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Tutti dovrebbero avere un reddito minimo, dice il presidente dell’Inps: “Vanno seguite indicazioni Ue”

“Tutti coloro che sono al di sotto di una certa soglia dovrebbero avere un reddito, questo è quello che prevede la Commissione europea e penso che sia giusto”: lo ha detto il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, parlando delle modifiche in cantiere al reddito di cittadinanza.
A cura di Annalisa Girardi
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Sul reddito di cittadinanza bisognerebbe seguire le indicazioni della Commissione europea e prevedere un reddito minimo per tutti. A dirlo è il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, commentando le ultime indiscrezioni sulla Misura di inclusione attiva, che da settembre dovrebbe sostituire il provvedimento varato nel 2018 dal governo Conte I. Una stretta è in arrivo, ma Tridico afferma di non sapere ancora quante persone perderanno l'assegno: "Non abbiamo ancora calcolato quante persone perderanno il reddito di cittadinanza con l'introduzione della nuova misura. Il ministero ha in mano il dossier e immagino darà presto questa stima".

Secondo una serie di calcoli fatti dalla stampa, sarebbe a rischio circa il 25% dell'attuale platea di beneficiari. Ma non ci sono ancora certezze sulle modifiche che intende fare il governo di Giorgia Meloni, per cui è ancora difficile prevedere quante persone resteranno escluse.

Al di là dei numeri, Tridico sottolinea che secondo lui bisognerebbe seguire le indicazioni che arrivano da Bruxelles, nel modificare la misura. "Io penso che si dovrebbero seguire un po' le indicazioni della Commissione europea – afferma il presidente dell'Inps, sottolineando come nelle raccomandazioni dello scorso settembre si prevedesse "un reddito minimo per tutti".

E ancora: "Tutti coloro che sono al di sotto di una certa soglia dovrebbero avere un reddito, questo è quello che prevede la Commissione europea e penso che sia giusto. Al momento ci sono solo indiscrezioni, è giusto aspettare la bozza definitiva".

Sulle novità in arrivo rispetto alla misura oggi è intervenuta anche la ministra del Lavoro, Marina Calederone, che in un'intervista a Repubblica ha spiegato come le modifiche al reddito di cittadinanza su cui è al lavoro il governo non siano pensate in un'ottica punitiva. "L'occupabile non avrà un sussidio, ma una politica attiva definita anche da un'indennità di partecipazione. La vecchia logica del reddito di cittadinanza non c'è più. E la nuova non è punitiva, non è questo l'obiettivo del governo", ha detto.

Calderone ha anche affermato che addirittura le famiglie numerose in difficoltà riceveranno un reddito più elevato. Secondo la ministra, il governo ha il compito di "correggere una delle storture" della misura targata Movimento cinque stelle, che era stata segnalata anche dalla commissione Saraceno: cioè il fatto di dare troppo ai singoli e troppo poco alle famiglie. "La relazione tecnica alla manovra individua 404 mila occupabili, ma ben 300 mila – il 75% – sono singoli. Questa platea va messa subito in grado di attivarsi. E lo faremo intervenendo sul punto debole del Reddito: la presa in carico. Ben 600 mila persone che ricevono il sussidio non sono mai passate per un Centro per l'impiego", ha concluso Calderone.

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