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Opinioni

Si ‘scassa’ la giunta De Magistris: il pm Narducci lascia. Il sindaco accusa: “Ha fallito”

Scontro col sindaco: dopo un anno il pubblico ministero di Calciopoli va via da Palazzo San Giacomo. Ora il Pd vorrebbe entrare in squadra ma dovrà attendere il congresso provinciale. La maggioranza arancione si spacca: c’è chi chiede al primo cittadino un chiarimento politico.
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il sindaco di napoli luigi de magistris.

Tanto tuonò che piovve, almeno metaforicamente, visto il caldo african-napoletano: Giuseppe – Pino per gli amici – Narducci, pm anticamorra in aspettativa, già protagonista della Calciopoli di Moggi, dopo un anno lascia la giunta comunale guidata da Luigi de Magistris. Sindaco e assessore erano ormai da un mese separati in casa: non si parlavano nemmeno per le formalità e perfino i due staff avevano difficoltà a colloquiare.
Si ‘scassa' dunque il primo pezzo dell'invincibile Armada arancione messa in piedi da Luigi de Magistris nel 2011 al termine di una incredibile maratona elettorale contro Pdl e Pd.

La storia delle dimissioni. Già, ma perché Narducci si è dimesso? Le cause sono molteplici e distribuite nel tempo. L'inizio non è stato dei migliori: non è piaciuta a molti (sicuramente non è piaciuta all'Anm, l'associazione magistrati) la decisione di affiancare De Magistris. Ciò perché Narducci fino a qualche giorno prima aveva lavorato nella Procura della stessa città in cui andava a ricoprire un ruolo politico. Tutto consentito dalla legge, ovviamente. Ma “poco opportuno” per una parte dei suoi colleghi, della politica partenopea e della società civile. De Magistris aveva difeso a spada tratta il suo assessore. All'inizio. Poi proprio su questa vicenda di recente l'aveva punzecchiato: “Che lui voglia un domani tornare a fare il magistrato, mi sembra ovvio – aveva affermato -. Solo io non lo posso fare perché una volta che ho scelto di fare politica ho smesso di fare il magistrato, ma questa è un'altra storia che appartiene alla mia etica personale”. In un'altra occasione invece il sindaco aveva mediato e cercato la pax: quando l'ala movimentista della sua maggioranza aveva attaccato l'assessore alla Legalità dopo gli sgomberi degli immigrati in periferia e alla Stazione centrale.

Altro elemento che ha pesato non poco, lo scontro fra il pm di Calciopoli e due suoi compagni di giunta di rilevante peso politico, cioè il vicesindaco con delega ai Rifiuti Tommaso Sodano e l'assessore alle Politiche Sociali, Sergio D'Angelo. Ai due, così come a molti altri assessori, arrivavano a cadenza quasi quotidiana le lettere di Narducci che non si faceva scrupolo di mettere nero su bianco con tono fornale, nient'affatto politico, ogni rilievo.
Infine, la ciliegina: il caso Romeo. Impersonificazione del male, durante la campagna elettorale, poiché al centro della vicenda giudiziaria “Global service” che mise agli arresti mezza giunta Iervolino, Alfredo Romeo, il potente imprenditore patron della omonima società di gestione del patrimonio immobiliare comunale è stato “riabilitato” e ricevuto a Palazzo San Giacomo. Con lui c'è stata una complessa transazione per crediti vantati dalla Romeo Gestioni. Narducci non ha gradito i progetti messi in campo con Romeo e dopo un'intervista a Repubblica che ha ricevuto una seccata risposta del primo cittadino ha dichiarato chiusa – almeno per ora – la sua fase politica. Tornerà in magistratura? Se così fosse dovrebbe farlo in un distretto diverso da quello napoletano.

