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👋🏻 Ciao, sono Adriano Biondi, sono il condirettore di Fanpage.it e questa è la speciale Evening Review, pensata per te che hai scelto di sostenerci.
👉🏼 Il decreto sicurezza è uno dei peggiori provvedimenti varati dal governo Meloni, lo abbiamo scritto più volte anche in questo spazio. Non solo perché nasce da una logica securitaria che tende a criminalizzare marginalità e dissenso, nulla a che vedere con la reale sicurezza dei cittadini. Ma anche perché contiene una serie di previsioni che contrastano “idealmente” (vedremo se anche sul piano della legittimità) con principi base della nostra Costituzione e del diritto. È una legge che si concentra esclusivamente sulla percezione della sicurezza, “sterilizzando il territorio pubblico”, colpendo marginalità e povertà, restituendo ai cittadini solo l’illusione della tutela. Per non parlare della scelta, pericolosa e inusitata, di introdurre nuove fattispecie di reato utilizzando lo strumenti del decreto legge.

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💥 Insomma, un disastro talmente eclatante che in molti, e in tutta onestà compreso chi scrive, si aspettavano qualche intervento da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Al Quirinale, invece, hanno firmato apparentemente senza battere ciglio e provocando qualche malumore nell’opposizione. In realtà, la questione pare sia stata piuttosto dibattuta e sembrerebbe che il Colle si sia impegnato in una lunga opera di mediazione per rendere “più accettabile” il testo di un provvedimento su cui la maggioranza aveva investito molto e si era troppo esposta con la propria base elettorale.

📜 Sia come sia, il decreto sicurezza ora è legge. Ed è tornato al centro del dibattito pubblico dopo l’intervento di un ufficio della Corte di Cassazione, che ne ha “criticato” alcuni aspetti. La questione è stata in vario modo commentata, ma soprattutto è stata strumentalizzata in modo indecoroso tanto dalla maggioranza quanto da parte delle opposizioni. Carlo Canepa su PagellaPolitica ci aiuta a fare un minimo di chiarezza, spiegando prima di tutto da dove viene la “bocciatura” della legge sulla sicurezza: “È l’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione, si tratta di un organo interno alla Corte di Cassazione, composto da magistrati che hanno il compito di raccogliere, esaminare e organizzare in modo sistematico la giurisprudenza della Cassazione, sia civile sia penale. Prende il nome di “massimario” perché una delle sue funzioni principali è quella di redigere le “massime”, ossia brevi sintesi dei principi giuridici espressi nelle sentenze, utili per facilitare la consultazione delle decisioni della Corte”.

🗞️ Essenzialmente, come vi abbiamo spiegato anche su Fanpage.it, il Massimario ha diffuso una relazione sulle novità normative del decreto, raccogliendo una serie di opinioni e commenti formulati da esperti di settore, professori universitari e avvocati. In questo senso, sono emersi alcuni punti critici, in particolare sul 634-bis (che punisce l’occupazione arbitraria di immobile destinata a domicilio altrui) e sul 32-bis (reintegrazione nel possesso) . Citiamo sempre Canepa:

Nella sua relazione, l’Ufficio del Massimario ha ricostruito in modo dettagliato la portata e le implicazioni di questa nuova fattispecie penale, mettendone in evidenza le differenze rispetto al reato già esistente di “invasione di terreni o edifici”. In particolare, ha sottolineato che il nuovo articolo 634-bis amplia l’ambito della rilevanza penale, includendo anche la “detenzione senza titolo” accompagnata da comportamenti violenti o minacciosi. […] La relazione discute anche alcune possibili difficoltà interpretative, per esempio sul significato del termine “violenza”, che potrebbe includere anche forme di pressione psicologica, o sul concetto di “domicilio altrui”, che non coincide automaticamente con qualsiasi proprietà privata. In più punti, l’Ufficio ha richiamato le osservazioni di esperti che segnalano rischi di sovrapposizione con altri reati, come la truffa o la violazione di domicilio, e problemi legati alla chiarezza della norma. Infine, nella parte dedicata ai «profili problematici», vengono riportate alcune critiche emerse nei primi commenti dottrinari e nelle audizioni parlamentari. Alcuni studiosi hanno sollevato dubbi di legittimità costituzionale, osservando che il nuovo reato potrebbe entrare in conflitto con il diritto all’abitazione, riconosciuto come diritto fondamentale dalla Corte costituzionale.

Anche su altre questioni il Massimario evidenzia problemi o difficoltà interpretative, come vi raccontava il nostro Luca Pons:

Le norme sul blocco stradale, che diventa un reato e non più un illecito amministrativo, rischiano di punire chi manifesta o sciopera. La Cassazione specifica che non si capisce se il reato si applichi a chi blocca la circolazione di auto o treni del tutto e per un lungo periodo di tempo, o anche a chi rende "solo più difficoltoso il passaggio degli automezzi". E aggiunge che non andrebbe punito, per esempio, chi si mette "davanti ad un’auto tenendo uno striscione per alcuni secondi".

Per di più, i giudici riportano le critiche secondo cui il reato "in contrasto con la possibilità manifestare liberamente il proprio pensiero", perché si puniscono "comportamenti che molto spesso sono costituiti da riunioni pacifiche e atti di resistenza passiva, con l’effetto di incidere profondamente sull’attività di pubblica manifestazione del dissenso".

Sempre restando in tema di manifestazioni, una delle novità del decreto Sicurezza è l'aggravante per i reati commessi "all'interno o nelle immediate adiacenze delle stazioni ferroviarie e delle metropolitane". Solo che, come spiega la Corte, sarà ben difficile decidere in un processo cosa significa "nelle immediate vicinanze", e in ogni caso non è chiaro perché tutta una serie di delitti dovrebbero essere più gravi solo perché avvengono in prossimità di una stazione.

