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Panariello: “Il mio Sanremo fu una m**da, senza cantanti vinse Povia. Da insuccessi così non ti riprendi più”

Giorgio Panariello racconta a Tintoria la disastrosa esperienza di Sanremo 2006: “Inizialmente non volevo farlo. Andavo in conferenza stampa e i giornalisti mi facevano a pezzi”. Sul periodo successivo: “Fosse stato per quel Sanremo, io in Tv ero finito. Per fortuna mi sono ripreso con cinema e teatro”.
A cura di Andrea Parrella
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È un Giorgio Panariello senza mezze misure, quello che ha parlato a Tintoria della sua esperienza alla conduzione di Sanremo. Esperienza che lui stesso non fatica a definire fallimentare e ricordare come un incubo, uno dei momenti peggiori della sua carriera. "Il mio Sanremo andò una me**a", dice candidamente a Tinti e Rapone.

Panariello racconta Sanremo 2006

Quello del 2006 fu, in effetti, un Sanremo molto complesso e Panariello descrive la cornice storica che portò alla sua nomina: "Mi chiamarono a farlo perché venivo dai Torno sabato, che fatto il terzo per me era chiuso. L'anno prima l'aveva fatto Bonolis con grandissimo successo e nessuno voleva fare quel Sanremo là. Baudo non ci pensava minimamente, anche perché non volevano darglielo visto che Paolo lo aveva un po' rinnovato. Hanno cominciato a farmi una corte incredibile, io non volevo farlo, ma poi ho visto l'assegno… in quel periodo lì non è che navigassi nell'oro". 

L'embargo delle case discografiche, Panariello ironizza su Povia

Tra le questioni che resero complicata quell'edizione, la carenza di artisti per il cast. Spiega Panariello: "Non sapevo che quell'anno lì ci sarebbe stato l'embargo delle case discografiche e delle radio nei confronti delle televisione, per cui non mandavano i cantanti. Io ho fatto Sanremo senza cantanti, o meglio quelli che hanno partecipato non appartenevano alle major. C'erano ottimi cantanti, da Tatangelo a Zarrillo, ma il cast non lo fai con cinque cantanti ottimi, molti erano sconosciuti". E aggiunge, ironicamente: "Quell'anno ha vinto Povia con "Vorrei avere il becco". Capisci, no?".

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L'incubo delle conferenze stampa

Panariello racconta il contesto che si era creato quell'anno: "Arrivavo lì la mattina in conferenza stampa, davanti a mille giornalisti che mi facevano domande su questo Sanremo, mi infagottavano di parolacce, io tornavo all'Ariston, mi mettevo nel camerino e stavo lì a pensare tre ore cosa avessi detto in conferenza stampa. Dopo Bonolis ci fu un'emorragia di ascolti e il giorno dopo in conferenza stampa la parola più gentile era: ‘Panariello, ma chi cazzo gliel'ha fatto fare a lei di fare Sanremo'". 

A rendere complessa quell'esperienza anche il suo profilo artistico: "Io non sono un conduttore, un presentatore, un vigile che gestisce. Non ero nemmeno il direttore artistico, a differenza di Carlo (Conti, ndr) ad esempio, che ha le idee chiare e se gli dicono che il suo Sanremo fa schifo non se la prende, perché ha il pelo così. Io, che ho una vocazione artistica, se mi dicono che il mio Sanremo fa schifo mi abbatto". E aggiunge: "Ho capito una cosa, che Carlo e Amadeus sono stati bravi per aver rimesso la musica al centro. In quegli anni Sanremo era tutt'altro che musica. Usciva fuori di tutto, Annalisa Minetti mi accusò di non averla presa al Festival perché era cieca".

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Quindi svela di essere scappato a gambe levate dalla possibilità di ripetere l'esperienza: "Dovevo fare un altro anno lì, un contratto doppio. Pippo Baudo mi chiede se abbia voglia di rifarlo e io gliel'ho lasciato volentieri. Ci andai ospite e l'ospitata la reggo. Quello fu un momento di tristezza infinita per Sanremo che io paragono agli anni del Totip, quella tristezza là. E io ero il conduttore, pensa che sfiga". 

"Mi sono ripreso grazie al teatro e al cinema"

Un momento negativo dal quale è difficile riprendersi, spiega Panariello, se si vive di sola Tv: "L'importante è che tu nella vita faccia altre cose. Se hai altro oltre la Tv ti riprendi e io avevo il teatro e il cinema. Fosse stato per quel Sanremo là, in televisione io ero finito. Da un insuccesso così non ti riprendi più. Si fa a gara a guardarti col culo per terra. Io scappavo da Striscia La Notizia, finivamo la serata e scappavo via in macchina. Staffelli mi beccò nella cucina dell'albergo, era lì ad aspettarmi. La goduria è mostrare che hai fatto una cazzata". 

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