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Salvini: “Io cattolico peccatore, ma Monsignor Galantino è vescovo comunista”

Continua la polemica tra il leader leghista e il segretario della Cei sulla questione migranti.
A cura di Antonio Palma
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Sembra non avere fine la polemica di questa estate sul tema migranti tra la Lega Nord e i Vescovi italiani, o meglio tra il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Nunzio Galantino, e il segretario federale del Carroccio, Matteo Salvini. Dopo uno scambio di battute a distanza tra i due, soprattutto sul delicato tema dell'accoglienza dei migranti, si è passati addirittura ad insinuazioni sui presunti guadagni sull'affare immigrati fino alle accuse di comunismo. In particolare a formulare quest'ultima critica è stato il leader leghista nel corso di un'intervista rilasciata al Corriere della Sera. Dopo che Galatino aveva parlato di "piazzisti di fanfaronate da osterie", Salvini infatti ha replicato: "A pensar male, viene da credere che Galatino voglia difendere il business miliardario che una parte minoritaria della Chiesa coltiva grazie agli immigrati".

"Conosco uomini di Chiesa che non la pensano come questo vescovo comunista" ha insistito Salvini, aggiungendo: "Non ho cercato io le polemiche, ma se mi tirano dentro rispondo e un vescovo che vuole fare politica deve aspettarsi le risposte che si merita". "Sono cattolico, anche se un gran peccatore. Non per questo son disposto a bermi tutto" ha sottolineato poi il leader leghista, aggiungendo: "La Chiesa forse non può porsi limiti, ma lo Stato sì. Chi non lo capisce o è in malafede o finge". L'unica cosa su cui Salvini è d'accordo con Galatino è il giudizio sul governo. "Su questo la penso come il monsignore. Il governo non fa nulla, che è anche peggio che adottare soluzioni sbagliate" ha spiegato infatti il segretario del Carroccio, che propone una sua soluzione: "Andrei subito a Bruxelles a dire che l’Italia non dà più un euro all’Ue visto che siamo stati lasciati soli. Secondo, assumerei mille persone per smaltire in tempi rapidi tutte le richieste di asilo. Immagino di gestire l’accoglienza sulle navi nei principali porti. Tempo 20-30 giorni chi ha diritto di restare, resta; gli altri tornano a casa loro".

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