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Spesometro, redditometro e non solo: le 12 mosse per far pagare le tasse agli evasori

Le mette nero su bianco la Cgia di Mestre, alla vigilia dell’entrata in vigore delle nuove norme sulla trasparenza bancaria.
A cura di Redazione
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È ancora una volta un report della Cgia di Mestre a tornare su una questione spesso dibattuta da politica e opinione pubblica: l’evasione fiscale e le conseguenze sui contribuenti “onesti”. Solo qualche mese fa un dossier di Confindustria sottolineava come l’evasione fiscale e contributiva in Italia valesse oltre 120 miliardi di euro l’anno, una cifra pari al 7,5% del prodotto interno lordo: stando ai dati raccolti al Fisco “mancano” quasi 40 miliardi di Iva, 23,4 di Irpef, 5,2 di Ires, 3,0 di Irap, 16,3 di altre imposte indirette e 34,4 di contributi previdenziali. Con il semplice dimezzamento della cifra elusa al fisco, ad esempio, si potrebbe aumentare il Pil del 3,1% e creare oltre 330mila posti di lavoro.

Anche per tale motivo, negli anni si sono susseguiti gli interventi dei governi, al fine di recuperare risorse proprio dalla lotta all’evasione: una battaglia che spesso è stata anche “di credibilità” della politica, ma che a volte si è scontrata con la distanza che passa fra annunci e provvedimenti efficaci.

Nella lettura della Cgia di Mestre, “ora ci sono tutte le condizioni affinché l’evasione venga contrastata e ricondotta a dimensioni più accettabili, favorendo coloro che non vogliono e non possono evadere le tasse, ovvero, la stragrande maggioranza dei contribuenti italiani”. Infatti, da domani le banche e gli intermediari finanziari dovranno “comunicare all’Amministrazione finanziaria i dati relativi al 2015 dei saldi e delle informazioni sulle movimentazioni dei conti correnti e dei rapporti finanziari”, dando al fisco tutti gli strumenti per agire in maniera rapida e incisiva, che vada oltre l’attività svolta finora e sia in grado di recuperare risorse essenziale.

Ecco così che la Cgia mette nero su bianco una serie di proposte, o meglio, elenca una serie di provvedimenti grazie ai quali il fisco potrebbe contrastare efficacemente l’evasione fiscale:

  1. abolizione del segreto bancario, che consentirà all’amministrazione finanziaria di ricevere dati sui saldi dei rapporti di conto corrente e altri strumenti finanziari;
  2. studi di settore per valutare l’attendibilità dei ricavi/compensi dichiarati sulla base delle caratteristiche delle imprese e dei lavoratori autonomi;
  3. blitz contro la mancata emissione di scontrini e ricevute;
  4. redditometro, ovvero la ricostruzione del reddito complessivo del contribuente sulla base delle spese da questo ultimo effettuate;
  5. spesometro, ovvero la comunicazione all'Agenzia delle Entrate tutte le operazioni rilevanti ai fini IVA per le quali vi è obbligo di emissione della fattura e a partire da 3.600 euro per quelle non documentate da fattura;
  6. 117 (il numero di pubblica utilità della Guardia di Finanza);
  7. Serpico (super cervellone che registra decine di migliaia di informazioni al secondo per mettere a confronto dichiarazioni dei redditi, polizze assicurative, informazioni del catasto, del demanio, della motorizzazione, etc.);
  8. 8) metodologie di controllo delle Controllo sulle Pmi e dei lavoratori autonomi;
  9. limite all’utilizzo dei contanti fino a 3.000 euro;
  10. utilizzo del Pos per le transazioni commerciali;
  11. fattura elettronica;
  12. reverse charge, ovvero l’inversione contabile in base alla quale è il cliente ad integrare la fattura con l'indicazione dell'IVA e a versarla all'erario
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