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Migranti, ancora naufragi al largo della Tunisia: 14 morti e una cinquantina di dispersi

Ancora naufragi e morti in mare. Mentre a Lampedusa arrivano i superstiti dei naufragi al largo dell’isola, la Tunisia ha confermato altre due tragedie davanti alle sue coste, in cui avrebbero perso la vita 14 persone e altre 51 risultano disperse.
A cura di Annalisa Girardi
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I sopravvissuti al naufragio di questo fine settimana sono stati portati all'hotspot di Lampedusa. Sono estremamente provati, ha raccontato la portavoce di Save The Children, Giovanna Di Benedetto, raccontando quello che l'associazione sta facendo sull'isola per dare supporto ai naufraghi. C'è bisogno di sostegno psicosociale, ha detto, sottolineando che tra i superstiti ci sono anche diversi minori che più di tutti risentono di ciò che è successo. Domenica sono state soccorse 57 persone e recuperati due cadaveri, quello di una donna e quello di un bambino, ma purtroppo ci sono ancora 30 dispersi.

Un altro naufragio è stato anche registrato al largo della Tunisia ed è stato accertato che 14 persone hanno perso la vita. Secondo la Direzione generale della Guardia nazionale tunisina, lungo la costa di Louata, nel governatorato di Sfax, sono state recuperate le salme di dieci migranti. Altre quattro persone sono morte dopo un naufragio al largo dell'isola tunisina di Kerkennah: anche in questo caso ci sono dispersi, si parla di 51 persone.

Al momento nell'hotspot di Lampedusa sono stipate circa 2.200 persone. La situazione, nonostante i trasferimenti continui verso i centri della Sicilia o della penisola, continua a essere difficile. Anche perché le partenze, viste le favorevoli condizioni meteo, non sembrano destinate a ridursi.

"Il problema della nuova ondata di immigrati è già realtà. Ogni giorno che passa, se non si raggiunge un accordo, la situazione rischia di peggiorare. Se ci sarà una guerra in Niger sarà una catastrofe. Soprattutto per chi scappa", ha commentato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando degli accordi tra l'Unione europea e la Tunisia, ma anche della delicata situazione in Niger. "Abbiamo chiesto all’Unhcr di farsi carico di questa situazione. Certamente molto complicata: dobbiamo aiutare non solo i migranti, ma anche la popolazione tunisina che è in difficoltà e soffre di questa situazione. I soldi che si danno al governo tunisino servono anche per aiutare i tunisini", ha aggiunto in un'intervista al La Stampa.

Anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha commentato i rapporti con il governo tunisino nel contrasto dei flussi illegali: "La Tunisia ha impedito le partenze di oltre 30 mila migranti irregolari e sta conducendo una dura battaglia contro i trafficanti. Questo ha consentito l'avvio di un proficuo percorso di collaborazione non solo con l'Italia ma anche con l'Unione Europea. E' un partner fondamentale con cui vogliamo e dobbiamo lavorare sempre meglio". In un'intervista con il Corriere della Sera, il titolare del Viminale, ha ribadito: "Il nostro obiettivo è bloccare le partenze. È un obiettivo raggiungibile solo con iniziative di medio e lungo periodo ma che portano a soluzioni stabili e durature. Ci vorrà del tempo ma ci riusciremo. Anche grazie agli accordi di rafforzamento della cooperazione con i Paesi di partenza".

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