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Ryanair dice addio all’aeroporto di Trapani, i commercianti: “Siamo rovinati”

La decisione della compagnia aerea irlandese potrebbe mettere in ginocchio l’intera economia locale: moltissime, infatti, sono le strutture ricettive e le attività commerciali legate al turismo che vedranno un netto calo di visitatori durante la prossima estate.
A cura di Simone Nocentini
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La compagnia aerea low cost Ryanair ha annunciato di voler lasciare l'aeroporto "Vincenzo Florio" di Trapani. Una brutta notizia che potrebbe mettere in ginocchio l'intera economia locale, legata principalmente al turismo estivo.

Sono moltissime, infatti, le strutture ricettive e le attività commerciali nate dopo il boom dello scalo siciliano e che ora, se venisse confermato definitivamente questo scenario, si ritroverebbero a fronteggiare una crisi economica davvero molto pesante. La scelta della compagnia irlandese di abbandonare l'aeroporto di Trapani parte dal 2017, quando ci fu il mancato rinnovo dell'accordo di comarketing (annullamento del piano di promozione delle rotte) con Airgest, la società incaricata di gestire lo scalo.

I tre aeromobili situati nell'aeroporto trapanese nella scorsa estate, verranno ricollocati dalla compagnia in altri scali del network Ryanair, causando la scomparsa di ben 18 rotte, un decremento di 1,1 milioni di passeggeri annuali e la perdita di circa 800 posti di lavoro.

Intanto da Dublino, quartier generale di Rayanair, la compagnia assicurerà quattro rotte: Baden Baden, Milano Bergamo, Francoforte Hahn e Praga. Da e per Trapani.

"Ci troviamo in una situazione molto difficile, in un territorio che ha un rapporto di dipendenza con il turismo – ci ha raccontato Fiorella, proprietaria di una struttura alberghiera a Marsala -. Negli ultimi anni si sono sviluppate numerose attività commerciali, sono nate strutture ricettive. Nella provincia di Trapani c'è un servizio taxi efficiente, che riusce a soddisfare la richiesta dei turisti. Per la prossima stagione estiva ci sono pochissimi voli sull'aeroporto di Trapani. Nessuna programmazione e nessuna intenzione di far decollare nuovamente lo scalo. Siamo circa 500 strutture ricettive in provincia, oltre a migliaia di bar e ristoranti. Bisogna fare qualcosa".

Ma c'è ancora una speranza

C'è ancora un piccolo spiraglio, che lascia intravedere un barlume di luce per riportare Ryanair nell'aeroporto di Trapani nell'Estate 2018 e, dunque, sventare questa pericolosa crisi territoriale. Si tratterebbe di chiedere la riassegnazione di circa 2,5 milioni di euro ottenuti come ristoro nel 2015, per la chiusura dello scalo civile durante il conflitto in Libia.

Un bel gruzzolo che, però, l'ex Provincia Regionale ha restituito alla Regione. Il motivo? L'assurdo mancato utilizzo delle risorse destinate alla promozione turistica del territorio.

Nel tentativo di trovare una soluzione, questa mattina, Paolo Angius, presidente dell'Airgest, insieme al commissario del Libero consorzio comunale di Trapani, Raimondo Cerami si sono incontrati per discutere sulle modalità di recupero dei 2,5 milioni restituiti alla Regione Sicilia. Sempre oggi, il presidente Angius ha incontrato tutti i sindaci che hanno circoscritto gli accordi di comarketing, oltre alla Camera di Commercio e il Distretto turistico per pianificare una strategia di promozione turistica.

Intanto, molti cittadini proveniente da tutta la provincia, insieme ai Sindacati si sono raggruppati nella giornata di venerdi 2 marzo davanti la Prefettura di Trapani per un sit in di protesta.

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