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Opinioni
Caso Paragon

La nuova puntata del caso Paragon è una beffa: il Copasir ammette di non avere idea di chi abbia spiato Fanpage

Finalmente abbiamo una risposta sullo spionaggio ai danni di Fanpage.it con lo spyware dell’israeliana Paragon. La dà il Copasir, dopo mesi di lavoro matto e disperatissimo, con una relazione in cui dice che “non si sa” chi ha usato Graphite, contro chi, per quanto e per quale ragione. Molto bene, insomma.
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Che il lavoro del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, sul caso Paragon finisse in un nulla di fatto un po’ ce lo aspettavamo. C’erano tanti elementi che ci inducevano a pensarlo, di metodo (come l’incomprensibile scelta di non audire le vittime dello spionaggio), ma soprattutto di merito e di contesto. La maggioranza di governo, rispetto a una vicenda di una gravità assoluta, ha oscillato tra l’ostruzionismo e il negazionismo, rendendosi protagonista di teatrini ai limiti dell’assurdo (ricorderete Ciriani in Aula negare che il contratto con l’azienda israeliana produttrice dello spyware fosse sospeso, o magari Nordio parlare di informazioni classificate per poi rivelarle neanche cinque minuti dopo, o infine Palazzo Chigi diffondere un comunicato in cui si chiamavano in correità altri Paesi europei).

Le opposizioni avevano provato a chiedere spiegazioni, non tutte con la stessa convinzione e interesse, per la verità. Con il passare dei giorni, l’interesse pubblico era calato e la scelta di seppellire la vicenda nelle stanze del Copasir sembrava proprio andare nella direzione di strappare la discussione dalla pubblica piazza, in modo da controllarne l’esito. Le notizie di queste ore, purtroppo, rafforzano questa nostra convinzione.

Già, perché stando a quanto fatto filtrare, il Copasir avrebbe chiuso la fase istruttoria e si preparerebbe a diffondere le conclusioni sull’intera vicenda. Ebbene, ve la faccio semplice: dalle verifiche effettuate è emerso che i servizi segreti abbiano effettivamente spiato gli attivisti di Mediterranea, “anche” con l’utilizzo di Graphite (ma non solo, considerando che le attività di controllo sono iniziate nel 2019, quando al governo c’era Giuseppe Conte). Spionaggio autorizzato dall’autorità delegata e, pare, del tutto in conformità alle prescrizioni di legge.

E per quanto riguarda Fanpage.it? Chi ha spiato il nostro direttore Francesco Cancellato e il caposervizio di Napoli Ciro Pellegrino? Nessuna risposta specifica, nessun chiarimento. Nulla, il Copasir scriverà che non sono emerse conferme o elementi in grado di avvalorare alcuna tesi.

Lo possiamo leggere sui pochi (e meritevoli) giornali che stanno seguendo la vicenda dall’inizio. Scrive Giuliano Foschini su La Repubblica:

Le intercettazioni sulla Ong erano, almeno sulla carta, regolari. Non erano state disposte per la prima volta dal governo Meloni ma dal Conte I. Francesco Francesco Cancellato e i giornalisti di Fanpage non sono stati invece intercettati dai nostri servizi di intelligence: non ce n’è traccia nelle autorizzazioni chieste alla procura generale di Roma. E nemmeno nei database di Aise e Aisi. Dunque chi lo ha fatto si è mosso illecitamente. Motivo per cui le Procure di Napoli e Roma hanno iscritto un fascicolo, al momento contro ignoti, proprio per intercettazioni abusive. Chi è stato lo ha fatto utilizzando abusivamente il software Graphite, che secondo la società israeliana Paragon, è venduto soltanto a governi.

Su questo aspetto, la vicenda è particolarmente complessa, perché Graphite è in uso solo ai governi e il nostro nega ogni responsabilità. Nota Foschini: “Mai nessuno, almeno ufficialmente, ha spiato il direttore di Fanpage. Si è provato a dire che quello nel telefono del giornalista potrebbe non essere il software Graphite, circostanza però confermata dai tecnici di Citizen Lab che hanno fatto scoppiare il caso. Il contratto di Paragon con l'Italia non permette – hanno spiegato al Copasir – ai nostri Servizi di intercettare utenze estere. Fuori dall'Italia invece alcuni governi hanno questa possibilità. Non è chiaro perché mai, dall'estero, avrebbero dovuto intercettare un giornalista italiano. È uno dei punti che restano aperti al termine di questa indagine”.

Sul Fatto, Giacomo Salvini ripercorre il lavoro del Copasir proprio su quest'ultimo punto:

Da mesi il Copasir cerca di ricostruire chi abbia in-stallato il virus creato dall'azienda di Tel Aviv nel cellulare di alcuni attivisti e del direttore di Fanpage Francesco Cancellato. Il Copasir intanto non ha risolto il mistero del giornalista Cancellato, anche lui avvisato da Meta della presenza di uno spyware nel cellulare. Di Cancellato proprio cellulare. non vi è traccia neanche nei data-base dell'Aisi, dove i membri del Comitato hanno fatto visita nelle scorse settimane. A questo punto il Copasir -che invierà la relazione finale al Parlamento nelle prossime settimane-ipotizza che a intercettare il direttore di Fanpage potrebbe essere stato uno Stato estero. Ma resta solo un'ipotesi.

A fare qualche altra ipotesi, certamente di senso, provano Stefano Vergine ed Enrica Riera su Domani, dopo aver ragionato sulla possibilità che Paragon abbia venduto il proprio software anche ad aziende private:

Se davvero Paragon ha venduto solo a governi, allora non ci sono altre opzioni. Aisi e Aise, i servizi segreti per i casi interni e quelli esteri, hanno dichiarato nelle varie audizioni tenute dal Copasir a palazzo san Macuto a Roma di possedere lo spyware Graphite, ma di averlo utilizzato secondo quanto previsto dalla legge sulle intercettazioni preventive, hanno sottolineato, solo contro gli attivisti coinvolti nel caso Paragon. Mai contro i giornalisti.

[…] Se dunque non sono stati i servizi italiani, e se Paragon non ha venduto ad altre aziende private, chi può aver spiato Cancellato e Pellegrino? Le opzioni che restano sul tavolo sono due: o un governo straniero. interessato a conoscere fatti riservati dei due giornalisti italiani di Fanpage, oppure qualche strana entità italiana. La seconda ipotesi potrebbe trovare terreno fertile nell'in chiesta che sta conducendo la Procura di Roma sulla squadra Fiore e i legami tra il gruppo privato e uomini dell'intelligence italiana. Come scritto da questo giornale sarebbe emersa una "relazione tra la centra le di spionaggio omologa alla Equalize di Milano e il Diparti mento delle informazioni per. la sicurezza attraverso una donna in servizio, ai tempi della gestione Del Deo, proprio nell'apparato di Intelligence. Relazione di che natura? Ha riguardato attività di spionaggio che l'intelligence avrebbe appaltato alla squadra?

Una possibilità che aprirebbe uno scenario inquietante e che, detto in maniera diretta, sarebbe necessario chiarire in fretta. Ammesso che a qualcuno interessi, ecco.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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