Il rimpasto. Cosa succede ora in città? L'effetto domino è quello che De Magistris vorrebbe evitare ma forse dovrà affrontare. Il sindaco vuole cambiare qualcosa – dicono dalla maggioranza ‘orange' -. Anche perché la giunta non ha più lo smalto iniziale, soprattutto nella propositività e nella capacità di andare con le iniziative oltre i confini partenopei (anche mediaticamente). Via Narducci, in bilico c'è anche un'altra posizione chiave, quella del Bilancio: Riccardo Realfonzo potrebbe a breve lasciare e preparare la sua candidatura alle prossime Politiche. Così potrebbe accadere anche per Alberto Lucarelli, assessore con delega alla Democrazia partecipativa. Non solo: la delega al Lavoro attualmente detenuta da Marco Esposito potrebbe cambiare titolare.
Per quello che se ne sa, De Magistris dovrebbe metterci una pezza giocando con risorse interne e piazzando Attilio Auricchio, attuale capo di Gabinetto, alla Legalità e al posto di quest'ultimo nominare Alessandro Nardi, già fedelissimo di Alfonso Pecoraro Scanio e attualmente capo della segreteria politica del sindaco. Però non tutto è scontato: “Auricchio – spiegano da Palazzo San Giacomo – ha una delega operativa e il sindaco ha bisogno di lui in quel ruolo. Potrebbe quindi guardare altrove per rimpiazzare Narducci”.

Il futuro della giunta arancione: entrano Pd e Sel? In questo quadro si inserisce il gioco di alleanze nazionali che il sindaco sta tessendo dall'inizio della sua consiliatura. La fase dell'uno contro tutti è passata: ora il nemico non è più il Partito democratico (e nemmeno il Pdl visti i rapporti cordiali, seppur istituzionali, con presidente della Provincia Luigi Cesaro e col governatore della Campania Stefano Caldoro). Dunque il Pd che a causa del fallimento elettorale nelle passate Amministrative ha una rappresentanza minima in Consiglio comunale (4 eletti, tutti in disaccordo l'uno con l'altro) il ragionamento sull'ingresso a Palazzo San Giacomo l'ha fatto, eccome. Ci sono dei paletti: il primo è che il partito in città si appresta ad un congresso per la segreteria provinciale che, al solito, si annuncia teso e lacerante. Una disputa che vede tra i favoriti Enzo Cuomo, sindaco di Portici, esponente Pd che ha un forte feeling col sindaco di Napoli. Parte del Pd, in testa il segretario regionale Enzo Amendola sostiene che soltanto dopo questa fase (metà luglio) si potrà pensare a De Magistris. Dopo, cioè “aver sistemato la ditta” per dirle con le parole di un altro dei dirigenti interpellato. Tuttavia, sotto una bandiera dalle mille anime è inevitabile trovare chi la pensa diversamente: quella parte che va dai ‘rottamatori' di Francesco Nicodemo al candidato segretario provinciale Gino Cimmino vorrebbe subito l'ingresso democrat in giunta. C'è già un nome per il papabile assessore, quello della docente universitaria napoletana Paola De Vivo.

Sinistra e Libertà, invece, sta alla finestra: su Napoli è in una situazione ancora più debole del Pd e con De Magistris al momento non c'è granché feeling. Colpa, forse, della convinzione del sindaco di dover andare “oltre la foto di Vasto”. I vendoliani, evidentemente, non gradiscono. “È chiaro – spiegano Arturo Scotto e Peppe de Cristofaro, segretario regionale e cittadino di Sel – che questo evento segna uno spartiacque rispetto a un anno di amministrazione De Magistris e impone a tutti, innanzitutto al sindaco, un chiarimento vero con la città”.

[quote|left]|"Ho bisogno di un assessore" dice De Magistris a  Ligabue alla presentazione del concerto del ‘Liga'  a Napoli. Ma il rocker gli risponde a tono: "Già fatto il consigliere e ho capito che non era il mio mestiere"[/quote]

Nella maggioranza arancione, invece, c'è chi attendeva l'addio di Narducci e lo vive oggi come una vittoria politica (l'ala movimentista vicina al consigliere Pietro Rinaldi di “Napoli è tua” ma anche quella di Arnaldo Maurino che non ha mai risparmiato critiche a Narducci e Sementa). Poi c'è, sempre nella stessa lista civica arancione chi come, Gennaro Esposito e Carlo Iannello attacca il primo cittadino chiedendogli un chiarimento: “Le dimissioni di Narducci ci lasciano sconcertati e scavano un solco profondo tra la città e l'Amministrazione per il grave significato che assumono. – spiegano -. Questione Asia, vicende Raphael Rossi e Romeo sono state, per noi, sin dal primo momento, assolutamente inaccettabili. La decisione dell'assessore rafforza questo nostro pensiero ed impone un chiarimento nella maggioranza che sostiene l'amministrazione ed ai cittadini che solo un anno fa, sulla base di un chiaro programma di rinnovamento, hanno dato fiducia e sostegno al sindaco”. Voci di dentro a via Verdi riferiscono della possibilità di una scissione in "Napoli è tua" con un gruppo di scontenti pronti a staccarsi.

