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La Lega presenta una proposta per bloccare automaticamente il porno su Internet

Si tratta di un filtro preventivo che blocca in automatico tutti i contenuti online non considerati adatti ai minori, come quelli particolarmente violenti o pornografici. Una norma pensata per proteggere i minori, in quanto solo il titolare del contratto, maggiorenne, può disattivare il filtro richiedendolo esplicitamente al proprio operatore. Ma emergono una serie di problemi, in merito a censura e neutralità del web.
A cura di Annalisa Girardi
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Una proposta della Lega punta a bloccare automaticamente il porno su internet nel nostro Paese: una norma per proteggere i minori, in quanto solo il titolare del contratto, maggiorenne, potrà disattivare il filtro richiedendolo esplicitamente al proprio operatore. Questo il disegno che diventerà realtà se si approverà l'attuale testo di conversione di legge sulla Giustizia in merito alla intercettazioni. Il Carroccio ha infatti presentato un emendamento in cui è stato inserito l'articolo 7bis, quello sui Sistemi di protezione dei minori dai rischi di cyberspazio, che specifica: "I contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica disciplinati dal codice di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259 devono prevedere tra i servizi preattivati sistemi di parental control ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco a contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni diciotto".

Un filtro preventivo, in altre parole, che blocchi in automatico tutti i contenuti non considerati adatti ai minori. Tra cui appunto il porno. Il consumatore che stringerà il contratto, troverà il servizio di parental control già attivato gratuitamente: se vuole disattivarlo lo dovrà richiedere esplicitamente. Nell'emendamento si chiede anche agli operatori di telefonia, così come quelli delle reti televisive e delle comunicazioni elettroniche di informare adeguatamente su questi servizi, in modo da avvisare i consumatori. Inoltre si legge: "In caso di violazione degli obblighi di cui ai commi precedenti l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ordina all'operatore la cessazione della condotta e la restituzione delle eventuali somme ingiustificatamente addebitate agli utenti, indicando in ogni caso un termine non inferiore a sessanta giorni entro cui adempiere".

Tempi troppo stretti per le modifiche

Il testo si trova ora nella commissione competente alla Camera. I tempi per le modifiche sono strettissimi, in quanto tutto va chiuso entro il 29 giugno, alla scadenza dei termini per la conversione in legge. Dei ritardi rischierebbero di far decadere il decreto. È quindi più probabile un passaggio senza intoppi, anche se alcuni membri della commissione sono piuttosto scettici. "Chiediamo al governo di non rendere il testo immediatamente attuativo; non prima di un passaggio con gli operatori", ha affermato Enza Bruno Bossio, del Pd, spiegando che lei e i suoi compagni di partito sono impossibilitati a modificare il testo proprio a causa delle tempistiche.

Pillon: "Un regalo della Lega a mamme e papà"

La Lega invece esulta. E il senatore Simone Pillon commenta: "È stata accolta (una volta ogni tanto la maggioranza ci ascolta) la mia proposta, che rappresenta la cosa che mi sta più a cuore: l'introduzione dell'obbligo per i fornitori di telefonini, tablet, laptop, tv e altri device di preinstallare gratuitamente sugli apparati un filtro per bloccare contenuti violenti, pornografici o inadeguati per i minori". Pillon ha sottolineato che in questo modo si proteggeranno tanti bambini che ormai accedono quotidianamente a Internet, anche a causa della didattica a distanza. "Un piccolo regalo da parte della grande famiglia della Lega a tutte le mamme e a tutti i papà che vogliono proteggere i loro piccoli dai pericoli del web", ha concluso.

Problemi di censura e neutralità del web

La norma presenta però non poche problematiche. In primo luogo non è chiaro come verrebbe deciso quali contenuti siano idonei e quali no, e si rischierebbe di applicare una forma di censura al web in netto contrasto con la normativa sulla neutralità della rete. Si potrebbe poi finire per bloccare l'accesso a tanti contenuti adatti a tutti, in quanto la struttura dei contenuti in rete non permette di ostacolare esclusivamente certi contenuti, estremamente violenti o pornografici, senza finire per proibirne anche altri. Per queste ragioni, infatti, delle proposte simili sono già state scartate in altri Paesi, come Stati Uniti e Regno Unito.

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