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News su migranti e sbarchi in Italia

L’ex sindaca di Lampedusa: “Si poteva evitare, governo doveva mandare navi a fare soccorsi più a Sud”

Che i numeri degli sbarchi fossero in aumento, lo sappiamo da mesi. Così come sappiamo della situazione in Tunisia e di quella in Libia: “Il governo avrebbe dovuto agire in prevenzione, mandando le navi della Marina militare molto più a Sud di Lampedusa, a fare monitoraggio e soccorso. Navi che poi avrebbero potuto fare anche la traversata fino ad altre destinazioni, bypassando Lampedusa. Questa situazione drammatica che stiamo vivendo nell’isola si poteva evitare”, dice a Fanpage.it l’ex sindaca, Giuseppina Nicolini.
A cura di Annalisa Girardi
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"La situazione è drammatica. Le persone arrivano soprattutto al molo Favarolo, intercettate dalla Guardia costiera o direttamente con i barchini e vengono lasciate lì, a migliaia, per ore e ore, senza ombra e senza acqua, se non le bottigliette che vengono lanciate dalla Croce Rossa. Dentro al centro sono arrivati a essere 6 mila, anche se è difficile avere numeri certi". È il racconto dell'ex sindaca di Lampedusa, Giuseppina Nicolini, affidato a Fanpage.it. "Ci sono moltissime persone ammassate al porto e ovviamente ogni volta che si distribuisce acqua e cibo, in quelle condizioni, si sfocia nella tragedia – ci racconta – Perché poi ci sono le azioni di contenimento della polizia, ho visto anche usare manganelli".

E queste, sottolinea l'ex sindaca, "danno un'impronta militare e securitaria all'accoglienza, che invece dovrebbe essere umanitaria". Secondo Nicolini, ci sarebbe una strategia precisa di una parte politica per dipingere l'immigrazione come un fenomeno pericoloso: "È tutto voluto. Quello che sta succedendo in questi giorni non era inevitabile. Non parlo degli arrivi, perché quelli non li può fermare nessuno, nemmeno Giorgia Meloni. Però è possibile gestirli con misure intelligenti – come canali legali che diano accesso per lavorare – che rendano gli sbarchi un fenomeno fisiologico, ma contenuto e non di queste dimensioni drammatiche, con un altissimo costo di vite umane e con un grande stress delle popolazioni che si devono occupare della prima accoglienza".

Quello che sta accadendo a Lampedusa non era inevitabile

Se non è possibile fermare le partenze e gli spostamenti umani, però, si può evitare di arrivare alla situazione in cui si trova in queste ore l'isola di Lampedusa. "Che il trend degli sbarchi fosse in crescita esponenziale, lo sapevamo. Come sapevamo della situazione disperata  Tunisia – con il fallimento del viaggio di Meloni, che ha fatto perdere la faccia pure alla presidente Ursula von der Leyen – del terremoto in Marocco e dell'ecatombe della Libia: tutto questo avrebbe dovuto mettere fortemente in guardia il governo", afferma Nicolini. In altre parole, che la destabilizzazione di buona parte del Nord Africa – così come la rinnovata esplosione di conflitti nella regione subsahariana – portasse a un aumento delle partenze, era cosa nota. Ma nulla è stato fatto: "Di fronte a situazioni di questo tipo il governo avrebbe dovuto agire in prevenzione, mandando le navi della Marina militare molto più a Sud di Lampedusa, a fare monitoraggio e soccorso. Navi che poi avrebbero potuto fare anche la traversata fino ad altre destinazioni, bypassando Lampedusa".

Secondo l'ex sindaca ci sono due cose da tenere a mente: "La priorità è soccorrere, perché i numeri dei morti in mare sono insostenibili. E poi bisognerebbe avere chiaro una volta per tutte che Lampedusa è estesa appena 22 chilometri quadrati, è abitata da 6 mila persone, e ha risorse limitate. Si deve capire che non si possono lasciare arrivare oltre 7 mila persone in un'isola come questa, perché non ci sono gli spazi, gli operatori e i servizi per poter gestire la situazione".

Perché le navi della Marina non sono andate al largo?

In queste condizioni, sottolinea ancora Nicolini, anche solo distribuire l'acqua diventa complicatissimo: "Sono persone che arrivano dalla Tunisia. Le persone con cui ho parlato hanno una sete storica, che non so quando passerà. Vengono da condizioni che non sono tanto diverse da quelle che conoscevamo in Libia. Si sono imbarcate con una sola bottiglia d'acqua, che doveva durare chissà quanto. Erano già assetate quando sono partite".

Insomma, sapendo che queste persone sarebbero arrivate, il governo non avrebbe dovuto lasciare le navi della Marina di fronte a Lampedusa. Ma avrebbero dovuto prendere il largo, per poi portare direttamente i naufraghi in porti sicuri in grado di accoglierli. "Deve finire questa storia, che si usa Lampedusa come teatro dell'emergenza. Se 5 mila persone fossero approdate, anche nella stessa giornata, sulle coste della penisola, non ci sarebbe stato questo impatto. Non si sarebbero create queste scene che abbiamo mostrato al mondo intero", ribadisce l'ex sindaca. "Ma con questa situazione che si è creata a Lampedusa, c'è chi ora dice: ‘Guardate questi migranti, che sono violenti e pretendono di avere cibo e acqua'. È ignobile e disgustoso che accada questo", aggiunge.

