Pasticcere chiude in laboratorio un apprendista 18enne e lo violenta: condannato a 6 anni

Aveva iniziato a lavorare non appena diciottenne in una pasticceria della capitale. Ma è proprio durante un turno di lavoro che il proprietario del locale lo avrebbe chiuso nel laboratorio e violentato. Il titolare, un uomo di 50 anni, per quanto accaduto, è stato condannato oggi a 6 anni di reclusione e al pagamento di 10mila euro di risarcimento. A renderlo noto è il Messaggero.
Cosa è successo
I fatti risalgono al 2015, quando il giovane aveva 18 anni e il proprietario della pasticceria, in zona Cinecittà, 50. Il cinquantenne lo avrebbe spinto nel laboratorio con una scusa, un aiuto per spostare dei pacchi, e lo avrebbe costretto ad avere un rapporto sessuale con lui. A poca distanza dall'episodio, il diciottenne ha sporto querela, esponendo ai carabinieri quanto accaduto con precisione e accuratezza.
Le indagini dei carabinieri
Dopo la denuncia sono immediatamente scattate le indagini. Il ragazzo l'aveva pregato di fermarsi, aveva cercato di reagire, ma era sotto shock. Le violenze sono terminate per caso, con l'arrivo di un cliente all'interno della pasticceria. Poche ore dopo gli abusi, il cinquantenne ha inviato un messaggio al giovane: si scusava e sottolineava che lui non faceva "sesso per il piacere di farlo".
La testimonianza del ragazzo, considerata "priva di contraddizioni interne", ha poi trovato riscontri in elementi esterni. A questi, si aggiunge anche la testimonianza della mamma del diciottenne che lo ha accompagnato a denunciare, insieme alla sorella, non appena ascoltato il racconto delle violenze. Grazie a queste testimonianze, il pasticcere è stato condannato.