Il primo a fare confusione su ruoli, responsabilità e obiettivi è stato, spiace rilevarlo, proprio il ministro della giustizia Carlo Nordio. Che in un’intervista al Messaggero ha parlato di giudici del Massimario “irriverenti” addirittura nei confronti del presidente della Repubblica, che non aveva ravvisato profili di incostituzionalità nel decreto. Creando un clima arroventato, come scrive oggi Concetto Vecchio su La Repubblica:

La critica al governo è stata uno sgarbo al Colle, insomma. Subito le opposizioni hanno attaccato Nordio: «Ha tirato il presidente per la giacca», l'ha criticato il capogruppo Pd in commissione Giustizia, Federico Gianassi. O per dirla con il renziano Davide Faraone «per difendere i suoi strafalcioni ha provato a usare come paravento le parole del presidente della Repubblica».

E al Quirinale come l'hanno presa? A metà mattina rispondono seccamente: «Non c'è niente da commentare». Ed è un no comment che lascia trasparire un'irritazione per essere stati trascinati nella polemica politica. Mattarella comunque ha sempre auspicato nei suoi interventi una piena collaborazione tra i poteri dello Stato. Quindi anche tra giustizia e politica. Il clima è arroventato. I consiglieri togati e i laici Roberto Romboli, Michele Papa ed Ernesto Carbone («Nordio ha provato a coinvolgere in modo maldestro il capo dello Stato», ha puntualizzato quest'ultimo), hanno pertanto chiesto al Csm di aprire una pratica a tutela dei magistrati dell'Ufficio del Massimario e del ruolo della Cassazione: «Le reazioni del centrodestra trascendono il piano della dialettica politico-istituzionale trasmettendo alla pubblica opinione un'immagine deformata della funzione dell'Ufficio del Massimario e del ruolo nonché dei magistrati che la compongono”.

📰 Piero Sansonetti su L’Unità, dopo aver definito “inspiegabile la ragione per quale Mattarella abbia firmato quel decreto”, attacca duramente la presa di posizione del ministro Nordio: “L'idea di Nordio è abbastanza chiara. Nel campo del diritto quel che conta è la buona educazione. Se rispetti quella poi puoi fare quello che vuoi. Il ministro Nordio sa che è quasi impossibile trovare in circolazione un giurista serio che non sia inorridito di fronte a quel decreto autoritario e di ispirazione ungherese. Siccome è un uomo di legge con un passato garantista sa benissimo che quel decreto gli è stato imposto dalla maggioranza per ragioni puramente di propaganda politica e per dotare chi governa di forti strumenti di repressione che servono a contrastare e capovolgere il garantismo della nostra Costituzione. Sa anche, perché la cosa è evidentissima, che il decreto è incostituzionale. E infatti, giustamente, nell'intervista non spende una sola parola per contestare le osservazioni critiche della Cassazione né per difendere il merito del decreto".

📰 Vale la pena di leggere anche il commento di Annalisa Cuzzocrea su La Repubblica, perché ci aiuta a comprendere la ratio dell’uscita di Nordio:

Nella visione trumpiana della destra di governo, tutto quello che è limite, è il nemico. Sono nemiche le norme internazionali cui il nostro Paese aderisce da quando sono state scritte, le leggi costituzionali che proteggono i valori fondanti della Repubblica, le istituzioni che non si limitano ad accogliere la volontà suprema del potere esecutivo, esercitando invece quel ruolo terzo e neutro necessario alla democrazia per preservare i suoi equilibri.

Così, il nuovo nemico del ministro della Giustizia Carlo Nordio è il Massimario della Corte di Cassazione. Un ufficio studi che da vent'anni raccoglie le informazioni della giurisprudenza per fornire ai magistrati una cornice il più possibile esaustiva delle leggi che sono tenuti a far rispettare. Per Nordio, semplicemente mettendo in fila i rilievi di alcuni giuristi e costituzionalisti al decreto sicurezza voluto dal governo, quell'ufficio si sarebbe macchiato di «oltraggio al Parlamento» е «irriverenza nei confronti del capo dello Stato». […] Rispetto al metodo consueto – la costante delegittimazione di qualsiasi organismo dello Stato non sia semplicemente obbediente ai voleri del potere esecutivo – Nordio ha però fatto stavolta, nell'intervista rilasciata al Messaggero, un notevole salto di qualità. Ha cioè iscritto nella contesa politica il presidente della Repubblica fingendo di non sapere che l'ultimo e più approfondito vaglio costituzionale di una legge non spetta al capo dello Stato, ma alla Consulta. E che se i rilievi di costituzionalità di una legge sparissero per il solo fatto di essere promulgata, si potrebbe agevolmente abolire la Corte Costituzionale.

Manco a dirlo, i giornali di area provano a difendere il ministro. Esattamente secondo il canovaccio descritto da Cuzzocrea. Così, Quagliariello scrive sul Giornale che quella del Massimario può essere considerata un’interferenza indebita che rischia di alterare il delicato meccanismo dell’equilibrio dei poteri. Certo, riconosce l’ex parlamentare, si tratta di un mero parere “privo di alcuna conseguenza giuridica”, ma “al tempo della democrazia del pubblico, nessuno può far finta di ignorare le conseguenze che un atto pubblicizzato attraverso il web può provocare. E queste conseguenze, per di più, non sono controllabili. Nel caso in specie, l’intento era quello di colpire il governo”.

Insomma, vittimismo, complottismo e il buon vecchio “è colpa del web”. Direi che le abbiamo tutte, ministro Nordio.

Anche per oggi è tutto, se hai dubbi, critiche, richieste e via discorrendo, scrivimi ad eveningreview@fanpage.it ,
Adriano

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