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Migranti, 118 persone soccorse dalla Sea Watch e altre 150 dalla Guardia Costiera nella notte di Natale

Nella notte di Natale la nave umanitaria Sea Watch ha soccorso 118 migranti – il naufrago più piccolo ha appena tre anni – e la Guardia costiera un peschereccio con altre 150 persone a bordo.
A cura di Annalisa Girardi
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Nella notte di Natale la nave umanitaria Sea Watch ha soccorso oltre cento persone nei Mediterraneo centrale. In due diverse operazioni l'equipaggio della nave Ong tedesca ha tratto in salvo per la precisione 118 persone, tra cui anche un bimbo di soli tre anni. "Ora si trovano al sicuro a bordo della Sea Watch 5", hanno fatto sapere dalla Sea Watch, confermando che le autorità italiane competenti hanno assegnato Marina di Carrara come porto sicuro di sbarco.

"Non ci fermiamo, neanche la notte di Natale: in due diverse operazioni di soccorso, il nostro equipaggio ha appena salvato 118 persone che ora si trovano al sicuro a bordo della Sea Watch 5. Il naufrago più piccolo ha solo 3 anni", hanno scritto i soccorritori su X.

"Nelle ultime ore, in coordinamento con Roma, la Sea-Watch 5 è rimasta a sud di Lampedusa per coadiuvare le ricerche di un peschereccio con circa 150 persone a bordo", hanno anche fatto sapere dalla Ong. Il peschereccio è stato poi individuato e soccorso da due motovedette della Guardia costiera italiana a poca distanza: dovrebbe sbarcare a Lampedusa nelle prossime ore, mentre la Sea-Watch 5 ha ripreso il suo viaggio verso Nord.

Nei giorni scorso l'Organizzazione internazionale delle migrazioni ha diffuso alcuni dati sui morti in mare nel 2023. "Quest'anno nel Mediterraneo centrale sono morte 2.271 persone, il 60% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (1.413)", ha scritto su X Flavio Di Giacomo, portavoce dell'Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell'Oim.

"È inaccettabile che l’Ue scelga di proteggere i suoi confini piuttosto che la vita delle persone. Quest’anno nel Mediterraneo centrale sono morte 8 persone al giorno, questo numero continua a crescere anno dopo anno", accusa Medici senza frontiere, che si trova nel Mediterraneo con una nave umanitaria. L'Ong conclude: "Le persone che soccorriamo nel Mediterraneo portano i segni delle violenze addosso: arti spezzate, cicatrici, gravidanze indesiderate. E l’Europa cosa fa? L’Europa respinge. Gli Stati dell’Unione europea stanno facendo di tutto per evitare che le persone arrivino in Europa. Erigono barriere, fanno accordi con Paesi terzi, respingono e riportano indietro chi cerca di scappare da posti non sicuri. O più semplicemente si rifiutano di aiutare chi è in pericolo. Come Malta che ignora le richieste di aiuto in mare. O come l’Italia che con le sue leggi ostacola il lavoro di ricerca e soccorso in mare delle organizzazioni non governative e ci assegna porti sempre più lontani. Quante altre persone devono morire prima che le cose cambino davvero?".

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