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Tour de France 2025

L’incredibile errore di Van der Poel al Tour: credeva di essere primo, aveva due avversari davanti

Nel finale della 11a tappa a Tolosa, Mathieu Van der Poel ha commesso un errore fatale: credeva di essere primo e poter festeggiare la vittoria e vestirsi ancora una volta con la maglia gialla. Ma davanti a lui c’erano Abrahamsen e Schmid che l’hanno rilegato ad un amarissimo terzo posto: “Alla fine l’ho capito dagli elicotteri e dalle moto, ma era troppo tardi”
A cura di Alessio Pediglieri
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Anche i migliori possono sbagliare, se però a farlo è uno come Mathieu Van der Poel  in una gara così importante come il Tour de France, è evidente che lo stupore e lo sconcerto regnano sovrani. Tutto è accaduto durante la 11a tappa da Tolosa a Tolosa, quella della sorprendente caduta di Tadej Pogacar vicino al traguardo. La stessa in cui il campione olandese, già vincitore di una tappa e che ha vestito la maglia gialla ha commesso un incredibile errore: all'inseguimento per tutta la tappa, ha creduto di aver raggiunto tutti i fuggitivi per involarsi solitario e vincente verso l'arrivo. Peccato che prima di lui c'erano ben due avversari, di cui si è accordo troppo tardi.

Cos'è accaduto in corsa: Van der Poel non si accorge di Abrahamsen e Schmid

Prima la speranza, poi la beffa e infine la rabbia. La giornata di MVDP, capitano di una Alpecin protagonista in questa prima parte di Tour de France, si può racchiudere in questi tre momenti. E' stato uno dei protagonisti del gruppetto dei big all'inseguimento dei fuggitivi di giornata, poi raggiunti proprio nei chilometri finali. Dove ha sferrato un nuovo attacco in solitaria sulle Cote conclusive, pensando di essersi preso la prima posizione, gestendosi e rallentando il proprio ritmo: sbagliando clamorosamente. Solamente a qualche centinaio di metri dal traguardo si è accorto che davanti a lui c'erano Abrahamsen e Schimd, che poi si sono giocati la vittoria e relegandolo ad un amarissimo terzo posto, che ha poi scatenato tutta la frustrazione a fine corsa, rifiutando in un primo momento qualsiasi commento a quanto accaduto.

Perché Van der Poel non ha capito di non essere il primo

Ma com'è stato possibile che un ciclista esperto di caratura come Mathieu Van der Poel sia caduto in una topica del genere? Possibile che nessuno lo avesse avvisato in gara che doveva compiere un'ultima impresa per prendersi la vittoria? La risposta è celata proprio su questo aspetto, le comunicazioni. Che sono saltate nell'ultima parte di tappa, dove Van der Poel si è ritrovato senza radiolina e senza punti di riferimento per capire la reale situazione in gara, dove avrebbe potuto recuperare sui battistrada e giocarsi la volata con chance ottime per le proprie qualità sul finale di Tolosa.

Van der Poel racconta cos'è accaduto: "Le comunicazioni si sono interrotte"

"A un certo punto la situazione era confusa" ha raccontato più tardi lo stesso MVDP, rivivendo le fasi finali di una tappa folle. "Ho saputo solo tardi che c'erano ancora due corridori davanti, il che è stato un vero peccato. A un certo punto le comunicazioni radio sono state un po' difficili e si sono interrotte. C'erano stati problemi già per tutta la settimana: credo che, dato che ci sono così tante stazioni radio al Tour, a volte siano un po' discontinue. Io a quel punto pensavo che il gruppo davanti a noi fosse la fuga che avevo raggiunto. Poi ho capito, grazie agli elicotteri e alle moto, che c'erano ancora corridori davanti ma era troppo tardi".

Per Van der Poel sfumato il successo di tappa e una nuova maglia gialla

A quel punto, tutto vano anche per un campione come Van der Poel: "Allora ho capito che sarebbe stata davvero dura. Dovevo cercare di dosare comunque il ritmo, ovviamente, ma sapevo che loro due avrebbero continuato a correre in coppia per sprintare verso la vittoria. Come hanno fatto". Una delusione che è costata successo di tappa ed eventuale nuova maglia gialla, per una giornata che sarebbe potuta concludersi un modo epico: "All'inizio non stavo bene, non ero al meglio, ma avevo detto ai miei compagni che avrebbero potuto contare su di me. Poi mi sono ritrovato in quel gruppetto, non ne avevo molto… ero davvero al limite". 

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