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Guerra in Ucraina

Fare la guerra ai tennisti russi è stupido come sparare a un passaporto

L’esclusione di un atleta da una competizione sportiva perché russo, come deciso in vista di Wimbledon, è un provvedimento stupido come qualsiasi discriminazione basata sulla provenienza geografica.
A cura di Saverio Tommasi
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Daniil Medvedev, numero 2 al mondo nella speciale classifica Atp, non potrà partecipare a Wimbledon per la messa al bando dal torneo di russi e bielorussi.
Daniil Medvedev, numero 2 al mondo nella speciale classifica Atp, non potrà partecipare a Wimbledon per la messa al bando dal torneo di russi e bielorussi.
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Escludere i tennisti russi dalla competizione di Wimbledon è stata un'idea affascinante come lo sarebbe amputarsi una mano quando un dito duole. Valutare uno sportivo dal passaporto che ha in tasca è infatti intelligente come dare fuoco al frigorifero quando non si ha fame.

Oppure possiamo dirlo anche in altre parole: escludere gli atleti russi dalla competizione tennistica di Wimbledon è stata un'idea folle, con un retrogusto guerrafondaio.

Facciamo un passo indietro: lo sport è politica. Questa non è una tesi, un'idea personale o un auspicio, ma una fotografia della realtà: qualsiasi aspetto collettivo o pubblico della vita porta con sé un'idea politica. Non si prescinde da questo concetto, e proprio per questo lo sport è (anche) politica, e lo sport in particolare lo è dalla notte dei tempi.

Non mi scandalizza l'idea dell'esclusione di qualcuno da un torneo, ma io voglio insegnare alle mie figlie che si può escludere qualcuno per i suoi errori, non per gli errori (pur drammatici) di qualcun altro, neanche fosse un padre o il presidente del governo del suo Paese.

Andrej Rublev è il numero 8 al mondo nella classifica Atp ma, come il connazionale Medvedev, è stato estromesso dal tradizionale Trofeo sul prato.
Andrej Rublev è il numero 8 al mondo nella classifica Atp ma, come il connazionale Medvedev, è stato estromesso dal tradizionale Trofeo sul prato.

Non si deve escludere qualcuno da un trofeo se non in base a comportamenti in cui la responsabilità è ascrivibile alla persona in modo diretto, grave, chiaro e inequivocabile, e non certo perché si intende responsabilità la coincidenza sfortuita del timbro sul suo passaporto con quello di uno Stato aggressore.

Non si esclude un atleta per l'attività del governo del Paese in cui abita, oppure è nato. Perché la responsabilità – semplicemente – non è sua.
Non si tratta di "perdonare" o "fingere di non vedere" ma di riconoscere l'assenza di un coinvolgimento nel semplice "essere russi".

Al tempo della guerra nel Vietnam c'era la guerra americana, vero, ma esisteva anche il movimento pacifista nato nell'Università di Berkley in California.
Oggi c'è Putin, ma ci sono anche quelli che scendono in piazza contro il regime russo pur sapendo che saranno arrestati, perderanno il lavoro e saranno segnalati a vita.
Perché dove nascono i problemi qualche volta nascono anche le soluzioni, e spesso queste nascono prima che in altri luoghi.

Dobbiamo dare spazio allo sport, agli abbracci, alle opposizioni politiche e alla diplomazia. Non dobbiamo espellere i russi dal mondo, ma abbracciare i russi che con il regime non hanno capitali e idee da spartire. Bisogna fare spazio a ciò che in mezzo all'inferno non è inferno, per citare Italo Calvino.

Aryna Sabalenka, numero 4 al mondo nella classifica femminile e stella della Bielorussia, è tra le tenniste estromesse dal Torneo inglese.
Aryna Sabalenka, numero 4 al mondo nella classifica femminile e stella della Bielorussia, è tra le tenniste estromesse dal Torneo inglese.

Non mi scandalizza che sia stata la federazione ucraina a chiedere l'esclusione dei tennisti russi, l'Ucraina in questo momento è bombardata dall'esercito di Putin, il capo del governo russo. L'Ucraina ha il diritto di chiederlo, anche di urlarlo, immersa com'è fino al collo in una guerra stupida come soltanto le guerre possono essere. Però noi non siamo una parte in causa in modo così intenso e drammatico come lo è l'Ucraina, e certamente non lo è Wimbledon.
Questo dovrebbe imporre al nostro ragionamento di essere razionale e valutare gli aspetti da prospettive più ampie, che è poi anche il modo migliore per aiutare l'Ucraina. Avete presente la via Crucis organizzata dal Papa, il Venerdì santo prima di Pasqua? Anche in quel caso i vertici ucraini avevano chiesto al Pontefice di escludere la donna russa dal portare la croce – alla XIII stazione – insieme alla sua amica ucraina. Il Papa però ha saputo ragionare in modo espanso, credo dovremmo farlo anche noi.

Certamente lo ha fatto Alessandro Nutini, batterista della Bandabardò, con un pensiero che vale tutto il mio pezzo: "Chi confonde i governi coi popoli ha sempre, sempre torto".

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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