Non vengono più registrati i dati sugli sbarchi

Già giorni fa sono state superate le 4 mila presenze nell'hotspot di Lampedusa. Ma nelle ultime drammatiche ore, spiega Nicolini, iniziano anche a mancare numeri e dati: "Stamattina ho visto un comunicato che diceva che nella notte non ci fossero stati sbarchi, ma non è così. Lo so perché sono stata chiamata da una persona che aveva visto un gruppo risalire la spiaggia a Cala Galera. Quindi questo sbarco autonomo c'è stato. Anche nella mattinata ce ne sono stati altri, ma non abbiamo più i numeri e i dati. Ci sono solo le scansioni molto dettagliate sui trasferimenti, che dovrebbero riguardare oltre duemila persone", ha spiegato. Aggiungendo che sono i primi veri e propri trasferimenti di massa dall'isola: "Ai telegiornali dicevano che i trasferimenti continuavano senza sosta, ma quelli con i traghetti di linea, che al massimo imbarcano poche centinaia di persone, in che modo possono decongestionare la situazione? Non possono decongestionare nemmeno il molo".

Una situazione che non si vedeva da 20 anni

Una situazione di questo tipo, continua l'ex sindaca, non si vedeva da moltissimi anni: "Come donna di quest'isola sono fiera di dire che a Lampedusa l'accoglienza era diventata di tipo umanitario. Ci sono stati anni vergognosi, c'è stata la pagina tremenda del 2011. Il ministro dell'Interno era un altro leghista, Roberto Maroni, che trattenne tutti i tunisini che sbarcavano – in fuga dalla Primavera Araba – perché diceva che dovevano essere rimpatriati direttamente da Lampedusa. Ovviamente non fu possibile e nell'isola passammo due mesi in condizioni vergognose, simili a quelle che stiamo rivedendo ora".

Era quindi da oltre vent'anni che non accadeva qualcosa del genere. "Dopo il 2011, dopo quella pagina vergognosa, l'accoglienza è stata connotata da un'impronta umanitaria, prevalente sugli aspetti securitari, che pur continuano a caratterizzare la nostra normativa", spiega Nicolini.

"Basta puntare il dito contro l'Europa"

Per l'ex sindaca criticare l'Europa così come si sta facendo, tanto da destra quanto da sinistra, non ha alcun senso: "Tutti parlano dell'isola al collasso, invece che parlare del fallimento dell'accordo con la Tunisia e delle politiche del governo fascista di Meloni, e accusano l'Europa. Ma deve venire von der Leyen a distribuire l'acqua agli assetati? A curare le ferite di queste persone devono venire i chirurghi da Amsterdam o da Berlino? Stiamo parlando del modo in cui questo Paese accoglie le persone sofferente, i sopravvissuti. Perché chi riesce ad arrivare vivo è un sopravvissuto".

Una cosa è la gestione dei flussi migratori, un'altra è la prima accoglienza che un Paese riserva ad altri esseri umani. Che ovviamente riguarda i Paesi di frontiera: "Meloni si faccia dare i soldi per la prima accoglienza, invece di farli dare a Saied", afferma Nicolini.

Il silenzio su quanto stava accadendo nell'isola

Per poi denunciare come partiti che in passato facevano dell'immigrazione un punto centrale della loro strategia politica, in questi giorni siano rimasti in silenzio. Almeno fino a quando il procuratore capo di Agrigento, Giovanni Di Leo, ha diffuso un comunicato stampa in cui diceva che a Lampedusa la situazione fosse drammatica e chiedeva l'aiuto da parte di tutti: "Quel procuratore ha visto il silenzio istituzionale, ha capito che nessuno istituzione avesse intenzione di comunicare alla popolazione cosa stesse succedendo e questo è un fatto gravissimo. In quel comunicato il procuratore ha detto finalmente la verità, che fossero arrivati oltre 100 barchini. Fino a quel momento non lo aveva detto nessuno".

Nicolini conclude definendo "vergognose" le parole di Matteo Salvini, secondo cui dietro quanto sta accadendo a Lampedusa ci sarebbe un complotto: "Ogni volta che il centrodestra va al governo in Italia in Africa c'è una rivoluzione in agguato? Sono parole pericolose. E anche irrispettose della Guardia Costiera. Perché in questi giorni, grazie alla guerra ossessiva contro le Ong che porta avanti il governo, a portare sulla terraferma le persone erano la Guardia costiera, di Finanza e i Carabinieri. Quindi le sue sono parole che infangano anche i corpi dello Stato".

E infine: "Dalle opposizioni dovrebbero levarsi gli scudi, ma è difficile far capire come stanno davvero le cose qui. Fu lo stesso nel 2011, quando tutti parlavano di invasione, sia dalla maggioranza che dall'opposizione. Anche stamattina abbiamo fatto fatica a spiegare perché nel centro ci fossero le rivolte: c'erano perché le persone hanno fame e hanno sete, ma non ricevono assistenza. Non è accoglienza questa, è normale che poi le persone si ribellino".

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