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Lascia il lavoro dopo un anno: “Trasportavo pazienti in dialisi per la Asl a meno di 5 euro all’ora”

Era stato assunto da un’associazione che lavorava per la Asl come conducente di ambulanze per il trasporto di pazienti in dialisi: “Prendevo 4,60 euro all’ora, ho lasciato quando mi hanno detto che non avrei mai potuto ricevere di più”.
A cura di Beatrice Tominic
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"Ho fatto questo lavoro per circa un anno. Ma avevo smesso di vivere. E non si può smettere di vivere per meno di cinque euro all'ora". A raccontare la sua esperienza a Fanpage.it stavolta è Renato (nome di fantasia), ventinovenne che dopo un anno ha deciso di dare le dimissioni dall'azienda per cui lavorava.

"Lavoravo per una ditta di servizi di ambulanza. Io, in particolare, mi occupavo del trasporto di pazienti in dialisi, li prelevavo dalle loro case o dai centri in cui vivevano e li trasportavo nelle cliniche della zona – racconta – Mi muovevo fra Santa Marinella, Civitavecchia, Trevignano e Cerveteri. Stavo tutto il giorno fuori. E venivo pagato fra i 4,20 e i 4,60 euro all'ora".

Il lavoro di tassista sanitario di Renato

La giornata lavorativa di Renato come tassista sanitario iniziava molto presto: "Lavoravo dal lunedì al sabato. Mi alzavo ogni giorno verso le 4.30, il turno iniziava alle 5 fino alle 7.30. In quelle due ore e mezza trasportavo i pazienti dalle loro abitazioni ai centri in cui dovevano essere sottoposti alle cure. Poi li riportavo a casa nella tarda mattinata, verso le 10.30. A volte anche prima. Poi, con altri pazienti, si faceva la stessa cosa nel pomeriggio. Staccavo alle 19. Nelle pause più lunghe, se le distanze lo permettevano, potevo provare a rientrare a casa. Altrimenti ero costretto a restare a bordo. Ma almeno potevo dormire un pochino".

Renato aveva già avuto esperienze di lavoro simili. "Ho iniziato con lavoretti stagionali come assistente ai bagnanti, poi, per circa 8 mesi, mi sono occupato della guida di ambulanze in un'altra ditta. Infine sono approdato in questa associazione di ambulanze e trasporti per servizi sanitari. Era un'azienda privata, ma a quanto ne so aveva vinto un bando e lavorava per la Asl, sia di Roma che di Viterbo".

Il contratto e le dimissioni

"Appena sono arrivato nell'azienda, nonostante avessi già esperienza, ho iniziato a lavorare per 800 euro al mese, che vuol dire qualcosa come 4,30 euro all'ora. Una miseria per un lavoro che, oltre ad occupare intere giornate, richiede anche una certa responsabilità – continua Renato – Sono stato io ad impuntarmi e a chiedere un aumento. Così siamo arrivati a 900. Mi hanno espressamente detto che non avrei mai potuto guadagnare di più. Con zero prospettive di crescita, ho lasciato".

I requisiti per il lavoro

Per svolgere il lavoro di tassista sanitario, come ha spiegato Renato, è necessario essere iscritti al Ruolo conducenti o al Cap KB, Certificato di Abilitazione Professionale. "Io sono già iscritto, ma alcuni dei miei colleghi non lo erano. Almeno uno di loro non avrebbe neanche avuto l'età per fare l'esame: aveva 19 anni e per il test serve averne almeno 21″. Ora Renato sta continuando a studiare, vorrebbe fare un nuovo test per diventare NCC.

"Mi piace l'idea di stare sempre fuori, sempre in giro. E anche vedere tante persone, di ogni età. Anziani, giovani. Come tassista sanitario ho accompagnato davvero chiunque – sottolinea – Ma noi andiamo a lavorare per vivere, non il contrario. Non potevo permettermi un affitto. E neppure uscire con gli amici il sabato sera per staccare un po'. Ora spero di trovare di meglio. Un lavoro che mi lasci il tempo di vivere anche fuori dalle ore in servizio".

La storia di Renato ti ricorda la tua? Racconta la tua storia di lavoro a Fanpage.it.

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