Iacchetti a È sempre Cartabianca: “Ho denunciato le minacce. Il lavoro? Agli spettacoli solo se non parlo di Gaza”

Enzo Iacchetti è tornato a È sempre Cartabianca dopo il duro scontro con Eyal Mizrahi, presidente dell’associazione Amici di Israele. L’attore, che aveva già rilasciato un’intervista a Fanpage.it, aveva raccontato gli effetti subiti subito dopo quel confronto televisivo, capace di rompere un tabù sul dibattito riguardante Gaza. Iacchetti conferma quanto già dichiarato nei giorni scorsi, quando aveva ammesso di avere ricevuto minacce, alcune persino di morte, dopo avere espresso la sua ferma condanna verso Israele e il massacro compiuto ai danni dei palestinesi. Ma ha deciso di passare al contrattacco e ha rivelato di essersi già rivolto alla polizia postale per risalire agli autori dei messaggi più violenti.
Enzo Iacchetti e il lavoro cambiato dopo il 2024, quando ha iniziato a parlare di Gaza sui social
Iacchetti ha ribadito a Fanpage.it di avere perso – o visto cambiare – diverse occasioni lavorative nell’ultimo anno, da quando ha reso nota apertamente la sua posizione a sostegno dei palestinesi attraverso decine di post sui social. “Faccio fatica a ottenere gli spettacoli e le serate che avevo fino all’anno scorso. La situazione è cambiata da quando ho cominciato a parlare di Gaza sui social. Alcuni mi hanno detto che posso partecipare solo se non parlo di Gaza, ma per me è intollerabile”, ha dichiarato.
Il primo a opporsi apertamente alla propaganda israeliana in tv
Diventato uno dei personaggi più discussi dell’ultima settimana proprio in virtù della sua posizione su Gaza, Iacchetti è stato il primo a opporsi apertamente in televisione alla propaganda israeliana. Di fronte alle contestazioni di Mizrahi e ai tentativi di minimizzare lo sterminio compiuto dal governo israeliano contro i palestinesi, l’attore ha ribattuto con fermezza fino a quando il suo interlocutore – che lo aveva già definito “fascista” – ha pronunciato la frase destinata a segnare il dibattito pubblico: quel “definisci bambino” che, senza alcuna sbavatura, incarna la crudeltà sistematica con cui il governo di Netanyahu sta perseguitando chi ancora cerca di sopravvivere nella Striscia di Gaza.