rispondono rifugiandosi in atteggiamenti immaturi, come se la crescita emotiva fosse rimasta indietro". È in questa distanza che affonda le radici la figura del manchild, l’uomo che non cresce mai, trasformata dalla cultura pop in una caricatura riconoscibile: uomini che ti riempiono di love bombing all'inizio della relazione per poi rientrare nei soliti schemi deludenti e prevedibili. Ma dietro l’ironia c’è una verità più amara, perché per molte donne, la coppia è diventata un terreno instabile, dove il rischio di delusione è troppo alto e la possibilità di essere comprese e viste pienamente, rara. "La percezione diffusa è che l’uomo non sia cambiato allo stesso ritmo della donna", osserva Simonelli, "C’è ancora una fragilità maschile di fondo che spaventa e stanca, perché costringe le donne a fare un doppio lavoro: amarsi e insieme educare l’altro". In questo squilibrio, la figura del fidanzato perde fascino, perché diventa simbolo di un modello che non regge più alle aspettative di reciprocità, cura e maturità emotiva che molte donne oggi si aspettano.
Un equilibrio tra indipendenza e intimità è possibile nel 2025?
Nonostante tutto, l’amore non è scomparso. È diventato, semmai, più selettivo, più prudente: "Le donne non rifiutano categoricamente la coppia", sottolinea Simonelli, "ma rifiutano il sacrificio e le solite delusioni come condizione dell’amore". In un’epoca in cui la libertà personale è diventata un valore non negoziabile, la relazione viene ripensata come uno spazio da abitare senza perdersi. Il partner ideale non è più quello che completa, ma quello che accompagna. La riservatezza, allora, non è segno di cinismo, ma di rispetto per la propria complessità. "Molte donne scelgono di non parlare della relazione non per vergogna, ma per proteggere ciò che è autentico", spiega Simonelli, "C’è il desiderio di vivere l’amore con profondità, ma senza più dipenderne". In questo senso, il fidanzato non è più un trofeo da mostrare, ma una presenza discreta, integrata in un percorso personale, perché l’obiettivo non è tornare a essere metà di un tutto, ma restare intere, anche e soprattutto quando si ama.