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Gravina: “Aprire gli stadi a un migliaio di persone non è un pericolo col rispetto dei protocolli”

Un’opportunità, quella avanzata dal numero uno della Figc, che fa seguito all’opzione presa in esame dal Comitato tecnico/scientifico di togliere i lucchetti a cinema e teatri nelle regioni gialle. “Non mi sembra sia un grande pericolo, per la salute dei nostri tifosi, far entrare 100 persone in impianti che ne possono contenere 500-1000, o far entrare 10mila persone in stadi da 60mila con il rispetto dei protocolli”.
A cura di Maurizio De Santis
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La situazione di emergenza nazionale per il Covid non è affatto scemata. L'Italia va verso l'intera zona rossa, con i week-end e i giorni di Pasqua blindati per evitare la diffusione dei contagi, e il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, rispolvera la possibilità che gli stadi siano riaperti al pubblico sia pure con presenze contingentate e attraverso rigide prescrizioni di sicurezza. Un'opportunità, quella avanzata dal numero uno della Figc, che fa seguito all'opzione presa in esame dal Comitato tecnico/scientifico di togliere i lucchetti a cinema e teatri nelle regioni gialle, quelle dove la condizione di rischio è tale da permettere un cauto e lento ritorno alla normalità.

Il ragionamento è molto semplice: se possono loro perché non può accadere anche in ambienti all'aperto come i campi di calcio? Era già successo nel recente passato poi la recrudescenza della pandemia ha imposto – ancora una volta – la serrata.

La cultura sta cercando di ottenere la possibilità di riaprire cinema e teatri in percentuali minime, ma comunque c'è l'idea di poter riaprire – ha ammesso Gravina durante il collegamento con la Commissione cultura e sport del Comune di Firenze -. Credo che non ci sia nulla di offensivo nel poter declinare un concetto fondamentale a me tanto caro, che anche lo sport è cultura.

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Sì ai tifosi negli stadi, le parole espresse da Gravina in audizione. Un auspicio che tutti, dai sostenitori ai club, si augurano possa diventare realtà quanto prima. Anche se il passaggio sul rispetto dei protocolli, a giudicare dalla realtà dei fatti lascia perplessi. Le vicende della Lazio deferita dalla Procura federale, la gara Lazio-Torino sub iudice perché rinviata con provvedimento dell'Asl per il focolaio di variante inglese scoppiato tra e fila dei granata non sembrano argomenti che depongono a favore di una riapertura degli stadi. Il presidente della Figc, però, chiarisce il proprio pensiero.

Non mi sembra sia un grande pericolo, per la salute dei nostri tifosi, far entrare 100 persone in impianti che ne possono contenere 500-1000, o far entrare 10mila persone in stadi da 60mila, con il rispetto dei protocolli che abbiamo provato sul campo di saper applicare e di saper comunque portare avanti con grande senso di responsabilità, in uno sport, il calcio, che si svolge all'aperto.

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