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Scontro Formigli-Bocchino a Piazzapulita: “Lei pensa che io sia antisemita perché critico Israele?”

Scontro acceso a Piazzapulita tra Corrado Formigli e Italo Bocchino sul confine tra critica a Israele e antisemitismo. Il conduttore respinge le accuse: “Sono contro Netanyahu, non contro lo Stato di Israele”.
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La puntata di Piazzapulita di giovedì 16 ottobre non è stata una puntata fatta d'ordinaria amministrazione. C'è stata grande tensione tra il conduttore Corrado Formigli e l'ospite in collegamento, il direttore del Secolo d'Italia Italo Bocchino. Il tema è relativo alla questione israelo-palestinese. Un tema quantomai centrale nella cronaca soprattutto italiana che possiamo riassumere con la stessa domanda che Formigli ha rivolto al suo ospite: la critica legittima alle politiche di Israele vanno tacciate di antisemitismo?

Corrado Formigli a Bocchino: "Io stesso vengo tacciato di antisemitismo"

Il conduttore ha chiesto a Bocchino di entrare nel merito con una domanda molto diretta, quasi personale considerato che riguarda esattamente le attività del conduttore, quello che accade tutti i giorni sui social network: "Io stesso vengo trattato da antisemita sui social, solo perché critico Israele. Lei pensa che io sia un antisemita?". Una mossa che ha messo immediatamente Bocchino, direttore editoriale del Secolo d'Italia, di fronte a un bivio: rispondere alla provocazione o evitare lo scontro frontale. Bocchino ha scelto la prima opzione, con una risposta calibrata che non ha risparmiato il bersaglio: "Lei quando critica Israele è un antisionista". Una distinzione sottile ma fondamentale nel dibattito contemporaneo, che però non è bastata a placare la reazione del conduttore.

La replica

La replica di Formigli non si è fatta attendere: "Lei sbaglia. Io sono contro Netanyahu e questo governo. Non sono né contro lo Stato di Israele né contro il suo diritto a esistere". Il conduttore ha quindi tracciato una linea netta tra la sua posizione e l'antisionismo: "Sono contro l'occupazione di Israele fuori dai confini dettati dai trattati internazionali dal '67". Una distinzione che Formigli ha voluto ribadire con forza.

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