Reuben, il bambino tenuto in vita dal viagra

Tenuto in vita grazie all'assunzione del sildenafil, il principio attivo comunemente conosciuto come viagra. E' la storia del piccolo Reuben, un bambino inglese di cinque messi affetto sin dalla nascita da una grave e rarissima malformazione agli organi interni. Come racconta il Daily Mail quando è nato il piccolo aveva solo il 50 per cento di possibilità di rimanere in vita ma lui ce l'ha fatta e ora anche grazie all'assunzione di viagra riesce a crescere e svilupparsi. Reuben infatti è nato con lo stomaco, l'intestino e parte del fegato nel petto lasciando poco spazio ai polmoni per potersi sviluppare. La stessa patologia gli ha causato problemi alla posizione del cuore e al flusso del sangue ai polmoni. Per questo motivo al piccolo viene somministrato il farmaco quattro volte al giorno per aiutare la dilatazione dei vasi sanguigni e permettere un miglior flusso del sangue ai polmoni. "Se non prendesse il farmaco i suoi polmoni non funzionerebbero bene e sarebbero compromessi così il suo corpo non avrebbe abbastanza ossigeno" ha spiegato la mamma, la 33enne Alba Paxton.
La signora Paxton insieme la marito ha scoperto le malformazione del figlio quando era ancora incinta. Da allora è stato un via vai verso l'ospedale per tenere sotto controllo la situazione di salute del piccolo a cui i medici avevano dato poche speranze di nascere e anche in caso di nascita c'era il rischio che non sarebbe sopravvissuto più di un paio d'ore. Reuben invece non solo è nato al Southern General Hospital di Glasgow ma ha superato anche le prime ore critiche e i successivi interventi per limitare i danni dei suoi organi. Reuben infatti ha subito un'operazione salvavita di sette ore quando aveva appena quattro giorni di vita, ha trascorso tre settimane attaccato ad un respiratore e altre cinque settimane con altri ausili respiratori prima di ritornare a casa dopo 12 settimane. "Reuben è un osso duro" ha dichiarato la signora Paxton, aggiungendo "Non ho mai pensato nemmeno per un momento che non saremmo tornati a casa insieme".