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Regione Lazio sospesa dalla Rete italiana contro le discriminazioni di genere: “Inattiva sui diritti”

La rete Re.a.dy contro le discriminazioni di genere ha sospeso la Regione Lazio perché ‘inattiva sui diritti’. La consigliera del Partito democratico Sara Battisti ha presentato un’interrogazione urgente.
A cura di Natascia Grbic
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La Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali (Re.a.dy) impegnata per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere ha avviato la procedura di sospensione nei confronti della Regione Lazio perché "inattiva nella difesa dei diritti". Nata a Torino a giugno 2006 dal Pride, la Rete Re.a.dy mette in connessione Regioni ed Enti locali da tutta Italia al fine di tutelare i diritti umani delle persone Lgbtqia+ e valorizzare il rispetto delle differenze. La mail, inoltrata a metà maggio ai comuni e alle regioni interessati, comunica che "come previsto dall’art.4 tenteremo un contatto telefonico entro 6 mesi dall’invio della email con la quale è stato comunicato l’avvio della procedura di sospensione".

La consigliera dem Sara Battisti, che ha denunciato l'accaduto, ha presentato un'interrogazione urgente per "conoscere le azioni previste per il contrasto alla discriminazione o violenza fondata sull’orientamento sessuale e/o sull’identità di genere al fine di tutelare la comunità del Lazio e attivare la procedura per annullare la sospensione dalla Rete R.E.A.D.Y.".

"Proprio mentre sui diritti Lgbt+ l’Italia scivola agli ultimi posti in Europa, superata addirittura dall’Ungheria di Orban, la segreteria nazionale di Ready, Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per offentamento sessuale e ldentita al genere, ha comunicato alla Regione Lazio la procedura di sospensione dalla rete perché inattiva nella difesa dei diritti – dichiara Battisti – Un dato purtroppo sconcertante, che spiega, seppur indirettamente, come il nostro Paese affondi nella classifica europea dell'ong Ilga Europe che ogni anno in occasione del 18 maggio, giornata mondiale contro l'omofobia, pubblica la sua Rainbow map".

“Non c'è da stupirsi di questo risultato così negativo: gli anni di governo Meloni hanno mostrato un significativo aumento delle discriminazioni. È assurdo che un Paese civile, che si fonda sulla carta costituzionale garante di principi e valori che non criminalizzano le diversità, ma che anzi me esaltano un ovvio elemento di ricchezza, l’Italia risenta di retaggi culturali medievali. Ed è altrettanto assurdo che alcuni comportamenti di rappresentanti istituzionali quasi incitino discriminazione verso chi non rappresenta la ‘normalità’ che qualcuno pensa di aver costruito. Siamo preoccupati, ma continueremo a batterci a tutela dei diritti di tutti i cittadini”.

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