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Palinsesti Rai 2025/2026, chiudono i programmi sotto il 3%: chi chiude e chi si salva, Agorà weekend è un caso

Oggi le bozze dei palinsesti Rai 2025/2026 verranno consegnate al Cda Rai, per poi diventare ufficiali venerdì 27 giugno. C’è un tema: gli ascolti bassi e la chiusura dei programmi sotto il 3%, ma non solo. Clamoroso lo stop per Agorà Weekend, che è addirittura cresciuto di un punto percentuale. Stop a Petrolio, Il Fattore umano, Rebus, Tango e Generazione Z. Fanpage.it apprende una serie di misure prese e umori fuori controllo, vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo a Viale Mazzini.
A cura di Eleonora D'Amore
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Oggi, 19 giugno, le bozze definitive dei palinsesti Rai 2025/2026 verranno consegnate ai consiglieri del Cda Rai, per poi diventare ufficiali e presentate alla stampa venerdì 27 giugno negli studi di Napoli. Al momento c'è un tema, gli ascolti bassi e la chiusura dei programmi sotto il 3%, ma non solo. Clamoroso lo stop per Agorà Weekend, che è addirittura cresciuto di un punto percentuale e ha mantenuto la media ascolti. Stop a Petrolio, Il Fattore umano, Rebus, Tango e Generazione Z, rimostranze da parte di Usigrai: "Forte preoccupazione, pronti al conflitto". Fanpage.it apprende una serie di misure prese e umori fuori controllo, vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo a Viale Mazzini.

Quali programmi chiudono, il caso di Agorà Weekend

È quanto comunicato dal direttore Paolo Corsini, che ha già fornito qualche indicazione al Comitato di redazione, spiegando che i buchi di palinsesto derivanti dalle chiusure dettate da una riduzione dei costi saranno occupati dagli altri generi. A cominciare da quelli di approfondimento in onda in seconda o terza serata, tipo Tango di Luisella Costamagna e Generazione Z di Monica Setta. Caso clamoroso per Agorà Weekend sul quale è calata la scure nonostante la media della stagione 2024/2025 sia cresciuta di quasi un punto percentuale, avendo aperto e chiuso la stagione al 5% con una media annuale del 4% e picchi di ascolto anche oltre il 6%. Per coprire il buco di Agorà Weekend, riporta Repubblica, Mi manda Rai 3, ora guidato da Federico Ruffo, dovrebbe raddoppiare la durata e andare in onda per due ore sia il sabato che la domenica mattina.

Mi manda Rai 3 con Federico Ruffo
Mi manda Rai 3 con Federico Ruffo

C'è silenzio inoltre sul nuovo programma di Antonino Monteleone, l'ex Iena che su Rai2 non ebbe buoni ascolti nemmeno con L'altra Italia. Lo stop sarebbe poi arrivato per Petrolio di Duilio Gianmaria, Il Fattore umano, programma d’inchiesta di Raffaella Pusceddu e Luigi Montebello, e Rebus di Giorgio Zanchini della domenica pomeriggio. Dovrebbe invece essere salva, contrariamente alle primissime voci, la trasmissione Indovina chi viene a cena di Sabrina Giannini.

Il consigliere Natale attacca: “Chi sta lavorando per La7?”

Roberto Natale, consigliere di amministrazione RAI, attacca in una nota ufficiale: "Le linee-guida editoriali approvate all'unanimità dal CdA RAI a febbraio erano state chiare: "Rai3 ha perso negli ultimi anni alcuni tra i suoi titoli e volti più caratterizzanti, confluiti verso i competitor che ne hanno beneficiato sia in termini di ascolto che di rafforzamento del proprio posizionamento. Alcuni appuntamenti fissi consolidati sono spariti dal palinsesto della rete e trasmigrati altrove. Questo aspetto ha depotenziato l'identità di canale: vere e proprie community di telespettatori si sono trasferite in blocco su altre emittenti per continuare a seguire formati collaudati e volti autorevoli. Evidentemente queste linee-guida editoriali non le ha lette chi in queste ore sta ragionando in RAI sull'arrivo del direttore del Tempo Tommaso Cerno. L'incontro in programma domani tra i consiglieri e l'Ad sui nuovi palinsesti sarà un'ottima occasione per capire chi dentro la RAI stia lavorando a favore de La7, se il recupero dell'identità di Rai3 (e dei suoi spettatori) sia un obiettivo che si vuole davvero perseguire, e più in generale se il servizio pubblico voglia continuare ad investire sugli spazi di approfondimento".

Usigrai: "Forte preoccupazione, pronti al conflitto"

L’Usigrai ha espresso all’Azienda, con un documento approvato dall’assemblea dei CDR e Fiduciari della Rai, forte preoccupazione per l’annunciata chiusura di diversi programmi di informazione della Rai. "Si tratta di scelte che impoveriscono l'offerta informativa dell’azienda di Servizio pubblico", scrivono in una nota, "chiudono programmi che vedono impegnati giornalisti interni e, per contro, si annunciano nuovi arrivi dall’esterno che nessuna logica possono avere a maggior ragione mentre si avvia un percorso di selezione per giornalisti da assumere all’interno  della Rai". Non solo, pare si aggiungano altre questioni legate ai TGR: "A questo si aggiunga la gravità dei comportamenti messi in atto dall’Azienda che proprio in queste ore, mentre ancora non è approvata dal CdA Rai l’ipotesi di accordo sulla nuova selezione, procede unilateralmente a trasferimenti in ambito TGR che dovevano essere decisi secondo le modalità previste dall’accordo stesso e solo dopo la sua ratifica. I trasferimenti decisi senza un quadro chiaro di tutte e tutti i colleghi che da anni attendono la possibilità di riavvicinarsi a casa o di avere una nuova opportunità professionale solleva pesanti dubbi sulla trasparenza di tutta la procedura". L'Esecutivo si dice deluso e apre alla possibilità di un nuovo scontro con l'azienda: "Non sono questi i termini con i quali l’Usigrai ha faticosamente cercato un accordo per portare dentro le redazioni della Rai nuovi posti di lavoro e nuove opportunità per colleghe e colleghi. Ricordiamo che, se l'azienda avesse voluto procedere senza coinvolgere il sindacato, avrebbe potuto farlo rispettando le prescrizioni del piano anticorruzione che prevedono esclusivamente ingressi per selezione pubblica. Se questa è l’azienda con la quale dobbiamo avere a che fare, non esiteremo ad aprire una nuova stagione di conflitto. Non si può confondere l’Usigrai con chi pensa di trasformare le relazioni sindacali nel luogo dove correttezza e trasparenza possono essere messe da parte in  qualsiasi momento, con grave danno per il sindacato e per la stessa azienda".

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