Di certo c'è che De Magistris, oggi teme soprattutto quel che è stato scongiurato con Raphael Rossi, l'ex capo dell'azienda rifiuti Asia andò via in polemica ma senza scontro dichiarato. Narducci ha invece il gusto per la battuta tagliente e l'ha già dimostrato in più d'una occasione. E l'uscita del suo libro su Calciopoli potrebbe rappresentare la possibilità di uscite pubbliche anche sull'esperienza appena conclusa. E per un sindaco cui ad un anno di distanza piace ancora infiammare e far sognare il suo elettorato, come dimostrano fra le altre cose i suoi pittoreschi tweet, potrebbe essere una mazzata non da poco.

Il sindaco la prende con filosofia, almeno formalmente. "Ho bisogno di un assessore" dice scherzosamente nel pomeriggio a Luciano Ligabue in occasione della presentazione del concerto del ‘Liga' in programma il 20 luglio a Napoli. Ma il rocker gli risponde a tono: "Sono stato consigliere comunale e dopo tre consigli ho capito che non era il mio mestiere". E forse ha letto anche della storia di Roberto Vecchioni a Napoli? Comunque il sindaco ha annunciato che delle dimissioni di Narducci scriverà sul suo blog.

Passa circa un'ora   e arriva la bordata. Dalle pagine del suo blog De Magistris attacca a testa bassa l'ex amico, accusandolo di essere stato "una delusione" e di non aver portato "alcun risultato".

Anche in politica i sentimenti contano. Voglio allora iniziare da questi. Sono deluso e dispiaciuto sul piano umano della decisione e della modalità con cui l'assessore Pino Narducci ha deciso di lasciare il suo incarico in Giunta. Pino era infatti un collega che stimavo ed anche un amico. Sul piano professionale e politico, nutro la stessa delusione e lo stesso dispiacere. Perchè questo ho provato nel leggere la lettera di dimissioni e le motivazioni che le sostengono. L'ho scelto, infatti, perchè garantisse a questa amministrazione di essere totalmente impermeabile al crimine organizzato e alla corruzione, lavorando sul tema dei contratti e delle gare, terreno in cui da sempre si annida il rischio del malaffare e che alimenta il circuito criminale. Su questo tema, quello che doveva essere il suo principale campo di intervento, non ho potuto registrare un significativo contributo da parte sua, tanto che personalmente sto operando per introdurre cambiamenti fondamentali su tale fronte e, ad oggi, l'ho fatto senza il suo apporto. Doveva realizzare una struttura efficace contro la corruzione e il malaffare ma non ha portato nessun risultato in tal senso: il protocollo anticorruzione firmato col Governo e la riforma della macchina organizzativa, non a caso, sono il frutto dell'attività dall'amministrazione a prescindere dal suo contributo, mai arrivato. Anche il potenziamento e il miglioramento dell'Avvocatura, che ponesse un freno alle spese superflue e inutili, non sono stati condotti in porto.

 Dice il sindaco che il suo ex assessore "È sempre stato coinvolto e ascoltato.

È invece accaduto, e lo dico con grande amarezza umana, che l'assessore prendesse però le distanze dagli atti approvati a mezzo stampa, disconoscendo il confronto e la mediazione raggiunta con tutta la squadra di governo. Probabilmente con l'intento di gestire in proprio la sua immagine sfruttando i media e privileggiando, quindi, il suo rapporto con i mezzi di informazione rispetto a quello con il sindaco, con cui non ha avuto il buon senso e il buon gusto di parlare nemmeno in questo frangente, nemmeno quando ha scelto di dimettersi, per altro con una tempistica che può anche lasciar pensare ad una volontà di colpire l'amministrazione in un passaggio delicato come quello che stiamo vivendo: la discussione e l'approvazione del bilancio in Consiglio Comunale. Abbandonare la nave nel momento di difficoltà è semplice, ma non è un comportamento che può essere compatibile con la nostra sfida: dare a Napoli un nuovo volto, dare a Napoli una nuova speranza.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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