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Indagine sulla morte di Andrea Purgatori

Morte Andrea Purgatori, salgono a 4 i medici indagati: il tumore al cervello che prima c’era e poi no

Sale a quattro il numero di medici indagati per la morte di Andrea Purgatori. Per la famiglia a essere fatale al giornalista un ciclo di radioterapia somministrata per un tumore al cervello che non c’era. Tra due settimane il nuovo incidente probatorio per stabilire le cause del decesso.
A cura di Redazione Roma
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Ora sono in tutto quattro i medici iscritti al registro degli indagati per la morte del giornalista Andrea Purgatori, venuto a mancare il 19 luglio del 2023. Si tratta di Gianfranco Gualdi, luminare di radiologia e primario al Policlinico Umberto I, e di due membri del suo team, oltre al cardiologo che ha avuto in cura Purgatori.

L'inchiesta della procura di Roma, coordinata dal pubblico ministero Claudio Di Biasi, è impegnata nello stabilire se una diagnosi sbagliata, e le conseguenti sedute di radioterapia, non abbiano invece che tentato di guarire, accelerato il decesso del giornalista. Questa è infatti la tesi della famiglia, secondo la quale la radio terapia avrebbe indebolito il loro caro, contribuendo al decesso arrivato per un'infezione cardiaca.

Il 21 marzo si terrà l'incidente probatorio per stabilire le cause della morte di Andrea Purgatori, dopo l'autopsia che non ha stabilito una risposta definitiva, soprattutto sulla presenza o meno delle metastasi al cervello che il medico radiologo avrebbe individuato, e se le terapia (che in mancanza del tumore al cervello sarebbero state inutili) abbiano o meno contribuito a provocare il decesso.

Andrea Purgatori, una lunga carriera di giornalista televisivo e non solo, il cui nome è rimasto legato soprattutto a importanti servizi e inchieste sui misteri italiani, da Ustica all'omicidio di Ilaria Alpi, è morto a settant'anni dopo un veloce decorso medico. Volto della trasmissione televisiva Atlantide su La7, aveva ricevuto lo scorso maggio la diagnosi della presenza di masse in diversi punti del corpo, tra cui i polmoni e il cervello, da qui la scelta di un aggressivo ciclo di radioterapia. Poi, un mese dopo, una nuova diagnosi: niente tumore al cervello, ma il corpo sarebbe già stato fortemente debilitato, arrivando nel giro di qualche settimana al decesso.

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