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A Roma il VI Municipio pubblicizza sul profilo social istituzionale una raccolta firme contro l’aborto

La proposta si chiama “Un cuore che batte” e obbligherebbe i medici a mostrare il nascituro alla donna prima di effettuare l’interruzione volontaria di gravidanza.
A cura di Beatrice Tominic
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È accaduto a metà ottobre nel VI Municipio, quello delle Torri, l'unico guidato dalla destra nella Capitale: nel profilo Facebook istituzionale è stata pubblicizzata una raccolta di firme contro l'aborto, la proposta di legge di iniziativa popolare "Un cuore che batte" che chiede di obbligare i medici a mostrare il nascituro alla donna prima di effettuare l’interruzione volontaria della gravidanza, tramite esami strumentali.

Oltre all'immagine, con tanto di logo di Roma Capitale, nel post pubblicato su Facebook sono riportati il luogo e le date e gli orari durante i quali recarsi per mettere la propria firma, oltre ad un link diretto al sito del Comune di Roma.

Le reazioni: dagli utenti alla politica

Non hanno tardato ad arrivare commenti sorpresi e amareggiati. "Cioè un sito istituzionale che sponsorizza una raccolta firme di iniziativa popolare! Ma siete impazziti? Non è mai successa questa cosa!", dicono alcuni mentre altri si chiedono se si tratti, forse, di uno scherzo. Ma non sono gli unici: anche dal mondo della politica si alzano voci di disapprovazione.

"Sono rimasta sconcertata dalla scelta di pubblicare questo avviso in un profilo che rappresenta un canale istituzionale – ha fatto sapere con una nota Emanuela Droghei, consigliera regionale e coordinatrice segreteria Pd Roma – Pensavo fosse uno scherzo, magari un profilo parodia, invece è tutto vero e inaccettabile. È inaccettabile che un profilo istituzionale sponsorizzi una raccolta firme di iniziativa popolare e che lo faccia con tanto di locandina che rilancia la proposta. Ma d’altronde questa è la destra, da sempre contro le donne".

Incalza il segretario del Pd Roma, eletto da appena qualche mese, Enzo Foschi. "È una vergogna che il profilo Facebook istituzionale del Municipio VI faccia propaganda alla proposta dei movimenti parafascisti, perché solo così possono essere definiti e contro le donne – spiega in una nota –  Mai avevamo assistito ad una vergogna simile da un profilo istituzionale. Sarebbe bene, invece, che la destra del Municipio VI organizzasse una proiezione pubblica dell’ultimo film di Paola Cortellesi, in modo da imparare qualcosa sui diritti delle donne".

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