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Scontri in Egitto: al Cairo 25 mila persone in piazza contro Mubarak

Al Cairo 25mila persone sono scese in strada per invocare le riforme di cui ha bisogno in paese. Non sono mancati gli scontri con la polizia.
A cura di Alfonso Biondi
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Hosni Mubarak Presidente dell'Egitto

Dopo l'attentato aereo di Mosca, il panorama internazionale pone alla ribalta anche le questioni egiziane. C'è stata e continua a esserci grande tensione per quella che viene chiamata "la giornata della collera".  Circa 25 mila persone (dati degli organizzatori) hanno affollato le strade del Cairo per denunciare la carenza di lavoro e le misure repressive, e chiedere riforme politiche e sociali. La protesta è stata organizzata da un gruppo di partiti d'opposizione e da movimenti della società civile, e si è concentrata maggiormente in piazza Taharir, piazza sita al centro della città e molto vicina al Museo egizio.  Proprio la piazza è stata teatro di scontri molto accesi tra i manifestanti e le forze dell'ordine.

La polizia è stata oggetto di un fitto lancio di sassi da parte della folla che urlava a gran voce "Mubarak vattene" e "Pane e libertà", e, nonostante l'impiego di gas lacrimogeni e di un cospicuo dispiegamento di forze, è stata costretta a indietreggiare. In questo momento gli scontri parlano di una piazza in mano ai dimostranti, mentre le forze dell'ordine restano momentaneamente "parcheggiate" nelle stradine limitrofe.  Per ora comunque si registrano 20 arresti e 5 persone ferite.

Da ciò che si apprende dagli organizzatori, il mezzo attraverso cui è stata veicolata la protesta è stato il web. Su siti web e social network, infatti, sono stati decisi e verranno decisi i luoghi in cui far confluire la protesta. E da internet anche Mohamed ElBaradei, premio Nobel per la pace ed ex direttore dell'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica, ha dato il suo sostegno alle manifestazioni di oggi, contestando "un regime che trema dinnanzi al popolo".

Stamattina il ministro dell'Interno egiziano Habib El Adly, in un'intervista rilasciata al quotidiano Al Ahram,  ha affermato che "i servizi di sicurezza non tollereranno alcuna minaccia ai beni e alla sicurezza del paese'‘. Ha poi aggiunto: "‘Questi giovani incoscienti non hanno alcuna influenza e i servizi di sicurezza sono capaci di dissuadere qualsiasi azione illegale". Insomma, dopo la strage dei cristiani della notte di capodanno, l'Egitto si prepara a vivere altri momenti di grande preoccupazione

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