57 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Massimo Giletti in Russia, l’editore di La7 Cairo: “È stato coraggioso, ha fatto quello che doveva”

Non è l’Arena è stato confermato per la prossima stagione su La7 e l’editore, Urbano Cairo, ha difeso il conduttore ad alcune settimane di distanza dalle polemiche: “A Zacharova ha fatto tutte le domande che doveva, se lei risponde così lui può farci poco”.
A cura di Andrea Parrella
57 CONDIVISIONI
Immagine

Nessun dubbio sulla conferma di Massimo Giletti a La7. A dispetto delle polemiche delle ultime settimane, condizionate dalla discussa puntata di Non è l'Arena da Mosca, ai palinsesti di La7 c'è stata una conferma assoluta dello spazio domenicale in prima serata.

Le parole di Cairo su Giletti

Alla presentazione dei palinsesti per la prossima stagione, l'editore della rete, Urbano Cairo, ha espresso massimo appoggio al conduttore, elogiando complessivamente il lavoro svolto da La7 in questi mesi complessi di racconto della guerra:

Giletti è andato prima in Ucraina due volte, per dare conto di quanto accadeva lì, era giusto farlo come hanno fatto anche molti altri inviati hanno fatto per noi. Abbiamo avuto una presenza notevole di inviati che hanno raccontato la guerra in modo utile. Giletti ha fatto lo stesso, rischiando anche la vita. Ha deciso di andare anche in Russia, facendo questa puntata dove lui alla Zacharova ha fatto tutte le domande, dopodiché se lei ha quel tipo di format di risposte ripetute da tutti a piè sospinto, non è che lui potesse costringerla a cambiare. Lui ha fatto una cosa di coraggio, facendo tutte le domande che doveva. Noi siamo una rete libera, il fatto che uno possa avere un'opinione diversa, non vedo perché non dovrebbe esprimerla.

Il commento di Giletti alle critiche

Una puntata, quella di Non è l'Arena da Mosca, criticata per diversi aspetti, sia per l'intervista a Zacharova che per la gestione della situazione da parte dello stesso conduttore. Contestazioni alle quale Giletti aveva risposto una settimana dopo, aprendo la puntata con un lungo monologo iniziato con un riferimento alla celebre intervista di Enzo Biagi al boss Luciano Liggio. Il conduttore quindi aveva detto:

"Io avevo messo in conto che andando in Russia mi sarei potuto esporre a critiche. Il mio editore è il pubblico e in questi giorni non ho risposto agli attacchi, perché lo avrei fato in Tv. Chi mi conosce sa che non faccio programmi da salotto, sono sempre andato a cercare qualcosa di diverso. Quando siamo andati a indagare sullo scandalo mascherine nessuno ci ha seguiti, così come quando ci siamo esposti contro la scarcerazione dei mafiosi. Per questo sono finito sotto scorta e so benissimo che uno può andare dove non va nessun altro e può esporsi. Ci sta questo gioco. Il punto è utile o non è utile sentire il pensiero del nemica cosa dalla quale non si può uscire, la Russia è entrata in Ucraina coi propri carri armati, ma serve provare a capire cosa pensino gli altri? Io penso sia importante, quando Zacharova mi ha detto che noi occidentali siamo quelli che sono andati a fare la guerra in Libia, o fa riferimento all'Iraq, sottolinea loro siano rimasti a guardare. Come sono stati a guardare quando è stata attaccata la Serbia. Quando dice che anche noi abbiamo messo carri armati in paesi nemici, sottolinea che loro non si sono mossi. Non lo dice per sottolineare che siano meno cattivi di noi, ma perché nella loro mentalità quell'area è di loro competenza, la ritengono qualcosa che appartiene all'area russa, per me sbagliando, ma è il loro pensiero. Da mesi ci chiediamo dove stia l'Europa, ma non mi sembra fare propaganda, bensì provare a raccontare il loro punto di vista. Torno all'inizio: sono andato a Mosca per conoscere il punto di vista del nemico".

57 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views